"Il bullismo è come la mafia": ad Assago un'iniziativa per combatterlo
Un ciclo di incontri coinvolge esperti, istituzioni e cittadini per spezzare il muro del silenzio e dell'odio

Una campagna nazionale contro bullismo, cyberbullismo e discriminazione sociale, promossa dal gruppo civico “Assago nel Cuore”. L’evento si è svolto nella Sala Castello del Centro Civico, riscuotendo grande partecipazione e coinvolgimento.
Un progetto di Assago nel Cuore contro il bullismo
ASSAGO - Con l’incontro “Bullismo. Quando cadono le maschere al di là del muro del silenzio”, organizzato dall’associazione culturale “Idee in Movimento” insieme al gruppo “Assago nel Cuore”, è iniziata una serie di attività finalizzata a sensibilizzare la cittadinanza su temi sociali. A questo evento hanno partecipato: la psicologa Viviana Tramontana, l’esperto in Scienze giuridiche Matteo Ferranti, l’avvocato Simona Catania e lo scrittore Biagio Maimone. La serata è stata moderata dalla consigliera comunale Roberta Vieri.
“Il bullismo è come la mafia”: paura, silenzio, solitudine
Uno dei passaggi più forti emersi durante l’incontro è la connessione tra bullismo e criminalità organizzata. “Il bullismo è come la mafia, le cui vittime hanno paura di denunciare”. Riprendiamo un passaggio direttamente dal comunicato stampa di Assago nel Cuore: "Nasce il bullismo che crea vittime innocenti ed agisce utilizzando le dinamiche proprie della mafia, in quanto pone in essere la violenza nei confronti di chi ha preso di mira, che, per paura, non denuncia. Il bullo crea terrore nell'animo delle sue vittime, che diventano inermi ed incapaci di reazione per paura di subire ulteriori violenze. Il bullismo, per tale motivo, deve essere considerato alla stregua della criminalità più efferata che si prefigge di dominare utilizzando la strategia del terrore. È una nuova forma di dominio sui singoli e sulla società nel suo complesso".
Bullismo e disagio sociale nei contesti benestanti
Contro ogni stereotipo, dal dibattito è emersa un’analisi lucida del contesto socioeconomico:“Il bullismo è in crescita anche e soprattutto in quegli ambiti in cui il tenore di vita è più elevato, non solo nei ghetti in cui vive la povertà”. Questo perché, spiegano gli specialisti, viviamo in una società fortemente dominata dal consumismo che contribuisce all'alimentazione del bullismo: “Possedere macchine lussuose, vivere in case che costano un milione di euro, avere tanti beni materiali è la finalità da realizzare”, secondo il ragionamento distorto del bullo.
Esclusione, branco, violenza: un sistema da scardinare
L’incontro ha acceso i riflettori sul meccanismo sociale dell’esclusione che genera fenomeni di violenza: “Si genera l'esclusione e nasce il branco. Il branco nasce come forma di difesa sociale da parte di coloro che si sentono inferiori ed esclusi da un contesto diventato ostile”. Il bullismo, quindi, non è solo un problema individuale, ma un riflesso dei disvalori collettivi: “Il bullo è colui che ha già bullizzato e deriso la propria coscienza e proietta sugli altri il proprio incontenibile dolore”. La violenza nasce dal disagio interiore e da un mondo senza punti di riferimento etici: “L’essere umano sta diventando un contenitore vuoto" e questa sensazione di vuoto "lo rende aggressivo e violento”.
Educazione, valori, responsabilità: serve una nuova pedagogia lontana dai social
Contro il bullismo è necessaria una svolta educativa, una nuova pedagogia della vita che riscatti i valori che possano irrobustire la coscienza umana. Questo si traduce in investimento serio nelle scuole, nelle strutture ricettive pedagogiche e nelle istituzioni preposte, che siano capaci di guidare verso un nuovo umanesimo e che soprattutto "abbiano a cuore il riscatto dei valori morali e sociali dei cittadini”.
Lo scrittore Biagio Maimone ha sottolineato il ruolo dei social network: “Chi gestisce i social ha un'enorme responsabilità sociale […] può comunicare anche il bullismo, che è discriminazione, morte sociale. Il mio consiglio è di impegnarci, fin d'ora, per arginare tale forma di violenza o meglio di bullismo indiretto e generalizzato”.
Assago come città modello contro il bullismo
Il messaggio finale dell’incontro è chiaro: anche la politica locale deve impegnarsi affinché Assago non sia solo un esempio di virtuosità economica, ma anche di virtuosità sociale. Una città dove la dignità umana e la legge morale siano i veri pilastri della convivenza civile. “Ad Assago, e non solo, la politica dovrebbe intervenire e sensibilizzare la cittadinanza affinché costruisca una città che si distingue non solo per la virtuosità economica, ma anche per la virtuosità sociale”.