L'INTERVISTA

Fabio Fagnani alle prese con un vero mostro sacro dello sport: è uscito “Valentino Rossi. Il Dio del motociclismo”

In questo nuovo libro Fabio ci racconta la storia di un pilota che è entrato nei cuori e nelle case degli appassionati di tutto il mondo.

Fabio Fagnani alle prese con un vero mostro sacro dello sport: è uscito “Valentino Rossi. Il Dio del motociclismo”
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CORSICO - Valentino Rossi è stato senza alcun dubbio il pilota più influente, mediatico e potente della storia delle due ruote. È stato capace di eguagliare leggende del passato e imporsi come un cannibale nel motociclismo moderno, riuscendo a conquistare nove titoli mondiali e vincendo in quattro categorie differenti. Il Dottore ha saputo giocare con il pubblico, lottare con gli avversari (dentro e fuori la pista), prenderne lo scettro, trionfare e non solo: anche cambiare moto quando nessuno lo avrebbe mai fatto, e continuare a vincere anche quando lo davano per perso.

Valentino è sempre riuscito a mettersi in gioco e in discussione, senza pensare per un secondo alle conseguenze. Ha cambiato il motociclismo esattamente come Muhammad Ali ha fatto con il pugilato e Michael Jordan con il basket. Un professionista internazionale ma profondamente italiano, raggiante nella vita ma spietato in pista, baciato dagli dèi del motociclismo fino a prendere posto, legittimamente, nell’Olimpo dei piloti.

Questa è la sua storia, che si è fatta leggenda. E a raccontarla è, ancora una volta dopo le altre sue pubblicazioni, il “nostro” Fabio Fagnani, che, tra le altre sue attività sembra non stancarsi mai di raccontare la storia di grandi campioni dello sport. Gli abbiamo fatto qualche domanda, in attesa di poter presentare assieme la sua nuova pubblicazione magari dal vivo...

L'intervista

Il primo amore non si scorda mai, dovremmo dire in questo caso. Torni, con questo tuo ultimo libro, al mondo delle due ruote, per il quale hai scritto tanti anni. Cosa ti affascina maggiormente di questo sport?

Sembra banale dirlo, ma l’adrenalina. Il fascino del pericolo. La velocità, la reattività. In una frazione di secondo accade tutto. È come se i piloti riuscissero a custodire il tempo, a manipolarlo. Per me è qualcosa di inspiegabile e allo stesso tempo attraente.

Bella la tua frase “Rossi non è italiano. È un patrimonio dell’umanità, deve essere protetto dall’Unesco”. Al di là delle vittorie - perché molti altri hanno vinto tanto in questo sport - cosa rende Rossi unico e rivoluzionario nel motociclismo a tuo avviso?

Devo dire che la frase, come scritto nel libro, è di un collega che, dopo l’ennesima gara epica, ha urlato questa frase che è una grande verità. Rossi è riuscito a far sembrare semplici prodezze impossibili per altri campioni. Ha vinto, ha perso, si è rialzato e ha vinto ancora. E poi la sua capacità di entrare nei cuori e nelle case degli appassionati di tutto il mondo è irraggiungibile per qualsiasi altro pilota.

Come ti sei accostato alla figura di Rossi: quale è stata la scintilla che ha dato il via a questo libro?

Diciamo che quando parli di un campione che ti ha accompagnato per tanto tempo, è quasi semplice. Poi ti scontri contro la mole di lavoro che c’è da fare per una biografia. Studi, letture, interviste, video delle gare, delle conferenze stampa. L’editore aveva un diktat: “non serve romanzare, devi portare il lettore in pista”. Io ho provato a farlo a modo mio, ma raccontando le gare. Ho riguardato 26 stagioni di gran premi e mi sono concentrato su ogni dettaglio per raccontare tutto di Valentino. È stato un lavoro enorme. Spero che i lettori possano rendersi conto della ricerca e dell’amore che c’è stato dietro questo lavoro.

Romagna, terra di moto. Perché questa terra è così legata ai motori? E perché la sua italianità ha contribuito a rendere Valentino una leggenda per tutto il Mondo?

Occhio. Qui tocchiamo un tasto dolente per molti romagnoli. Valentino è marchigiano. Nato in quel territorio abitato da quelli che molti chiamano “marchignoli” proprio perché a cavallo tra Romagna e Marche. Però Tavullia è a pochi chilometri da Misano, la terra del Gran Premio di San Marino e della Riviera Romagnola. Ma tornando alla domanda, l’Emilia-Romagna è da sempre una terra di innovazione motoristica (Ferrari, Ducati, per citarne un paio) e la passione è impressionante. Non trovi nessuno che non ha messo almeno una volta le mani in pasta tra benzina e olio. È una terra genuina, fatta di gente che si sporca le mani ma che guarda la luna e vuole arrivarci con le proprie forze. Credo che questo sia il segreto. Non temono la sfida e hanno quell’ironia, quella capacità di essere amici di tutti e di nessuno, che li rende magnetici.

Ultima ma non meno importante: quando trovi il tempo per scrivere? C’è un segreto o basta non andare mai a dormire?

È questione di metodo. Quando inizio un progetto io dedico molto tempo alla pianificazione. Poi, quando è il momento di partire non c’è giorno che non dedichi del tempo alla scrittura. Notte o alba, weekend o giorno feriale. Nei ritagli di tempo, al computer o sul telefono. Poi, è evidente che per potersi gestire serve anche un editore che te lo consenta e da questo punto di vista non ho mai avuto problemi con Diarkos. Di certo, al di là delle battute - anche perché è capitato - la notte spesso scrivo e dormo poco quando sono in una sessione che non mi permette di staccarmi, ma il riposo è sacro. Non è possibile scrivere bene senza concedere al proprio cervello e alle proprie emozioni di prendersi una pausa.

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