Elezioni politiche 2022: è un dovere. Il nostro dovere.
Andare a votare è un dovere che ci chiama ad una responsabilità che non possiamo delegare ad altri. Si tratta di partecipare alla storia, la nostra.
È un diritto (non per tutti, ma ne parleremo in altre occasioni; non è questa la sede) ma soprattutto è un dovere. Andare a votare è un dovere, che ci chiama ad una responsabilità che non possiamo delegare ad altri.
Domenica 25 settembre si vota
CORSICO - Domenica prossima l’Italia intera è chiamata alle urne, dopo la scellerata idea - almeno questo posso giudicarlo senza dover puntare il dito contro uno o l’altro, essendo quasi tutti corresponsabili – di far “cadere tutto” a fine luglio, a pochi mesi dalla naturale fine della legislatura, costringendo ad una campagna elettorale in stile balneare e sempre più priva di reali contenuti.
La campagna elettorale
La classe politica ha giocato in questi due mesi scarsi, con poche eccezioni, a chi urlava più forte, a chi “offriva di più” al popolo. Promesse, tante parole, troppe, buttate addosso ai cittadini. Un’asta al ribasso delle peggiori, dove molte delle proposte fatte non hanno sostanziale possibilità di realizzazione. Non è facile uscire fuori dal guazzabuglio di proposte e idee lanciate dalle forze politiche in questi giorni. Ma, ciò che è peggio... Abbiamo ascoltato queste proposte? Abbiamo letto i programmi elettorali? Ci siamo fatti un’idea di quali nostri valori si sposino meglio con quella o l’altra proposta?
Non ho certezze - chi sono per averne? - ma sono abbastanza sicuro che il voto di domenica sarà, al di là dell’esito, un voto di pancia, di tifoseria. Stremati dalla “combo” pandemia+guerra (e ciò che ne consegue) il nostro Paese si ritrova, rispetto alle ultime elezioni politiche del 2018, più povero (anche di idee), più insofferente, meno solidale e più arrabbiato.
Ci aspettano mesi difficili
Non ci aspettano mesi (o meglio, anni) facili. Il/la futuro/a premier non avrà di certo compito facile per traghettare l’Italia fuori da questa ennesima crisi. Per non parlare della crisi della società sempre più lampante, di cui l’attuale classe politica non ne è che uno specchio. Serve un cambiamento di rotta, serve rivedere le priorità di ogni nostra comunità, serve essere solidali con chi è indietro. E invece assistiamo ogni giorno ad un allargamento della “forbice” tra chi ha sempre di più e chi sempre meno.
Ognuno di noi ha le sue idee i suoi valori. E li rispetto profondamente, perché la democrazia, nella sua difficoltà, è esattamente questo. Capirò molto meno, pur dovendo accettare la cosa, chi ancora una volta se ne laverà le mani, delegando ad altri la scelta del nostro domani, per poi lamentarsi di ogni cosa ad ogni occasione.
Facciamoci un favore: prendiamoci un attimo di tempo per leggere cosa propongono le diverse coalizioni o partiti, superiamo il troppo comodo “tanto non cambia mai niente” e proviamoci ancora. A cambiare insieme le cose. Non c’è alternativa al fare una scelta; o meglio, esiste ma non la voglio neanche prendere in considerazione. Facciamoci invece del bene: portiamo i nostri valori alle urne e tracciamo un segno su due schede. Si tratta di partecipare alla storia, la nostra.
Andrea Demarchi