Editoriale - Quella sensazione lì… La sentite anche voi?

È come mi sento ora, oggi, giorno 48 di questa pandemia e conseguente quarantena.

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Editoriale - Quella sensazione lì… La sentite anche voi?

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CORSICO - La state provando anche voi, vero? Non è di certo fresco il ricordo di quell’emozione, ma questa mattina, mentre il “pilota automatico” del subconscio lavorava senza sosta nella notte, mi sono svegliato con questa vivida immagine nella mente, quella che vedete in foto.

La partenza e la salita

È come mi sento ora, oggi, giorno 48 di questa pandemia e conseguente quarantena. Non credo tutti abbiano sperimentato le montagne russe, quindi proverò a spiegare il tutto. Partenza in piano, di solito un po’ “spinta” per far entrare subito nel giusto stato d’animo (quella che è stata dal 21 febbraio: pochi casi, no, un po’ di più, milanononsiferma, azz quanto crescono i numeri, fermiamo tutto). Poi inizia la salita, cadenzata da quel rumore classico del “traino in azione” che porta su la vettura delle montagne russe e che dà anche quella sorta di adrenalina da emergenza in corso: “ta-ta-ta-ta-ta” (riportandoci alla realtà, qui il rumore è stato molto più doloroso: il non rumore, primo su tutti, e il continuo sottofondo di sirene in movimento). L’adrenalina c’è stata eccome: essere dentro la storia, parte della storia, ci ha resi tutti un po’ protagonisti. Dal “ce la faremo”, “andrà tutto bene”, l’adrenalina, lungo questa metaforica “salita”, ha lasciato il posto allo sconforto, all’impotenza, all’angoscia, alla morte. I numeri in salita, come noi su quelle montagne russe: ricoveri, morti. Una salita angosciante che ha accompagnato in particolare gli ultimi 20 giorni di marzo.

E poi si arriva in quota

C’è quel momento, sulle montagne russe, dove a seguito della lunga salita si percorre un breve tratto in piano (anche se per molti di noi ci sembrano “istanti eterni”). Quel “piano” dato dai numeri che rallentano (pur continuando a crescere, seppur molto più lentamente). E in questo piano l’adrenalina torna a salire. Ci si avvicina alla discesa a capofitto, quella che porterà a ottovolanti, spirali, curve brusche. Ma noi siamo lì, ancora vicini a questa discesa ma non ancora arrivati: la discesa dei numeri, del calo dei positivi, dei decessi, dei ricoverati. Piante le nostre lacrime ci accingiamo ad arrivare a quel punto.

La vettura pare fermarsi

Eccolo il punto: la vettura è praticamente ferma perchè, per la fisica, la “punta” ha iniziato la discesa ma la “coda” la tiene a freno. Noi siamo qui, sull’orlo della discesa: fermi, quasi immobili. E in quegli istanti di calma la mente parte all’impazzata. Sulle montagne russe, in fondo, è tutto più semplice. Si pensa solo alle emozioni che ci pervaderanno nei successivi 2 minuti. Ma la vita reale, per quanto la metafora finora abbia aiutato, è un tantino più complessa…

Il futuro

“Cosa ci aspetta? Avrò ancora un lavoro? Avrò da mangiare? Davvero gli aiuti promessi arriveranno? Come sarà la ripartenza? Quando sarà la ripartenza? Andremo al mare? Ma riuscirò a sposarmi? Quando rivedrò i miei cari potrò abbracciarli? Ma sto virus muore col caldo? Ritornerà in autunno? Avremo il vaccino? Quanti morti dovremo piangere? Come porterò a casa il pane quotidiano? Che futuro per i miei figli?”

Mille e più pensieri in qualche frazione di secondo. Poi c’è solo la “discesa”, oggi più che mai oscura.

Un caso? Forse no…

Se attraverso il paragone delle montagne russe non vi ho “rapiti”, ed è più che lecito, posso regalarvi un parallelo forse più “pop”. L’inizio della quarantena ha coinciso, bene o male, con l’inizio della Quaresima. Ricordiamo bene alcune immagini, che hanno toccato credenti e non solo: l’omelia solitaria di Mons. Delpini ad inizio quaresima, la preghiera di Papa Francesco in una piazza San Pietro deserta come non mai e le sue parole così forti e decise. Tutte fasi di quella partenza e salita delle montagne russe, e di quella “Passione, morte e resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo”, come citano i testi sacri. Tutto, nei tempi, così incredibilmente sincronizzato con l’arrivo della Pasqua. Un giorno di resurrezione, di rinascita, e anche di passaggio (povero Conte, quasi è stato crocifisso per la sua semi-gaffe in diretta TV).

La discesa inizia, i dubbi sono tantissimi, ma l’augurio che porgo di cuore a tutti voi è che, dopo la passione vissuta, ci attenda una vera rinascita. Un nuovo Mondo, con nuovi paradigmi.

Buona Pasqua a tutti!

Andrea Demarchi


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