Dipendenti comunali di Corsico sul piede di guerra: "Pronti a scioperare"

Una lettera per chiedere “un incontro urgente" a firma di Maurizio Rallo, Rsu Comune di Corsico, Sergio Iannaccone, Fp Cgil Milano e Vito Summa, Usb P.i.

Dipendenti comunali di Corsico sul piede di guerra: "Pronti a scioperare"
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Dipendenti comunali di Corsico sul piede di guerra: "Pronti a scioperare".

Dipendenti comunali di Corsico sul piede di guerra: "Pronti a scioperare"

CORSICO – Le manifestazioni per esprimere il disagio, tramutato poi in totale insofferenza, c’erano già state nel 2015, quando i lavoratori del Comune di Corsico avevano iniziato a lamentare condizioni non più tollerabili, carenze del personale, dipendenti andati in pensione e non più sostituiti e una più generale “disorganizzazione dei servizi e degli uffici”, hanno precisato le sigle sindacali (Maurizio Rallo, Rsu Comune di Corsico, Sergio Iannaccone, Fp Cgil Milano, Vito Summa, Usb P.i.) nella lettera che hanno spedito all’attenzione dei responsabili degli uffici, all’assessore alla Semplificazione e innovazione Amos Pennati e al sindaco Filippo Errante.

La lettera

Una lettera per chiedere “un incontro urgente al fine di valutare finalmente concrete azioni risolutive non più procrastinabili”, dicono i sindacalisti. Al centro delle lamentele ci sono tre aree: il Punto Comune, lo Stato Civile ed Elettorale. “A nulla è servita l’assemblea di metà febbraio in cui abbiamo sollevato le criticità: non abbiamo mai avuto risposta. Problematiche che sono state già esposte anche in sede di tentativo obbligatorio di conciliazione presso il Prefetto di Milano e neppure in tale occasione i rappresentanti dell’Ente furono in grado di fornire alcuna risposta”, lamentano i rappresentati dei lavoratori.

Un “fortissimo malessere lavorativo”

denunciano, aggravato dalla “consistente diminuzione del numero delle unità lavorative in organico in questi uffici, con pensionamenti non reintegrati”. In più, “mancato passaggio delle competenze tra i colleghi pensionati e quelli ancora in servizio e l’arrivo di nuove procedure complesse”. Tutto si traduce in una “evidente incapacità organizzativa generale e nell’impossibilità di dedicare tempo di qualità e in quantità sufficiente per verificare e approfondire le nuove esigenze lavorative”.

Diverse le problematiche

Da 19 unità si è passati a 11: troppo poche, in aggiunta a una “inadeguata presenza di idonei livelli professionali in relazione alle attività svolte”. A tutto questo si aggiungono luoghi di lavoro non idonei, senza privacy o sicurezza, che generano livelli di stress non più sopportabili che ha portato in alcuni casi anche situazioni di malessere fisico”. Insomma, la situazione non è più tollerabile per i lavoratori dei tre settori che sono “pronti ad agire con iniziative di lotta”.

Francesca Grillo

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