confidenziale

Corsico ha perso il Pallino... quelle bocce che non erano solo un gioco

La Bocciofila Rosa ci scrive raccontandoci del periodo difficile che sta vivendo.

Corsico ha perso il Pallino... quelle bocce che non erano solo un gioco
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Corsico ha perso il Pallino... quelle bocce che non erano solo un gioco.

Corsico ha perso il Pallino... quelle bocce che non erano solo un gioco

Ciao Renato,
E’ tempo che ti volevo scrivere. Seguendo settimanalmente il giornale che viene distribuito nella nostra città, ho trovato il tuo indirizzo mail ed eccomi qui. Ti ricordi “Corsico…nel pallino?”. Era il 2008 quando, con l’apertura della location dell’Antica Posta, a noi della Bocciofila Rosa hai donato quelle belle serate per i festeggiamenti del 75° di  fondazione.

Da allora molta acqua è passata lungo il Naviglio Grande, ma quanto ricevuto non lo abbiamo mai dimenticato. Purtroppo, tra diverse vicissitudini, l’arrivo di questo maledetto Covid 19 ha mischiato le carte della vita.

Il 7 novembre abbiamo perso il nostro presidente, non per Covid, quel Felice insieme al quale abbiamo cercato in tutti i modi di poter portare la nostra Amministrazione comunale (di allora, ndr) ad acquistare il vecchio bocciodromo di via Garibaldi, il Derby Ruote, per poter continuare la nostra vita associativa iniziata nel 1933.

Ora, da 5 anni, dopo aver festeggiato l’85°, abbiamo chiuso l’attività sportiva dopo che per diversi anni, per la mancanza del gioco delle bocce a Corsico, ci si era trasferiti a Milano, in via Fratelli Zoia, con gli amici della bocciofila Paolo Colombo, pur mantenendo la nostra identità. Continuiamo però a far vivere e ritrovarci insieme ai nostri soci con il circolo in via Roma.

Che dire, questa pandemia ha fatto perdere molto della vita associativa e penso che peggiorerà per tutti quei motivi che tu, profondo conoscente di questo mondo, puoi immaginare. Speriamo non sia così, intanto, nel ricordare quei momenti che ci hai dedicato, rinnovo il profondo ringraziamento, un cordiale saluto ed un abbraccio.
Buona vita
Giuseppe Missaglia

La risposta di Renato Caporale

Grazie Giuseppe,
Avevo sposato la vostra causa, il giornale aveva sostenuto il vostro diritto di vivere come un fatto sociale straordinario. La vostra esperienza rimane nel mio cuore e nel cuore di tanti. Certo che ricordo, e ricordo altro ancora. Ricordo le trattative di alcuni del "privato sociale" che, dalla promessa fatta, si sono ritirati; ricordo il nuovo progetto presentato all'Amministrazione comunale, lentamente (e volutamente) caduto nel dimenticatoio.

Ricordo, ricordo, ricordo...

Sai Giuseppe, la bellezza della vostra esperienza non morirà mai, e non per quello che facevate ma per chi lo facevate: quella umana compagnia che rendeva vivi e appassionati alla vita. 85 anni e oltre di cooperazione non possono passare invano. Spero e mi auguro che possa nascere magari per la festa del paese una mostra o qualcosa che abbia il sapore di un grande avvenimento culturale, ad esempio: di una generazione che per passione ha generato e vissuto, non per gioco, una socialità incredibile.

Sì, ricordo Giuseppe, ricordo. Il giornale ha buona memoria scritta, e anche io. Di fatti e misfatti e di grandi promesse che si sono consumate sul “faremo, faremo...” Di un “faremo” mai fatto si può dire confidenzialmente che, in quell'occasione, Corsico aveva il pallino ma non aveva le palle, oggi ha perso anche il pallino. Ci vediamo uno di questi giorni al circolo.

renato.comunicazione@gmail.com

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