PSICODAY

Controllo, identità ferita e vulnerabilità emotiva

Se pensi ti possa essere utile puoi porre un quesito via mail al dott. Fabiano Foschini

Controllo, identità ferita e vulnerabilità emotiva

 

Quando parliamo di femminicidio, non osserviamo solo un gesto estremo, ma la conclusione di un percorso emotivo che inizia molto prima, spesso in modo silenzioso. Le dinamiche violente affondano le radici in identità fragili, cresciute senza un linguaggio che permetta di dare un nome alla paura, alla solitudine o all’inadeguatezza.Molti uomini portano dentro un’eredità emotiva complessa. Fin da ragazzi hanno imparato che mostrarsi vulnerabili non è permesso, che la forza consiste nel trattenere tutto, nel controllare ciò che li circonda pur di non guardare ciò che accade dentro. In un contesto simile, quando una relazione si incrina o quando la partner chiede più libertà, quella richiesta può essere vissuta come uno strappo improvviso, quasi una perdita di identità.A chi osserva dall’esterno può sembrare solo gelosia o bisogno di possesso, ma dentro avviene qualcosa di molto più profondo: la paura di non valere senza l’altro, il timore di scomparire. È da questo spazio interiore, fragile e spesso inesprimibile, che il bisogno di trattenere può trasformarsi in controllo.Non si tratta di giustificare nulla, ma di comprendere che molte forme di violenza nascono da un’indigenza emotiva: uomini senza strumenti, che confondono la dipendenza con l’amore e il dominio con la sicurezza. Da questo terreno, lentamente, possono germogliare comportamenti che precedono l’esplosione finale della violenza.

Il caso di Seregno: quando la paura prende il posto dell’amore

La vicenda di Seregno ci tocca profondamente perché mostra cosa può accadere quando una persona non riesce ad affrontare la fine di una relazione. L’uomo che ha aggredito l’ex moglie, arrivando a pedinarla tramite GPS, non stava solo controllando i suoi movimenti: stava cercando disperatamente di restare dentro una storia che per lui era già crollata, ma che non sapeva lasciare andare.Perfino un messaggio apparentemente innocuo — “Vuoi vedere i figli stasera?” — per lui non era una semplice comunicazione. Era un modo per non perdere il legame, un tentativo di sentirsi ancora presente nella vita di chi lo stava lasciando indietro.Quando si arriva a sorvegliare l’altro, non lo si fa per amore, ma per paura. La tecnologia, in questo caso, diventa il mezzo attraverso cui la fragilità emotiva si trasforma in invadenza. Per alcune personalità, la separazione non è solo un passaggio difficile: è un vero e proprio crollo interiore.Non si perde solo una compagna: si sgretola l’idea di essere indispensabili. È in questa frattura che il dolore può trasformarsi in azioni sempre più pericolose, come se trattenere l’altro fosse l’unico modo per trattenere insieme anche se stessi. 

Prevenire significa educare alle emozioni

La prevenzione non può iniziare quando la violenza è già esplosa: deve cominciare molto prima. Serve insegnare a uomini e donne a riconoscere i segnali precoci, a leggere la frustrazione come una condizione umana e non come una ferita all’orgoglio.Agli uomini va restituito il diritto di sentirsi fragili e di chiedere aiuto; alle donne, la libertà di ascoltare quei piccoli segnali — controllo, gelosia, isolamento- che non hanno nulla a che fare con l’amore.Il caso di Seregno ci ricorda che la violenza non nasce mai dal nulla. La vera prevenzione nasce dal riconoscere che l’amore non è possesso e che il valore personale non può mai dipendere dal controllo su un altro essere umano.

Uno spazio per le vostre domande

Per chi desiderasse condividere un’esperienza personale, porre un quesito o esprimere un disagio, è possibile inviare una mail al dott. Fabiano Foschini all’indirizzo: dott.fabianofoschini@gmail.com

Il dottore esaminerà con attenzione ogni comunicazione e, nei prossimi numeri, offrirà una risposta approfondita dedicando spazio alle vostre domande, ai vostri vissuti e alle vostre riflessioni, sempre nel pieno rispetto della privacy e della sensibilità di ciascuno.

Dott. Fabiano Foschini

Psicologo

334.4231214dott.fabianofoschini@gmail.com