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Confidenziale | Testimonianze dal Meeting di Rimini 2024, alla ricerca dell'essenziale: ci raccontano Maria e Martina

Oggi incontriamo Maria e Martina, il “nostro futuro”, per rispondere alla domanda che ha fatto da titolo all'edizione di quest'anno

Confidenziale | Testimonianze dal Meeting di Rimini 2024, alla ricerca dell'essenziale: ci raccontano Maria e Martina
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Dal ritorno del grande evento Meeting di Rimini 2024, in questo ormai settembre inoltrato, la domanda - la cui risposta è stata ricercata in centinaia d’incontri tra mostre, spettacoli, con la politica e in ogni visibile testimonianze di vita vissuta in opera -, permane, e per renderla viva facciamo un passo indietro di giorni ma anche di anni… in quella nuova generazione in cui spesso facciamo fatica a credere. Eppure sono portatori di visione del futuro per sé e per gli altri. Già allora: “Se non siamo alla ricerca dell’essenziale allora cosa cerchiamo?” Con Michele abbiamo osservato, domandato, cercato in quelle generazioni, che restano i protagonisti del Meeting e sono i giovani. Oggi incontriamo Maria e Martina, il “nostro futuro”. In realtà, osservando nei loro sguardi e ascoltando le loro parole decise, ci accorgiamo che sono il presente: un presente pieno buon senso per chi sa ascoltare, per chi senza troppi ragionamenti sa osservare la realtà dal loro punto di desiderio… che racconta l’essenziale.

Dal Meeting, giorno 22 agosto. Incontriamo Maria e Martina, volontari al Meeting 2024.

“Ciao, io sono Maria e studio giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano, sto lavorando alla ristorazione.

Quanto ti pagano?

Niente, pago io per lavorare, ma è un volontariato.

E questo è il primo anno che vieni?

Cioè, è il primo anno che lavoro. Però vengo qui da quando sono piccola.

È il primo anno che fai la volontaria e dicci che cosa cercavi quando hai deciso? Il titolo del Meeting è “Se non siamo alla ricerca dell’essenziale allora cosa cerchiamo?” Qui ci allacciamo alla domanda: “Che cos’è l'essenziale?”

Ah vabbè, partirò da una citazione del piccolo principe che mi leggeva da piccola mio papà e mi diceva che... L’essenziale è invisibile agli occhi. E quando me lo diceva ero molto piccola e non capivo. E quindi lui per spiegarmi diceva: hai presente il bene che vuoi alla mamma? E dice sì, e mi dice ma quello si vede? Eh, no. Ecco quello è l’essenziale. E quindi fin da piccola ho avuto sempre questa cosa. Ma io non ho capito. E quindi, per farmelo capire, mi faceva questo esempio, quindi per me. “L’essenziale” è sempre stato un sentimento di appartenenza, di essere voluti e di volere.

Poi però, crescendo ho fatto anche altri incontri e quando ero in prima liceo ho partecipato al triduo in gioventù studentesca e lì don Pigi aveva detto: “Io, io Gesù Cristo non l’ho mai visto, ma non posso non riconoscerlo” e quindi mi è venuta un po’ in mente questa frase.

Cerchiamo nei volti della gente il padre di Maria… colui che leggeva alla sua bimba “Il Piccolo principe”, un legame che ha nel tempo fatto la differenza. Già alla ricerca di trasferire l’essenziale della vita, Maria ha festeggiato i suoi diciotto anni in quei giorni. L’essenziale è nella sua personalità, nel legame con Mauro, suo padre, e di certo con sua madre, che abbiamo scoperto si chiama Clara. Bella storia, molto essenziale!

Ma che cos’è l’essenziale per te Martina?

Allora, la domanda è difficile. infatti hanno fatto un Meeting per questo. Cioè, io tuttora non saprei dire che cos’è l’essenziale, però penso che sia ciò a cui si tende, cioè ciò dove si sta, dove io cerco di andare e quindi presentandomi qui, cioè, sto cercando di scoprire e di capire che cosa sia l’essenziale, quindi dove sto cercando di andare e come: questo posto, questo movimento, questi amici possono aiutarmi ad andare incontro qui a questa esperienza che amo e che ancora non ho approfondito, e per me è nuova. Cioè, penso sia un cammino, forse il traguardo di un cammino.

Quindi riprendiamo un attimino questo concetto che l’essenziale e non è visibile agli occhi, una frase grande. Domanda importante questa.

Però allo stesso tempo non è visibile, ma è percepibile, perché sennò allora staremo parlando dell’aria fritta, e quindi è percepibile, ed è quel qualcosa a cui io cerco di rispondere come se fosse la chiamata a cui la mia vita risponde, quindi, come diceva la Maria, è il cammino verso quel quid che ci sta dietro. Che poi l’essenziale per me.

Ce l’hai il moroso? No? Ed è essenziale averlo?

No. Cioè se ci fosse la persona giusta penso che quella persona poi diventerebbe essenziale per la mia vita, però al momento, non in ogni caso sarebbe visibile agli occhi.

Beh, perché?

Certo, c’è la componente fisica, però alla fine ciò che ci tiene insieme non è quello che io sento. C’è anche che se lui avesse un volto diverso, la nostra relazione sarebbe basata su altro. Tutta una serie di motivazioni, quindi vuol dire che siamo alla ricerca. Magari di dare un volto all’essenziale, si può dire così, perché il bisogno che abbiamo è che sia una cosa concreta.

Allora che cosa può essere questa cosa concreta che non è visibile agli occhi?

Sempre più difficile. Per me è una compagnia, cioè sono dei volti, delle persone attraverso cui io posso vedere effettivamente che mi indirizzano verso quello che cerco, per cui è lo stesso motivo per cui io sono qui, perché l’invito mi è giunto dalle persone di cui io mi fido ciecamente.

Allora delle persone che attraverso il titolo di questo meeting che si sta sviluppando, 10mila incontri e 10mila modalità eccetera, è quella lì di condurti, di prenderti e di dare un volto a quello che non è immediatamente visibile. Va bene, siamo d’accordo.

Ma allora, come si fa a vivere l’essenziale? O come si fa a vivere di essenziale Martina?

Secondo me… diciamo seguendo una compagnia affine. Appunto, è sempre un gruppo, degli amici che rispecchiano esattamente ciò che sono, cioè quello che voglio essere e diventare, quello a cui voglio tendere. Ma che magari sono un po’ più avanti di me in questo cammino. Quindi non so, mi vengono in mente adulti o magari anche ragazzi con me che semplicemente hanno fatto un pezzo di strada. E quindi per me vuol dire semplicemente rimanere su questo percorso.

Come si fa a vivere qualcosa che non è visibile agli occhi Maria?

Interessante, questo è Essenziale. Sai allora come si fa a vivere cercando una cosa in cui si è ciechi? C’è qualcuno che guida, però, eh no vabbè, però non è scontato.

Esatto, il piccolo Principe, come fa? Lui fa degli incontri perché viaggia sui pianeti e incontra tante persone diverse che li abitano. Per esempio io e Martina abbiamo condiviso l'esperienza di gioventù studentesca, in cui abbiamo avuto una professoressa di educazione fisica che è stata molto importante nel nostro cammino. E quindi lei è stata un esempio, anche perché, come ha detto prima Renato, “facciamo filosofia,” anche lei ce lo diceva sempre, perché noi facevamo il liceo classico e ci perdevamo molto nei nostri discorsi. Invece era molto terra terra. Quindi lei è stata fondamentale per indicare, per valorizzare la quotidianità, la realtà così com’è, senza invece vivere nei nostri schemi che alla fine erano una riduzione della realtà, perché erano tutti campati all’interno della nostra mente.

Allora ultima domanda, dovete rispondere tutte e due. Perché se tu parli dell’essenziale, tutti pensano che dico lo stretto necessario.

Martina: Per me avere l’essenziale, quindi non avere più bisogno di nient’altro, cioè avere tutto, eh? Cioè io ho la piena consapevolezza, arrivo ad avere la piena consapevolezza di dire: “Questi sono stati fatti per me, sono state messe per me, quindi di affrontarle nella maniera più serena. Per me essenziale è serenità davanti alla vita e la consapevolezza che tutto quello che c’è e mi è stato messo davanti è per me.

E quindi che “cioè”?

Eh, è tutto, cioè non so come spiegarlo. Qualcuno ha già scritto di me e quindi la serenità di accettare tutto. Per me quello è raggiungere l’essenziale, che non vuol dire un atteggiamento passivo, per cui va bene tutto quello che succede, amen; cioè, arrabbiarsi certo, ma poi riuscire a dire che adesso vado avanti.

Ci ricordi cosa fai nella vita?

Ah, si. Studio fisica alla statale.

Maria per te la scoperta del senso dell’essenziale è nata dall’ascolto del Piccolo principe, come provocazione che tuo papà ti ha fatto, sottolineando quell’essenziale è invisibile agli occhi

Sì, Renato è questo. La seconda cosa che io comunque ho percepito importante per la mia vita. Qualcosa che corrisponde al mio cuore e quindi la seguo e la cerco. Se questi sono i punti salienti che dobbiamo fare, perché deve rimanere la curiosità di scoprire che cos’è? Poi l’altra cosa più importante che abbiamo chiamato banalmente “il fatto che il tutto, che l’essenziale, quello vero, non ti fa aver bisogno d’altro perché ha già dentro tutto”.

Un saluto pieno di gratitudine per avere conosciuto Maria e Martina, una nuova generazione “già e non ancora” pronta a conquistare il mondo.

Renato Caporale – Michele Inserrato

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