la rubrica

Confidenziale | Citazioni e discorsi nella bocca di tutti… è solo dottrina

A cura di Renato Caporale

Confidenziale | Citazioni e discorsi nella bocca di tutti… è solo dottrina
Pubblicato:
Aggiornato:

Mentre i Re Magi sono appena arrivati a completare il “presepe”, i discorsi di fine anno colpiscono, affondano ma lasciano troppo spesso il tempo che trovano… Ma di quali discorsi parliamo? Del Papa? Anche! Del Presidente della Repubblica? Anche! Del presidente del consiglio? Anche (in attesa di ascoltarlo)! Il tema? È la pace, non la guerra. Sempre più un fatto economico, così il tutto diventa una bella misera prospettiva… Mi manca però qualcosa... Ops, il prete che tra una messa e l’altra incanta migliaia di fedeli con un sottofondo da pelle d’oca: “Tu scendi dalle stelle…o re del cielo”.

I messaggi di auguri

Nel mentre, migliaia di messaggi di auguri invadono il web nei dieci, quindici gruppi di WhatsApp con auguri di ogni dove: scritti e discorsi di ogni provenienza, citazioni di santi, martiri, cantautori (diventati anche loro super eroi), citazioni e discorsi per ogni chi e per ogni dove. Il tutto diventa dottrinale, miseramente dottrina, e non c’è nulla che trafigga la carne che ti solletichi le ossa, che ti cambi il cuore… E così il vicino di casa rimane sempre quel pirla, il vicino di sedia in chiesa non mi piace, il collega di lavoro resta il ruffiano aziendale e così via per il Capodanno e l’Epifania… La festa è finita, andate in pace.

Qualcosa in tutto questo ci manca, ma cosa?

Cerco di non ricorrere alla conveniente “citazione” che mi risolve il problema, per dirlo con le mie parole, pensando che se manca a me possa mancare a molti altri come me. Mi rendo conto che sempre meno riesco ad essere “vero con me stesso”, a giudicare il mio quotidiano; il mio stare con gli altri, con il mio stato di salute, il mio rapporto con mia moglie, figli o nipoti… Mi manca la forza e il coraggio di ascoltare quei tanti bellissimi discorsi e citazioni, che sono la vita di un altro, con l’unica idea di confrontarmi, di mettermi di fronte realmente con quello che un altro dice.

Nel tentare il cambiamento di me prima ancora che degli altri. Ma quello che mi manca di più è riconoscere in modo convinto, deciso e con forza che “io sono fatto da un altro”, dichiarando apertamente: “Signore sei tu che mi fai”. Ogni volta che riesco seppur minimamente a dichiararlo mi sento così vero con me stesso da “non avere paura di nulla, pur non avendo niente”. Solo questo, mi rendo conto, mi aiuta a cercare, in ogni singolo discorso di ogni singola provenienza, quello che più in assoluto “è rivolto a me,me stesso”. E allora riesco in quella Santa messa a cercare il vicino e con uno sguardo nuovo e dire convinto, deciso: la pace sia con te. E magari aspettarlo fuori per un caffè in compagnia.

renato.comunicazione@gmail.com

Seguici sui nostri canali