Confidenziale | Carmelo: nell’Appartenenza ha scoperto l’Essenziale... l’opera Carmelo Caporale presente al Meeting
Nel dicembre 1994 è stata costituita un’Associazione denominata Opera Carmelo Caporale "per conservare viva e nobile memoria di Carmelo"
Carmelo: nell’Appartenenza ha scoperto l’Essenziale... l’opera Carmelo Caporale presente al Meeting
Sempre confidenzialmente, non potevo non dedicare uno spazio per annunciarvi che l’Opera Carmelo Caporale sarà presente con il patrocinio culturale del Comune di Buccinasco, al Meeting per l’amicizia tra i popoli che si svolge a Rimini dal 20 al 25 agosto, al padiglione A4.
Quanta nostalgia e bellezza ha lasciato Carmelo, fratello, amico e mentore della mia vita e della vita di tantissima altra gente. Il tema del Meeting sembra scritto con un pensiero a Carmelo e di quanti hanno generato la "sua opera": "Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?".
Di Carmelo ha scritto Don Luigi Giussani alla sua morte
Ecco, la vita di Carmelo in tutta la sua benevola drammaticità è stata la ricerca dell’Essenziale, punto di ristoro e scoperta a cui la Madonna l’aveva accompagnato e a cui ha risposto: "sia fatta la tua volontà". Di Carmelo ha scritto Don Luigi Giussani alla sua morte (che aveva conosciuto Carmelo, qualche tempo prima):
"…così Carmelo non è un ricordo, ma compagno presente a sostegno e consiglio ogni giorno della nostra vita, e profeta autentico del cammino di tutto il popolo della Chiesa".
Per raccontare tutta questa bellissima storia, a trenta anni dalla sua morte e dalla nascita dell’associazione che porta il suo nome, non potevamo non essere testimoni (al Meeting così come in altri luoghi) di come Carmelo ha vissuto dentro un’appartenenza la ricerca dell’Essenziale.
Lascio ad Elisabetta Iuliano il compito di raccontare della presenza al Meeting dell’associazione, oltre al link al sito www.operacarmelocaporale.org/
Renato Caporale
"A Buccinasco, alle porte di Milano, è da 30 anni che l’Opera Carmelo Caporale si occupa di fare compagnia a malati e anziani. Cosa ci ha permesso di andare avanti? Di star di fronte al desiderio dei nonni e dei malati, alle loro fatiche e alla solitudine? Carmelo, dalla cui vita e morte è nata l’associazione che porta il suo nome, ci ha insegnato che condividere un bisogno è ciò che dà senso alla vita".
Ma chi era Carmelo?
Ecco alcuni spunti tatti dal libro di Emy Serio Vita di Carmelo Caporale. Ho visto l’ippopotamo mettere le ali (edizione Itaca - libreria presente al Meeting):
"Carmelo Caporale nasce il 10 marzo 1947 (a Paradisoni di Briatico) in un piccolo paese della Calabria. Da mamma Concetta e papà Giuseppe. Terzo di sei figli. Una famiglia semplice e umile in cui si respirano i valori cristiani. All’età di quattordici anni, al termine della scuola media, segue la famiglia immigrata a Milano, dove trova lavoro come tornitore in un’azienda metalmeccanica. All’età di sedici anni, vissuti con quella voglia di vivere tipica di un’età in cui iniziano i sapori dell’avventura, qualcosa di nuovo e drammatico accade.
Una forma poliomielitica costringe Carmelo, ormai immobile, su una sedia a rotelle. Una circostanza che solo molti anni dopo si riconoscerà come buona. Un viaggio a Lourdes e l’incontro con l’avvenimento cristiano attraverso l’amicizia con alcuni giovani di Comunione e Liberazione, sono il segno che il Signore ha preparato per Carmelo grandi cose. Anni di intenso abbandono al volere di Dio vedono nascere e crescere intorno a Carmelo avvenimenti di una straordinaria umanità. La sua fede, il suo sguardo positivo sulla realtà dentro la sequela a Cristo, conducono tutti coloro che si avvicinano alla sua storia a sentirsi parte di un lieto avvenimento che introduce alla scoperta della santità come perfezione umana esperienza che Carmelo testimonia non dipendere dalle circostanze, ma dall’amore a Cristo.
Dopo un po' di anni la situazione fisica si aggrava, inizia a comparire un’insufficienza renale. E Carmelo è costretto a sottoporsi alla dialisi. Dopo un inizio molto faticoso e duro, grazie all’aiuto dei suoi amici e della sua famiglia, ridice il suo sì e accetta la sua situazione come parte della sua vocazione. Saranno quattro anni intensi e ricchi di incontri.
Fino a quell’8 di gennaio del 1994 quando Carmelo fa ritorno alla Casa del Padre. Da quella pienezza di vita nasce il desiderio nelle persone che l’hanno conosciuto di continuare la sua missione.
L'associazione nata nel suo nome nel 1994
Nel mese di dicembre del 1994, è stata costituita un’Associazione denominata Opera Carmelo Caporale "per conservare viva e nobile memoria di Carmelo e raccogliere con devozione anche i più piccoli frammenti della sua vita come reliquia di un purissimo testimone della grazia di Dio tra gli uomini".
Imitando la modalità con cui Carmelo accoglieva le persone in tutta la loro interezza, queste parole sono diventate il cuore dell’esperienza dell’Opera Carmelo Caporale. L’Associazione non ha scopo di lucro e si prefigge di sostenere particolari situazioni di bisogno che vengono segnalate e che riguardano in modo particolare persone con malattie permanenti o in fase terminale. Da 30 anni l’opera si occupa di far compagnia gratuita a malati e anziani del nostro paese. Ciò che ci interessa proporre è un’amicizia attraverso la quale guardare la propria condizione di fragilità con amore e cura. Da oltre vent’anni con una cinquantina di nonni e nonne ci troviamo ogni venerdì in un salone della parrocchia dedicato a Carmelo per passare un pomeriggio insieme: cantiamo, preghiamo, facciamo festa, amiamo dire che "ci facciamo compagnia", sperimentando la bellezza della vita vissuta nella fede.
Lasciamo parlare i nostri "nonni"
"Il venerdì per me è un giorno speciale. Io ci penso dal primo giorno della settimana, da lunedì inizio a pregare che non piova. Orami sono alle porte dei 90 anni e inizio un po’ a crollare, ma non voglio perdermi nemmeno un venerdì, cancello qualsiasi impegno e lascio il pomeriggio libero per andare in associazione: lì ho la possibilità di incontrare tanti amici, di dialogare con persone che condividono le tue ferite, la tua solitudine. Questi amici ti ricordano che solo il Signore può abbracciare e salvare la nostra condizione".
(Maria)"L’incontro del venerdì per noi è come una domenica di festa, ci prepariamo bene perché vogliamo essere felici, essere belle. Dimentichiamo le preoccupazioni e andiamo a casa serene". (Luisa)
"Questa esperienza riempie non solo i nonni ma anche e soprattutto i volontari Ogni venerdì è sempre diverso ma non per il fatto che facciamo cose nuove ma perché la nostra compagnia non è mai uguale. Mi sorprendo, come oggi, di incontrare e conoscere di più una nostra amica o un nostro amico perché l’ho guardato sorprendendo una luce che non avevo visto altre volte. E torno a casa lieta". (Anna)
Elisabetta Iuliano.