La cerimonia in ricordo di Falcone e della sua scorta FOTO
Tutti si sono rivolti ai ragazzi, agli studenti dell’Omnicomprensivo di Corsico. Hanno parlato a loro, perché “la memoria serva di insegnamento per il futuro”.
La cerimonia in ricordo di Falcone e della sua scorta.
La cerimonia in ricordo di Falcone e della sua scorta
CORSICO – Tutti si sono rivolti ai ragazzi, agli studenti dell’Omnicomprensivo di Corsico. Hanno parlato a loro, perché “la memoria serva di insegnamento per il futuro”. La scorta del giudice Giovanni Falcone, saltata in aria nella strage di Capaci il 23 maggio del 1992, non va dimenticata, e a Corsico non è stata dimenticata.
Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
I loro nomi sono incisi nel marmo, nelle colonne, forti come loro, che sono state costruite in loro memoria nel largo Quarto Savona 15. Persero la vita insieme a Giovanni Falcone e alla moglie Francesca Morvillo, sotto le esplosioni delle mani vili di Cosa Nostra. A Corsico la scorta del giudice non si dimentica, e non si vuole dimenticare.
Le parole del sindaco Errante
“Non erano comparse, ma persone morte nell’esercizio del loro dovere – ha detto il sindaco Filippo Errante –. Ora, il nostro, di dovere, è continuare l’impegno civile di questi grandi uomini”. Una cerimonia iniziata con la posa della corona di fiori al monumento e le note del Silenzio. Poi, i relatori hanno proseguito la manifestazione, presentata dalla giornalista Francesca Santolini, nel piazzale vicino.
Il vice commissario Carbone
Ha parlato il sindaco Errante, primo sostenitore della “necessità di ricordare”. Poi il vice dirigente del commissariato di polizia Lorenteggio, il vice commissario Amedeo Carbone. Anche lui si è rivolto ai giovani, parlando di “memoria e rispetto. Non c’è eroismo nella criminalità, bisogna scegliere sempre da che parte stare”. Da che parte stare. Lo hanno ripetuto tutti.
Le dirigenti dell'Omnicomprensivo
Anche le due dirigenti: Silvia Bassi del Vico e Maria Vittoria Amantea dell’istituto Righi-Falcone. “Ricordiamo il passato per costruire il futuro – ha detto Silvia Bassi –, per insegnare a voi ragazzi cosa è successo e creare adulti più consapevoli. Non c’è solo la criminalità organizzata, ma anche la mentalità mafiosa”.
Sullo stesso punto, anche la preside Amantea: “Il bullismo, per esempio, è il primo passo di un comportamento mafioso, scorretto, vile. Noi ci siamo, ci siamo sempre stati e posso garantire che ci saremo sempre. Bisogna stare uniti: solo insieme si combatte la mafia”.
L'assessore di Cesano Rubichi
Unione come valore aggiunto nella lotta alla mafia, anche per l’assessore Mara Rubichi, che ha sottolineato “l’importante presenza oggi di tutti i rappresentanti civili e delle istituzioni. Bisogna comportarsi con onore e convinzione in una lotta che deve essere unita. Come diceva Impastato, la mafia è una montagna di merda”.
Burgazzi per Assago
Mario Burgazzi, assessore ad Assago, ha preso come esempio il Giro d’Italia, “la stessa fatica che fanno i corridori per raggiungere la cima, con determinazione, è un po’ la lotta che dobbiamo affrontare nel quotidiano. Tre parole devono essere il nostro obiettivo: memoria, cultura, onestà”. Tanti hanno parlato del passato per preservare il futuro.
Il sindaco Pruiti
A parlare del presente, ci ha pensato il sindaco di Buccinasco Rino Pruiti, che ha messo in evidenza come “i nostri territori sono ancora penetrati dalla ‘ndrangheta: le operazioni di carabinieri, polizia e magistratura ci dicono che la ‘ndrangheta qui c’è ancora. Il 23 maggio io lo giudico un episodio di guerra. Una guerra che è ancora in corso e bisogna scegliere in quale barricata posizionarsi. Dalla parte dello Stato, dei buoni, dei giusti, o da quella dei mafiosi. È compito vostro – si è rivolto ai giovani – proseguire questa battaglia, perché è una guerra che deve essere vinta. Non solo con la memoria, ma anche con l’esempio”.
Presenti tutte le Forze dell'ordine
Un esempio dato anche dalla presenza compatta delle forze dell’ordine, dalla polizia locale alla guardia di finanza, passando per la polizia fino ai carabinieri, rappresentati dal capitano della compagnia di Corsico Pasquale Puca e dal maresciallo Massimo Barbato. Sole caldo, ma i ragazzi resistono, ascoltano ogni intervento e ne assorbono tutte le parole. Parole che sono appelli, reclutamenti di buonsenso in una guerra che ha preso altre forme e contaminazioni.
I ragazzi sono il futuro, è vero, ed è a loro che si lascerà il testimone della battaglia contro ogni mafia. Ma gli adulti sono il presente e scelgono anche loro in quale barricata stare, ogni giorno. Non sono scelte difficili, bisogna avere coraggio, certo. Ma è un coraggio che fa vivere la vita degna di essere vissuta. Falcone lo aveva detto, lo ripeteva, come un mantra. “Basta che ognuno faccia il suo dovere”.
Francesca Grillo