la cerimonia di inaugurazione

Casa Renata Fonte: da villa di 'ndrangheta a sostegno per i familiari dei pazienti ricoverati

E ora sarà un luogo di aiuto, di sostegno, anche psicologico, per i familiari dei pazienti ricoverati in ospedale.

Casa Renata Fonte: da villa di 'ndrangheta a sostegno per i familiari dei pazienti ricoverati
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Inaugurata a Trezzano sul Naviglio Casa Renata Fonte: da villa sequestrata alla famiglia Loiero nella sua seconda vita è stata affidata alla Parrocchia di San Lorenzo  e ora ospiterà i familiari delle persone ricoverate negli ospedali milanesi.

Casa Renata Fonte: da villa di 'ndrangheta a sostegno per i familiari dei pazienti ricoverati

TREZZANO SUL NAVIGLIO - Sarà un luogo di aiuto, di sostegno, anche psicologico, per i familiari dei pazienti ricoverati in ospedale. Si chiama “Casa Renata Fonte” la villa confiscata alla criminalità organizzata e restituita alla collettività per uso sociale.

La villa è stata sequestrata alla famiglia Loiero

L’immobile apparteneva alla famiglia Loiero, finita nelle carte dell’inchiesta Mar Ionio che ha messo in luce traffici di droga e soldi della ‘ndrangheta. Ora quella villa, sequestrata insieme a beni per milioni di euro, è stata affidata alla Parrocchia di San Lorenzo di Trezzano, guidata da Padre Paolo Formenton.

All'inaugurazione anche il prefetto di Milano

L'immobile è stato trasformato grazie al lavoro dei ragazzi dei campi estivi organizzati da Libera e da Una Casa anche per Te di don Massimo Mapelli, presente all’inaugurazione insieme a Lorenzo Sanua, referente di Libera Sud Ovest. Al taglio del nastro c’era anche il prefetto di Milano Claudio Sgaraglia:

“Una giornata importante – ha evidenziato il prefetto –: togliere un bene alla criminalità e assegnarlo, restituirlo alla collettività ha un valore simbolico, il segno della legalità e della privazione della ricchezza economica alla mafia. Ha un valore anche etico e dimostra come lo Stato intervenga e vinca contro l’illegalità. Un modo per far capire soprattutto ai ragazzi l’importanza di queste azioni. La Prefettura è vicino alle amministrazioni affinché questi beni vengano utilizzati per uso sociale, con tavoli di lavoro con sindaci e terzo settore. Un recente protocollo della Regione ha mappato i beni confiscati: la Lombardia è la quarta regione per beni confiscati. Bisogna continuare su questa direzione, anche con le attività di prevenzione e le interdittive in collaborazione con le forze dell’ordine”.

Il sindaco Bottero ha ringraziato i ragazzi dei campi estivi per il grande lavoro

L’importanza dell’inaugurazione è stata sottolineata anche dal sindaco Fabio Bottero che ha ripercorso dieci anni di confische e riassegnazioni di beni sul territorio, ringraziando i giovani dei campi di lavoro estivi per le attività.

“Dobbiamo essere uniti – ha espresso Bottero –, mi fa piacere vedere diverse forze politiche, a dimostrazione che su questi temi si può stare solo dalla stessa parte. L’assegnazione è stata decisa grazie a una raccolta di idee di cittadini e associazioni. Ora questo bene sarà un aiuto concreto per chi ha bisogno”.

Stesso concetto sottolineato da Padre Paolo e da don Mapelli. La casa seguirà un progetto, con referente Giancarlo Gozzi, per assicurare una presenza costante e un aiuto anche psicologico per i familiari dei pazienti.

Emozionanti le parole della figlia di Renata Fonte, Viviana Matrangola che ha evidenziato “il potere dei simboli contro i simboli del potere”.

Presente anche il consigliere di Città metropolitana Pruiti

“Queste iniziative sono un esempio, siamo sempre orgogliosi di recuperare i beni confiscati – ha detto il consigliere di Città metropolitana con delega alla Legalità e sindaco di Buccinasco Rino Pruiti –, non sempre è facile per gli amministratori, ma dobbiamo continuare a batterci per liberare questi beni”.

Lorenzo Sanua ha ricordato i valori di legalità

“Renata Fonte – ha concluso Sanua – ci ha insegnato il coraggio di denunciare e di fare la propria parte. Un messaggio che arriva anche ai ragazzi: Clara, giovane componente del Consiglio comunale dei ragazzi di Trezzano, ha scelto il nome dell’intitolazione, proprio perché colpita dal coraggio di Renata. Partiamo da loro, dai giovani, per portare avanti questi valori di legalità”.

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