Carmela Rozza, come ripartire con la Fase 2

Una falsa ripartenza sarebbe un colpo mortale per le attività economiche già fortemente compromesse, dice la consigliera regionale del Pd.

Carmela Rozza, come ripartire con la Fase 2
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Carmela Rozza, come ripartire con la Fase 2.

Carmela Rozza, come ripartire con la Fase 2

MILANO - Riceviamo e pubblichiamo le parole di Carmela Rozza, consigliera regionale del Pd, riguardo alla fase 2:

Partire con il piede giusto per l'economia

È molto importante valutare con attenzione come attuare la fase 2. Una falsa ripartenza sarebbe un colpo mortale per le attività economiche, già fortemente compromesse, e l’economia in generale e creerebbe un forte disagio nei cittadini. Non si può correre il rischio di vanificare i sacrifici fin qui fatti da famiglie e imprese, ormai in condizioni di precarietà economica, con una ripresa fragile e discontinua”, lo dice Carmela Rozza, consigliera regionale del Pd, presentando il suo progetto per gestire il coronavirus.

La gestione dei rischi da contagio

“Affinché il processo sia graduale e costante è necessario approntare fin d’ora un piano di sanità territoriale che garantisca, nella fase della cosiddetta convivenza, procedure corrette per la gestione dei rischi da contagio – spiega Rozza –. Occorrono subito i test diagnostici sul personale sanitario, sui casi di infezione respiratoria acuta nelle Rsa e in altre strutture di lunga degenza, sugli operatori dei servizi di soccorso ed emergenza, sui soggetti vulnerabili e su coloro che vivono in comunità chiuse. Bisogna avviare un piano di sanificazione di tutti gli edifici adibiti a Rsa e approntare una riconversione degli ospedali verso un assetto tradizionale, individuando strutture Covid dedicate”.

Essenziale sarà l’assistenza territoriale

Per la consigliera saranno essenziali, ancor più nella ripartenza, la medicina e l’assistenza territoriale: “La convivenza con una situazione di contagio richiede un’attività di diagnostica e assistenza al domicilio e un’accurata azione di controllo sanitario sui lavoratori di esercizi commerciali, uffici pubblici e tutte le attività economiche che ripartono. Imprescindibile poi il monitoraggio delle realtà abitative a maggior rischio come le case popolari e tutte le situazioni di disagio sociale ed economico”.

Dispositivi per tutti i medici di famiglia

Per questo serve fin da subito dare ai medici di famiglia tutti i dispositivi e le dotazioni strumentali, mettendoli in rete con una piattaforma di telemedicina; potenziare le Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale che seguono i pazienti Covid a domicilio; rafforzare le risorse umane dei dipartimenti di prevenzione e dei servizi di medicina del lavoro; incentivare lo sviluppo dell’aggregazione dei medici di famiglia in cooperative che possano meglio gestire la presa in carico dei pazienti cronici e il potenziamento delle cure al domicilio.

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