Buoni spesa: scoppia la polemica. Solo Esselunga ed Emporio hanno aderito

Da lunedì saranno distribuiti i primi 164 buoni. In settimana saranno smistate le altre richieste.

Buoni spesa: scoppia la polemica. Solo Esselunga ed Emporio hanno aderito
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Buoni spesa: scoppia la polemica. Solo Esselunga ed Emporio hanno aderito

Buoni spesa: scoppia la polemica. Solo Esselunga ed Emporio hanno aderito

CESANO BOSCONE – Polemica nelle modalità e nella gestione dei buoni spesa in città.

I consiglieri Raimondo e Sanfelici

Da una parte, c’è chi lo definisce “un flop”, come i consiglieri di Fratelli d'Italia Simona Sanfelici e Fabio Raimondo: “Apprendiamo dal sindaco che l’unico esercizio commerciale presso il quale i cesanesi potranno utilizzare i buoni spesa del Governo è l’Esselunga di Corsico. A parte l’Emporio della Solidarietà - che ancora una volta si conferma sensibile alle necessità di chi è in difficoltà - nessun supermercato o negozio di generi di prima necessità ha aderito all’appello del Comune”. Secondo i consiglieri, è da ricondurre alla richiesta del Comune di aumentare la capacità di spesa del 15% per le famiglie in difficoltà “In occasione della pubblicazione del bando – ancora i consiglieri – avevamo fatto presente che l’imposizione da parte dell’Amministrazione comunale di aumentare il valore del buono di almeno il 15% avrebbe penalizzato cittadini e piccoli esercizi commerciali. In più, come noto, il Dpcm in vigore consente gli spostamenti per la spesa fuori dal Comune solo laddove il proprio Comune non disponga di punti vendita, e non è il caso di Cesano Boscone, o nel caso si abiti in prossimità del supermercato. Riteniamo però che l’utilizzazione del buono spesa rientri tra i motivi di necessità e assoluta urgenza per i quali è possibile derogare al divieto. Unico accorgimento: in caso di controllo, fate presente alla polizia locale di Corsico o ai carabinieri che il sindaco di Cesano Boscone non è stato in grado di far aderire nessuno degli esercizi commerciali del nostro territorio”.

Il sindaco Negri

La replica arriva dal primo cittadino che difende la scelta di aumentare del 15% il valore della spesa. “Quando si parla di buoni spesa, si intende un provvedimento di natura sociale, non di sostegno alle realtà commerciali. La richiesta di chiedere uno sconto di almeno il 15% è una condizione che va nella direzione di aumentare il potere d'acquisto delle famiglie beneficiarie. Non che risolva i problemi, ma sono ben soddisfatto che - grazie alla disponibilità di chi ha aderito - si possa aggiungere ancora un pezzo alla spesa delle persone in difficoltà (dai 30 ai 75 euro). È evidente che con uno sconto di questo tipo nessuna realtà commerciale riesca ad avere particolari margini: non solo i negozi di vicinato, ma anche le grandi strutture, come dimostrato dal fatto che solo una, al momento, ha deciso di partecipare. Ma la logica deve essere per tutti quella sostegno, dell'aiuto. E torno a dire, della responsabilità sociale di impresa. Non del profitto, almeno su questa fetta. Stiamo studiando iniziative per sostenere il commercio locale e le metteremo in campo nelle prossime settimane. Nessuna di queste passa però dai buoni-spesa per le famiglie in difficoltà”.

I dati

Secondo i dati forniti dal primo cittadino, sono 453 le domande presentate per i buoni spesa. Il 60% presenta errori o mancanze nella compilazione: gli uffici provvederanno in questi giorni a richiamare le famiglie. A disposizione di chi compila la domanda c'è un supporto comunale. Da lunedì saranno distribuiti i primi 164 buoni. In settimana saranno smistate le altre richieste. Per evitare che qualcuno ceda il proprio buono, saranno fatte delle verifiche su chi si presenta ai supermercati (Esselunga o Emporio) con ufficio predisposto. Un altro dato importante: molte delle persone che hanno presentato domanda non è conosciuta ai servizi sociali. Si tratta quindi di famiglie che si sono trovate in difficoltà a causa della crisi da coronavirus.

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