Area cani senza recinzione: ci pensano i cittadini di Cesano Boscone a sistemarla

Il sindaco Negri parla di ritardi causati dalla burocrazia.

Area cani senza recinzione: ci pensano i cittadini di Cesano Boscone a sistemarla
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Area cani senza recinzione: ci pensano i cittadini di Cesano Boscone a sistemarla.

Area cani senza recinzione: ci pensano i cittadini di Cesano Boscone a sistemarla

CESANO BOSCONE – Quella rete nell'area cani mancava da troppo tempo, tra via Verdi e via Donizetti. Una situazione che i proprietari dei cani non tolleravano più: un’area dedicata agli amici a quattro zampe dimenticata, con la recinzione ormai a pezzi che rendeva praticamente inutilizzabile la zona. Ma i cittadini non si sono persi d’animo e hanno recuperato reti e attrezzi per sistemarla, da soli. “Un’area lasciata in preda al degrado da anni – sottolineano i cittadini –. Chi fa da sè fa per tre: grazie ai cittadini che con fatica, sudore e propri mezzi hanno sistemato la rete. Magari un domani l’Amministrazione si ricorderà anche di questo posto, nel frattempo facciamo da soli”, racconta uno dei frequentatori dell’area, stanco di aspettare un intervento dell’Amministrazione che latita.

Il sindaco Negri

Ma una spiegazione c’è: “Capisco l’amarezza, ma sulla riqualificazione di molte aree cani, tra cui questa, l'Amministrazione ha destinato quasi 200mila euro nel bilancio 2015 – commenta il sindaco Simone Negri –. Tanti soldi e, ve lo assicuro, siamo i primi a voler vedere i lavori”. Ma c’è la burocrazia di mezzo: “Dalle verifiche per l’affidamento dei lavori, è emerso che l’impresa vincitrice aveva una cartella esattoriale aperta di 11mila euro e secondo le linee guida bisognava escluderla”, prosegue Negri. Detto fatto, ma l’azienda fa ricorso al Tar.

Ritardi causati dalla burocrazia

Si arriva a novembre 2017: tutto bloccato in attesa che il tribunale amministrativo si possa pronunciare. È il 2018 ormai e il Tar giudica infondato il ricorso, consentendo al Comune di ripartire affidando alla seconda classificata gli interventi. Passano altre settimane, ma l’azienda deve ancora capire se le conviene accettare (sono passati ormai tre anni da quando l’azienda si era offerta per l’incarico). Alla fine, “decide di accettare. Gli uffici hanno determinato l’affidamento e nei prossimi giorni dovremmo firmare il contratto. Da quel momento l’impresa avrà novanta giorni per concludere i lavori”. Insomma, ritardi causati dalla burocrazia, ma anche dal fatto che “non siamo nelle condizioni di fare piccoli lavori di ripristino –   ammette Negri –, non avendo praticamente più una squadra di manutenzione ma dovendo affidare quasi tutti i lavori all’esterno”.

Francesca Grillo

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