Addio al professore Nicola Dioguardi, fondatore di Humanitas

Si è spento a 98 anni l'epatologo celebre al mondo, direttore scientifico emerito della Clinica.

Addio al professore Nicola Dioguardi, fondatore di Humanitas
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Addio al professore Nicola Dioguardi, fondatore di Humanitas.

Addio al professore Nicola Dioguardi, fondatore di Humanitas

ROZZANO – Aveva quasi 98 anni Nicola Dioguardi a cui spetta il merito di aver fondato la clinica Humanitas di Rozzano, dove ricopriva ormai da tempo il ruolo di direttore scientifico emerito. Era un epatologo celebre al mondo, “lo ricordiamo con affetto e stima”, fanno sapere da Humanitas.

Una vita dedicata ai pazienti

Un uomo che ha dedicato “tutta la sua vita alla cura dei pazienti. Uno scienziato e un uomo che sapeva guardare in profondità cose e persone”, proseguono. Barese con origini anche friulane, era nato nel 1921 e si era trasferito a Milano nel 1949. Era sovrintendente scientifico dell’ospedale e medaglia d’oro nel 1949 ai Campionati del mondo di scherma a Parigi. Rigoroso e poliedrico, è stato un ricercatore di fama mondiale e una eccellenza nel panorama della didattica universitaria. Ha inoltre fondato e diretto il Laboratorio per lo Studio delle Misure Metriche in Medicina, sostenuto dalla Fondazione “Michele Rodriguez”.

Un'impostazione del lavoro innovativa

“La sua innovativa impostazione del lavoro ha proposto l’applicazione alla Medicina, ed in particolare all’Epatologia, della geometria frattale, disciplina matematica in grado di misurare i corpi irregolari come le strutture epatiche e le cicatrici (isole di collagene) che derivano dalle loro lesioni – raccontano da Humanitas –. Osservate al microscopio, queste si arricchiscono di particolari con forme che cambiano ad ogni ingrandimento, quando emergono nuovi particolari irregolari. In Humanitas, con il team del Laboratorio per lo Studio delle Misure Metriche in Medicina, da lui fondato e diretto dal 2001, ha lavorato per anni al prototipo di una macchina in grado di fare descrizioni istologiche metricamente esatte di preparati bioptici epatici, con hardware e software dedicati, l’Histological Metriser”.

La sua eredità

Una moglie, che amava molto e che considerava sua mentore, due figli e tre nipoti. “La sua educazione umanistica – prosegue il ricordo il personale di Humanitas – gli ha fatto raccogliere alcuni suoi scritti in un libro dal titolo “Lettere al Cardinale”: una serie di confessioni laiche su tematiche d’attualità e di suo interesse – dalla città di Milano all’Università, dalla trasformazione della Medicina alla necessità di rapportarsi ai malati con amore – rese al Cardinale Carlo Maria Martini”.

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