complimenti dottore!

A settant’anni una laurea in storia! La tesi? Origini della mafia al nord (congratulazioni dott. Facchetti!)

L'entusiamo e l'impegno con cui Attilio Facchetti a sessantaquattro anni si è iscritto all’università degli Studi di Milano ci insegna che c'è sempre tempo per realizzare i propri sogni

A settant’anni una laurea in storia! La tesi? Origini della mafia al nord (congratulazioni dott. Facchetti!)
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Non è mai troppo tardi per laurearsi perchè c'è sempre tempo per realizzare i propri sogni: questo deve aver pensato Attilio Facchetti, quando a 64anni si è iscritto al corso di laurea di storia all'università degli Studi di Milano. E ora, dopo un lunghissimo e accurato lavoro di ricerca per la sua tesi sul radicamento della mafia a Trezzano ha raggiunto l'importante obiettivo della sua laurea!

A settant’anni una laurea in storia! La tesi? Origini della mafia al nord (congratulazioni dott. Facchetti!)

TREZZANO SUL NAVIGLIO  - "Quando si parla di universitari fuori corso generalmente si pensa a 25-30enni benestanti che preferiscono la bella vita all’inserimento nel mondo produttivo.

Considerazioni che a volte vengono però smentite dai fatti, da esempi di persone di media età che per motivi di lavoro o di semplice volontà personale decidono di togliere dagli scaffali vecchi e impolverati libri per riprendere gli studi e dare esami per ottenere quella laurea alla quale avevano rinunciato in precedenza.

Sino a qui ci troviamo al cospetto della normalità ma ci si potrebbe trovare anche di fronte a dei fuori corso che non sono né giovani svogliati benestanti, né uomini o donne di media età alla ricerca di una collocazione lavorativa migliore o presi dalla voglia di riprendere quegli studi abbandonati inconsciamente.

Un fuori corso un po' "attempato"

Infatti, la storia che stiamo per raccontare rappresenta la meravigliosa realtà di un fuori corso un po' "attempato". Lui è un settantenne che a sessantaquattro anni decise di frequentare l’università degli Studi di Milano per ottenere quello che per anni ha rappresentato il suo sogno: una laurea. Il solito vecchietto, direte voi, che si è voluto togliere il capriccio di diventare dottore scegliendo le tradizionali lauree di economia e commercio o scienze politiche.

Una tesi davvero ardua sul radicamento della mafia a Trezzano

Nulla di tutto ciò perché il settantenne, nativo di Trezzano sul Naviglio e residente a Corsico, ha scelto una materia molto impegnativa come la storia e non si è limitato a fare ricerche sullo sfruttatissimo periodo romano o su gagliardetti o trombe d’epoca ma, udite, udite sull’avvento delle mafie in Lombardia.

Attilio Facchetti, matricola 17607, nelle scorse settimane ha infatti presentato una tesi dal titolo: "Tra boom economico e radicamento della mafia. Il caso di Trezzano sul Naviglio tra gli anni ’60 e ’70". C’è da dire che non è stato l’unico a scegliere questo particolare tipo di ricerca storica in quanto prima di lui, molti anni or sono, ci fu una studentessa.

Un meticoloso lavoro di ricerca sul territorio

Ma quella era una giovane, poco più che ventenne, ispirata dai fatti che si erano da poco conclusi, mentre questo settantenne, ispirato dalla forte volontà del sapere, è andato a bussare alla porta di vecchi giornalisti, si è dato da fare  per reperire articoli nelle sedi dei quotidiani, ha fatto ricerche negli archivi comunali per recuperare quel materiale che gli ha consentito di elaborare una tesi di oltre cento pagine con una stupenda premessa di Pio La Torre: “Lo so che per voi sembra un’onda inarrestabile ma la mafia si può fermare e insieme la fermeremo”.

Sei capitoli che partono dall’avvento di Renzo Zingone, proseguono con la mafia e il radicamento a Trezzano da parte degli uomini di Luciano Liggio, aprono uno spiraglio sull’anonima sequestri e i primi rapimenti di persona nel nord Italia e si concludono con la fine, nel nord Italia, dell’egemonia della cosca di Luciano Leggio detto Liggio.

Un lavoro durato la bellezza di più di 6 anni

Un puntiglioso lavoro durato oltre sei anni con un unico scopo: far sapere alla collettività che negli ultimi sessant’anni, la cultura mafiosa ha contribuito nell’opera di deterioramento dei valori positivi della società favorendo l’opportunismo, il qualunquismo e i vantaggi personali. Un lavoro di ricerca che Attilio Facchetti ha voluto dedicare a tutti coloro che per contrastare le mafie hanno perso la vita e a chi, ancora oggi, non si volta dall’altra parte ma agisce per la diffusione della lealtà, della solidarietà e del rispetto della legalità.

I nostri complimenti dott. Facchetti!

A questo punto non resta che chiedersi cosa ne pensano i prof e le prof delle scuole medie del sud ovest milanese di incontri del neolaureato con i loro studenti. Preso atto della realtà odierna di comuni come Corsico, Buccinasco, Cesano Boscone e Trezzano sul Naviglio sarebbe un’ottima idea".

Giorgio Villani

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