"A Milano e nella città metropolitana biossido di azoto fuorilegge", i dati allarmanti dello studio
Lo studio dello scorso febbraio ha messo in luce le concentrazioni di biossido di azoto, un inquinante dannoso per la salute umana che deriva principalmente dalle emissioni del traffico
Come riporta Prima Milano, l'associazione "Cittadini per l'aria" ha commissionato uno studio sulla qualità dell’aria che respiriamo tutti i giorni e i risultati che sono emersi sono tutt'altro che confortanti.
I "Cittadini per l'aria": "Biossido di azoto fuorilegge"
MILANO - "L'inquinamento atmosferico non è più invisibile", dichiarano nella nota stampa diffusa dall'associazione "Cittadini per l'Aria".
Rilievi effettuati nel mese di febbraio
"Monitorando dal 4 febbraio al 4 marzo, i cittadini delle aree metropolitane di Milano e Roma hanno messo in luce le concentrazioni di biossido di azoto (NO2) - un inquinante dannoso per la salute umana che deriva principalmente dalle emissioni del traffico e, in particolare, dai veicoli diesel - dando colore all’inquinamento in città", denuncia l'associazione.
"Lo studio ottenuto grazie al supporto dei ricercatori dei Dipartimenti di Scienze Cliniche e di Comunità e di Chimica dell’Università degli Studi di Milano, mostrano come in Lombardia, rispetto alle passate edizioni, la qualità dell’aria che respiriamo sia sostanzialmente stabile, ferma su livelli non accettabili."
Milano e non solo Milano: è il momento di cambiare
"I dati raccolti da quasi 1.000 cittadini colorano l’area monitorata di molte sfumature, spesso di arancione scuro o rosso brunito, evidenziando, sia all’interno del Comune di Milano che nell’area esterna, concentrazioni che superano di varie misure la soglia indicata dalle nuove linee guida dell’OMS (10 μg/m³) oltre che il limite di legge imposto dalla Direttiva sulla qualità dell’aria 2008/50/CE (40 μg/m³).
"Il biossido d’azoto oltre ad essere di per sé responsabile di decine di migliaia di morti premature in Europa, contribuisce alla formazione di altri inquinanti pericolosi per l’uomo: il particolato fine (PM2.5) e, soprattutto nelle stagioni calde, l’Ozono. È infine risaputo che ad elevate concentrazioni di NO2 si accompagnano altri agenti tossici per la salute, come il black carbon e idrocarburi policiclici aromatici (IPA).
I risultati in Lombardia
Il dato più allarmante che emerge dalle centinaia di campionatori posizionati in Lombardia è la media mensile pari a 44.8 μg/m³, un valore maggiore dei 40 μg/m³ che rappresenta il limite medio su base annua, attualmente in via di revisione da parte dell’Unione Europea.
Se confrontato con gli standard indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, questo valore risulta 4 volte superiore al limite di 10 μg/m³ (media su base annua) e quasi 2 volte superiore al limite di 25 μg/m³ (media su base giornaliera) indicati a tutela della salute della popolazione. Tra i campionatori analizzati, il 74% superava il valore limite UE pari a 40 μg/m³ (media su base annua), il 100% risultava superare il valore suggerito dall’OMS pari a 10 μg/m³ (media su base annua), mentre quasi la totalità dei campionatori (99.9%) superava il valore suggerito pari a 25 μg/m³ (media su base giornaliera).
Il focus su Milano
Approfondendo i dati puntuali della città di Milano, la cui media mensile è addirittura di 47 μg/m³, destano particolare preoccupazione i livelli di NO2 misurati intorno alle scuole. Il primato in negativo è dell’IC Ciresola, i cui campionatori, posizionati in viale Brianza, hanno misurato valori medi fino a 68.8 µg/m³.
Seguono gli IC “Tommaso Grossi” di via Colletta (lato viale Umbria, 63.4 µg/m³), “Ermanno Olmi - Leopardi” (lato via Bodio, 60.2 µg/m³) e "Q. Di Vona T. Speri" (lato via Porpora, 62.4 µg/m³), e ancora l’IC “Confalonieri” (lato via Dal Verme, 58.1 µg/m³), le Scuole d’Infanzia Corsica 94 (lato viale Corsica, 57.0 µg/m³) e Venini 7 (lato via Venini, 55.9 µg/m³). La lista è lunga con la totalità delle scuole a cui vengono associati valori di NO2 ben superiori ai valori suggeriti dall’OMS a tutela della salute.
Il fumi del traffico nelle vie dello shopping
Anche le vie dello shopping, dove le persone passeggiano esposte ai fumi del traffico, non vengono risparmiate. Concentrazioni di NO2 preoccupanti sono state rilevate, per esempio, in Corso Buenos Aires e Corso XXII marzo, a pari demerito con 61.3 µg/m³ (+53% = rispetto al limite annuale UE di 40 µg/m³), in Corso Vercelli (58.1 µg/m³ = +45% rispetto al limite annuale UE di 40 µg/m³), in Corso Magenta (52.7 µg/m³ in corrispondenza al Collegio San Carlo), in Via Senato, che lambisce il quadrilatero della moda, (62.4 µg/m³) o ancora ben 52.7µg/m³ davanti al Palazzo della Regione Lombardia.
I dati sulla Città metropolitana
Anche se la media delle concentrazioni nella città metropolitana risulta pari a 41 µg/m³ e dunque inferiore a Milano città, tuttavia non si risparmiano valori da record in negativo a Monza - in via Manzoni - con una media mensile di 59.1 µg/m³, a Gallarate - in via XX Settembre - con 52.7µg/m³, a Legnano, nel centralissimo Corso Italia, con 61.3 µg/m³ e Segrate, accanto alle case con 66.7µg/m³. Fuori dall’area milanese, si segnalano altre criticità come, ad esempio, a Como - in Via Varesina - dove si sono misurati 64.5 µg/m³.
E il verde, dov’è?
Un altro elemento che ha attirato l’attenzione dei ricercatori è che "guardando le mappe pubblicate oggi è che il verde in città è troppo poco, sia che ci si riferisca a quello parchi e degli spazi verdi, sia che si parli dei punti di campionamento che rispettano il limite a tutela della salute per il biossido di azoto. Dalle elaborazioni effettuate dai ricercatori dell’Università Statale di Milano, mettendo a confronto tessuto urbano costruito con aree verdi, queste ultime risultano associate a livelli di NO2 significativamente inferiori con una riduzione media pari al 32% per le aree verdi collocate nel Parco Agricolo Sud, del 19% per le aree verdi nell’Area Metropolitana e del 13% per le aree verdi presenti all’interno dei confini di Milano.
In particolare, i - pochi - valori più contenuti rilevati dai cittadini e riportati sulla mappa, sono proprio nelle grandi aree verdi: al Bosco in città (28 μg/m³), in zona di Ronchetto delle Rane (28 μg/m³) e Macconago (29 μg/m³) e più internamente la città al Parco Sempione (31.2 μg/m³). Questi dati confermano che, oltre al ruolo fondamentale di contrasto delle isole di calore e di promozione della salute dei cittadini, le aree verdi risultano un’infrastruttura fondamentale nel mitigare l’inquinamento urbano.
Il commento della presidente di Cittadini per l’aria
“La situazione che presentiamo oggi è frutto del sovrapporsi di politiche errate e incoerenti rispetto alla gravità del problema. La Regione ha enormi responsabilità risalenti ad una pianificazione addirittura dannosa in tema di qualità dell’aria che, non a caso, mostra un sostanziale stallo delle concentrazioni degli inquinanti a livello regionale ormai da diversi anni.
È altresì cruciale che il Governo dia maggior sostegno - oggi insufficiente - alle politiche di mobilità delle aree urbane incrementando i fondi disponibili per il trasporto ferroviario su base regionale, il trasporto pubblico, la ciclabilità, semplificando e rendendo più agile l'implementazione delle politiche per la mobilità attiva.
Anche entro il Comune di Milano, tuttavia, le politiche sono da tempo in affanno, se non ferme dallo scoppio della pandemia. I dati indicano che, invece, non è più tempo di piccoli passi”. Così Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria, che aggiunge: “Il Sindaco decida di assegnare a questo tema il peso che gli spetta, recuperi il tempo perso dimostrando il coraggio di rendere Milano una città vivibile e sana proteggendo la salute dei suoi cittadini.
Milano - confortata dai dati e dalle esperienze fatte altrove in questi anni - può essere l’esempio virtuoso per l’Italia quanto ad azioni e determinazioni per la rigenerazione ambientale delle città. Ma senza volontà politica ogni potenzialità è sprecata”, conclude la presidente di Cittadini per l’aria.