A BUCCINASCO

Oltre 300 persone a Buccinasco manifestano contro le parole di Papalia

Una manifestazione che ha coinvolto oltre 40 sindaci e amministratori, più di 100 realtà, tra associazioni, parrocchie e gruppi della rete antimafia.

Oltre 300 persone a Buccinasco manifestano contro le parole di Papalia
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Oltre 300 persone a Buccinasco manifestano contro le parole di Papalia

Oltre 300 persone a Buccinasco manifestano contro le parole di Papalia

BUCCINASCO – “Che emozione stasera”, ha detto commosso Lorenzo Sanua sul palco, dopo il lungo corteo che è partito lunedì sera da via Nearco, passando sotto la casa dei Papalia, per arrivare al centro civico Marzabotto.

La manifestazione

Una manifestazione che ha coinvolto oltre 40 sindaci e amministratori, più di 100 realtà, tra associazioni, parrocchie e gruppi della rete antimafia. In totale, oltre 300 persone hanno sfilato per le strade di Buccinasco, per mostrare vicinanza al sindaco Rino Pruiti e ai cittadini dopo le parole di Rocco Papalia su come sia stato lui “a costruire Buccinasco, la ‘ndrangheta non esiste, dovrebbe essere il sindaco ad andarsene”. Parole troppo forti, intollerabili, che hanno attivato la rete antimafia per sostenere Buccinasco e “dare una risposta corale, che non è solo social, ma fatta di persone.

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Lorenzo Sanua e Marina Puglia

Come ha costruito Buccinasco? Uccidendo l’impresa legale – ha detto Sanua, referente di Libera Sud Ovest Milano e figlio di Pietro, sindacalista ammazzato dalla mafia –, attraverso il malaffare. Questa Buccinasco non la vogliamo, la ‘ndrangheta non la vogliamo. Il territorio deve essere migliore e noi ci mettiamo la faccia per renderlo tale, scegliendo da che parte stare”. Stesse parole di Marina Puglia che ha parlato per i Descargalab, promotori dell’iniziativa e gruppo che fa parte della rete antimafia da anni, con testi di impegno e lotta. “Siamo tantissimi, per dare dignità e riscatto a questi territori, per dire che i mafiosi sono rapaci. Noi saremo sempre qui, partigiani del bene, sempre da questa parte”.

 

Fabio Bottero e Rino Pruiti

Il sindaco di Trezzano Fabio Bottero, coordinatore regionale di Avviso Pubblico, ha sottolineato che nella “lotta alla mafia non servono dannose divisioni. Viviamo momenti di rabbia, dolore e frustrazione che devono trasformarsi in voglia di reagire. Abbiamo sentito nell’ultima inchiesta sullo sversamento di fanghi nei campi del bresciano che ha colpito anche i nostri territori frasi da terra dei fuochi nelle intercettazioni. Ora la criminalità attraversa altre strategie, altri campi. Dobbiamo stare uniti e lavorare come rete”. La parola passa al sindaco Rino Pruiti che ringrazia la folla davanti a lui e ripete la frase che aveva pronunciato anni fa, quando Buccinasco era scenario di macchine bruciate, croci appese e proiettili anonimi spediti in Comune: “Siamo così tanti che non bisogna più avere paura”. La paura, quella che frena, che incurva, quella che insieme si combatte. Monica Forte, presidente della Commissione regionale antimafia sottolinea la “necessaria volontà di fare rete. Le mafie hanno cambiato strategie, bisogna attuare piani di monitoraggio costante, sulla gestione dei rifiuti, delle cave, sulla droga, sui cambi di società e licenze ad attività commerciali, sul turismo. La mafia drena pezzi della nostra economia, inquinandola. Dobbiamo essere vigili, formati e aggiornati. La ‘ndrangheta ha capacità di intuire i settori nuovi di investimento, bisogna esercitare un controllo sinergico e lanciare il messaggio che nessuno può sfidare le istituzioni e il movimento antimafia”.

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Carlo Berghetti e Don Mapelli

Carlo Berghetti (Pd, vicepresidente Consiglio regionale) non vuole “spegnere questa fiaccola, intesa come potente simbolo. È la fiamma della legalità che deve rimanere sempre accesa. Simboli, come le fasce tricolori, oggi tantissime. A ricordare che ognuno deve fare la propria parte”. Don Mapelli chiude la manifestazione, si rivolge ai giovani, ai tantissimi che hanno voluto esserci. “Il territorio è pronto, i ragazzi ci sono, tocca a noi non tradire questi giovani, essere guide sicure. Scegliere, perché loro seguono il nostro esempio. Mostriamo la nostra altezza nella lotta alla mafia”.

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