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E' ufficiale: Lombardia torna zona arancione da lunedì 12 aprile

Il Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia ha da poco confermato ufficialmente sulla sua pagina Facebook.

E' ufficiale: Lombardia torna zona arancione da lunedì 12 aprile
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E' ufficiale: Lombardia torna zona arancione da lunedì 12 aprile.

E' ufficiale: Lombardia torna zona arancione da lunedì 12 aprile

AGGIORNAMENTO 16.30: il Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia ha appena confermato su Facebook, Lombardia arancione da lunedì 12 aprile 2021.

La notizia era attesa ormai da ore

"Da qui a qualche ora firmerò delle ordinanze e sulla base dei numeri che abbiamo una parte significativa delle ordinanze porterà una parte del territorio dal rosso all'arancione, ciò significa che le misure hanno prodotto una prima piegatura della curva ma il contesto è ancora molto complicato con un tasso di diffusione del virus significativo e le intensive piene".

Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, nella mattinata di oggi, venerdì 9 aprile 2021, al convegno organizzato da Fratelli d'Italia 'Riapri Italia'.

L’incidenza dei contagi si abbassa sotto la soglia critica, ma anche l'indice Rt e le chiamate al 118: insomma, da settimana prossima la Lombardia torna arancione, lo dicono i dati.

Manca solo la firma di Speranza, attesa per oggi pomeriggio, a margine del consueto monitoraggio da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, a cui seguirà il consueto provvedimento del ministro.

Ma è già dato praticamente per certo che l'Italia passa tutta in arancione, tranne Campania, Puglia, Valle d'Aosta, che restano rosse, e la Sardegna, che passa da arancio a rosso.

Due i parametri chiave: l’indice Rt, stabilmente sotto la quota di sicurezza 1 - oggi a 0.85 - ma anche l’incidenza media dei contagi per 100mila abitanti negli ultimi sette giorni, arrivata a livello regionale a quota 183 (la soglia critica è 250).

Lombardia in zona arancione: cosa cambia

Ripassiamo un po’ cosa vuol dire.

SPOSTAMENTI ALL’INTERNO DELLA REGIONE
È consentito spostarsi all’interno del proprio comune di residenza, ma non è consentito spostarsi al di fuori di esso, se non per motivi di salute, lavoro, istruzione, urgenza o per recarsi verso la propria “seconda casa”.
I suddetti motivi devono essere autocertificati.
È consentito muoversi fuori casa dalle  5 alle 22 . Dalle 22 scatta il coprifuoco.

SPOSTAMENTI FUORI REGIONE
Non sono consentiti gli spostamenti tra regioni, se non per motivi di salute, lavoro, istruzione, urgenza o per recarsi verso la propria “seconda casa”.
Anche in questo caso lo spostamento deve avvenire tra le 5 e le 22.

VISITE A PARENTI E AMICI
È consentito far visita a parenti e amici solo all’interno del proprio Comune di residenza, una volta al giorno, per un massimo di due persone (non rientrano nel calcolo minori di 14 anni e persone con disabilità).

BAR E RISTORANTI
Le attività di ristorazione sono aperte ma solo per le consegne a domicilio e il servizio di asporto.
Ai bar è consentito l’asporto fino alle 18.

NEGOZI
I negozi riaprono, mentre i centri commerciali chiudono nei giorni prefestivi e festivi.
All’interno dei centri commerciali, però, rimangono aperti, anche nei giorni prefestivi e festivi, edicole, farmacie, parafarmacie, tabaccai e punti vendita di generi alimentari.

SCUOLE

Tornano a scuola anche gli alunni di seconda e terza media e quelli delle superiori. Per questi ultimi la didattica in presenza sarà tra il 50% e il 75%, gli altri continueranno con la Dad.

Nuove riaperture in vista?

Resta sospesa almeno fino al 20 aprile (ma quasi certamente se ne riparlerà a maggio) la possibilità di ulteriori riaperture. Ieri il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha spiegato che queste saranno legate a due fattori: l’andamento dei contagi e quello della campagna vaccinale per le categorie più a rischio, gli anziani. Un fronte quest’ultimo su cui ora la Lombardia dovrà quindi correre: se per over 80 e over 90 i dati sono buoni (per entrambi dosi somministrate a circa il 75% della classe d’età e seconde dosi rispettivamente al 34% e 55%), non lo sono invece per gli over 70 che inizieranno a ricevere il vaccino solo da lunedì. Per ora questa fascia d’età ha ricevuto la prima dose solo per il 5,5% che rientrava nelle precedenti categorie prioritarie (sanitari, ospiti delle RSA, estremamente vulnerabili).

Indice Rt lombardo da zona gialla

L’indice Rt lombardo è già da tempo sotto la soglia “rossa” di 1.25. Anzi, già da quindici giorni è addirittura sotto la soglia “arancione” dell’1 e attualmente è a quota 0.85. Un dato buono, ma che da un mese a questa parte non basta più per poter passare in una fascia di restrizioni meno severe. Già con il precedente decreto, infatti, il Governo ha previsto un automatismo che prevede l’ingresso automatico in zona rossa quando l’incidenza settimanale di casi ogni centomila abitanti è sopra 250. L’incidenza, infatti, seppur non sia un parametro precisissimo, è “attuale”, mentre l’Rt, seppur più preciso, fotografa la situazione di circa dieci giorni fa.

Incidenza giù, Milano è a 162

L’incidenza della Lombardia è in discesa ormai da oltre due settimane e ieri era a quota 203. Un dato importante, perché lo scorso venerdì, 2 aprile, era invece ancora a 258 casi ogni centomila abitanti, sopra la soglia critica. Il fatto che oggi sia sotto i 250 casi e, soprattutto, che sia in continua discesa, potrebbe effettivamente convincere la Cabina di regia di Roma a riportare la Lombardia in zona arancione.

Del resto, come mostrano i grafici elaborati dal dottor Paolo Spada dell’Humanitas di Rozzano e quotidianamente aggiornati, tutte le province lombarde sono sotto la soglia d’incidenza dei 250 casi settimanali ogni centomila abitanti. Milano, che martedì 6 aprile aveva un’incidenza di 183, l'altro ieri si trova a 178, quindi in ulteriore in calo rispetto al dato di soli due giorni fa. Milano quindi preoccupa sempre di meno.

Le chiamate al 118

Infine, regala ottimismo anche un altro parametro, che sin dalla prima ondata viene tenuto in considerazione per capire qual è l’andamento del contagio: le chiamate al 118 per motivi respiratori o infettivi. La media regionale è in calo costante dopo i picchi rilevati a metà marzo e, concentrandoci sui dati della centrale operativa della città metropolitana di Milano, negli ultimi sette giorni la media è di un circa 230 di chiamate.

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