il progetto sportivo

Lo sport come occasione di crescita e riscatto: anche corsi per arbitri al Beccaria

E' stato presentato oggi il protocollo 'Sport e gioco di squadra nel Penale minorile' al Tribunale Minori di Milano in via Leopardi e sottoscritto dall'Ordine degli Avvocati di Milano, dal Tribunale per i Minorenni e dal Coni.

Lo sport come occasione di crescita e riscatto: anche corsi per arbitri al Beccaria
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MILANO - Lo sport come un’occasione di riscatto e di crescita, anche all’interno del carcere minorile. E' questo il significato alla base del protocollo 'Sport e gioco di squadra nel Penale minorile' presentato oggi al Tribunale Minori di Milano in via Leopardi e sottoscritto dall'Ordine degli Avvocati di Milano, dal Tribunale per i Minorenni e dal Coni.

Corsi per arbitri organizzati al Beccaria

Come riportano i colleghi di Prima Milano, l’accordo permetterà ai giovani detenuti dell’Istituto penale per minorenni Beccaria di accedere alla palestra interna, da poco ristrutturata grazie al contributo della fondazione Rava e inaugurata un mese fa alla presenza della ministra della Giustizia, Marta Cartabia. All’interno del carcere oltre all'attività sportiva, sarà possibile frequentare corsi specializzanti come quello per arbitri di calcio. La Presidente del Tribunale Minori di Milano Maria Carla Gatto ha accolto l’iniziativa come un’occasione per diffondere tra i giovani detenuti il rispetto delle regole e il senso di comunità: "Lo sport si basa su valori che sono la solidarietà, la lealtà, il rispetto della persona e delle regole. Quindi i valori fondanti per una società sana", ha sottolineato il presidente a margine della conferenza.

Portare questi valori è, secondo Gatto, anche un modo per rispondere ad un senso di disagio che si è diffuso tra gli adolescenti e che ha portato al fenomeno delle baby gang: "Penso che il Covid abbia avuto la sua parte, proprio perché l’isolamento, la difficoltà delle relazioni, il non frequentare la scuola e quindi il non ritrovarsi e confrontarsi con gli altri ragazzi ha creato un disagio, o meglio ha accentuato un disagio esistente".

Trasmettere ai detenuti il senso del rigore

L’importanza della partecipazione ad attività sportive è stata sottolineata anche da Ettore Traini, consigliere e coordinatore commissione Diritto dello Sport Ordine Avvocati Milano, per la capacità di insegnare ad “accettare la sconfitta” e di trasmettere ai giovani detenuti il senso del rigore, attraverso la frequentazione dei corsi organizzati per formare gli arbitri. "La peculiarità di questo protocollo è far vedere lo sport come uno strumento di messa alla prova per questi ragazzi", ha spiegato Francesca Perrini, direttrice del centro di giustizia minorile di Milano, che ricorda come il modo più diretto per cercare di arginare la diffusione di disturbi psico-fisici tra gli adolescenti è quello di coinvolgere tutti in attività sportive: "La pratica sportiva non deve essere di élite e spesso lo sport si presta a questo. Noi cerchiamo di rendere i luoghi della giustizia minorile luoghi anche giusti".

Nessuno escluso

Il protocollo diventa un’occasione per rafforzare il senso di squadra tra i giovani e per non far sentire nessuno escluso. "Nello sport c’è spazio per tutti, anche per chi non è bravo - ha aggiunto Ciro Cascone, procuratore della Repubblica Tribunale Minori -. Tutti possono trovare un ruolo un momento in cui poter dare il proprio contributo. Lo sport fortifica la capacità di ognuno di sentirsi squadra". Il protocollo diventa un modo per coinvolgere i 400 minori seguiti dai servizi sociali e coinvolti in procedimenti penali come ricorda Michele Petrelli, direttore direzione Welfare e Salute Comune di Milano e si aggiunge ad altri provvedimenti per agevolare un avvicinamento allo sport come lo stanziamento di un voucher da parte dell’Unione europea che gli under 18 potranno usare in palestre e piscine nel corso del prossimo anno scolastico.

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