l'analisi

Siamo alla fine della quarta ondata in Lombardia (o quasi)

Precipitano (in positivo) il numero dei nuovi casi giornalieri e l'occupazione dei reparti ordinari e terapie intensive.

Siamo alla fine della quarta ondata in Lombardia (o quasi)
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Siamo alla fine della quarta ondata in Lombardia (o quasi).

Siamo alla fine della quarta ondata in Lombardia (o quasi)

MILANO - Le prime avvisaglie sono arrivate a fine ottobre quando, mentre in molti Paesi vicini si assisteva già ad un netto rialzo dei casi, in Italia le cose andavano bene; benissimo se ci soffermavamo al nostro "grande orticello", quello della Lombardia.

La ragioni sono molteplici ma, primo fra tutte, stavamo godendo degli effetti della seconda dose, fatta in massa tra giugno e luglio, che riusciva a proteggere egregiamente rispetto alla variante Delta. Un rialzo di casi è iniziato tra fine ottobre e le prime settimane di novembre, ma comunque con numeri decisamente contenuti.

La "variabile variante Omicron"

Poi la seconda dose ha cominciato ad essere in "data di scadenza", non proteggendo più egregiamente dal contagio, e a questo si è affacciata una nuova variabile: la variante Omicron. Una "nuova malattia", ora sappiamo, capace di infettare con una facilità incredibile e anche individui coperti dalla dose booster. La buona notizia, e non da poco, è che questa variante, seppur molto contagiosa, attacca principalmente le alte vie respiratorie e quindi non causa le ormai famose polmoniti che tante vittime hanno mietuto negli anni precedenti.

Delta e Omicron hanno convissuto per un po' e l'effetto sui decessi lo vediamo ancora in questi giorni, ma l'esplosione di casi a cui abbiamo assistito fino alla metà del mese di gennaio è ormai acqua passata.

Ieri, 7 febbraio, complice anche il dato "falsato" del lunedì con pochi tamponi effettuati di domenica, in Lombardia si sono registrati 3116 nuovi casi. Forse eravamo presi dalla fine dei festeggiamenti, ma negli stessi giorni di un mese fa la Lombardia aveva toccato quota 55mila nuovi casi in un solo giorno...

La progressione della discesa dei casi in Lombardia continua spedita, ben riscontrabile nelle variazioni percentuali dell'incidenza settimanale: -40,2% al giorno 7 febbraio. (grafici da Pillole di Ottimismo, a cura del dott. Spada).

Ricoveri ordinari: numeri in discesa

Ancora da zona gialla i parametri (anche se queste "zone colorate" quasi sicuramente verranno abbandonate lasciando il passo alla sola zona rossa) per quanto riguarda le ospedalizzazioni nei reparti ordinari (la soglia limite della zona gialla è attualmente fissata tra il 15 e il 30%): in Lombardia, secondo l'ultimo bollettino, i reparti ordinari sono occupati al 24,5%, in calo consolidato del 15% nell'ultima settimana. La settimana precedente (lo scorso 31 gennaio l'occupazione era al 28,85%, in calo del 12%).

In forte calo anche l'occupazione nelle terapie intensive

I reparti di terapia intensiva, vedono anch'essi una forte discesa delle occupazioni per malati Covid. Qui, complice anche l'aumento di posti letto disponibili, non si è mai raggiunta in questa quarta ondata la soglia per la zona arancione (fissata tra il 10 e il 20%). Nell'ultimo bollettino le terapie intensive sono occupate nella nostra regione all'11,4%, in calo del 18% rispetto ai sette giorni precedenti. Una settimana fa l'occupazione era al 13,9%, in calo del 5%.

Il bilancio della settimana

La discesa è sempre più rapida, sia come numero di nuovi casi che come ospedalizzazioni. Ora attendiamo solo un netto calo anche per quanto riguarda i decessi giornalieri. Il calo c'è, ma non è ancora vistoso come per gli altri parametri.

E' ora tempo di aprire, anche mentalmente, tutto. Togliere inutili restrizioni, figlie di altri tempi, senza avere più di troppi timori (accogliamo il primo passo con favore: via le mascherine all'aperto in tutta Italia da venerdì 11 febbraio).

Ne va della nostra salute, mentale ancor prima che fisica.

Andrea Demarchi

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