Cantiere del ponte ciclopedonale a Opera: area dissequestrata
La struttura, praticamente ultimata ma in attesa di collaudo, era stata sequestrata nel corso dell’indagine Feudum.
Cantiere del ponte ciclopedonale a Opera: area dissequestrata
Cantiere del ponte ciclopedonale a Opera: area dissequestrata
OPERA – “I carabinieri del reparto operativo del Comando Provinciale di Milano hanno dissequestrato le aree che riguardano il cantiere per la realizzazione del ponte ciclopedonale di Opera per scavalcare la Valtidone tra Mirasole e Noverasco. La struttura, praticamente ultimata ma in attesa di collaudo, era stata sequestrata nel corso dell’indagine Feudum poiché c’era il sospetto che vi fosse stato seppellito del fresato d’asfalto a seguito di alcune lavorazioni di rifacimento del manto stradale in Città.
Ettore Fusco
“Come immaginavamo non c’è proprio nulla sotto il ponte: è stato chiuso inutilmente facendoci perdere altri quattro mesi - avvisa Ettore Fusco, candidato Sindaco per Opera – ma adesso bisogna correre per collaudarlo ed aprirlo prima possibile”. Il provvedimento disposto dall’Autorità Giudiziaria ha previsto, infatti, la riconsegna dell’opera a Città metropolitana e alla direzione lavori priva di vincoli di natura penale e pertanto può ripartire subito. “Spero che Città metropolitana solleciti immediatamente il collaudo all’azienda esecutrice dell’opera pubblica - aggiunge Fusco - perché sono già passati sette anni persi tra le maglie della burocrazia metropolitana e non vogliamo aspettare oltre questo importante collegamento che i cittadini di Opera attendono con ansia e da troppo tempo”.
La città penalizzata
Ettore Fusco, ex sindaco e candidato a ricoprire nuovamente la carica di primo cittadino alle elezioni di ottobre, non ha mai mancato di sottolineare le inefficienze di Città metropolitana nell’esecuzione del ponte crollato per difetti di costruzione delle rampe, fortunatamente senza conseguenze per persone e veicoli, così come ha sempre lamentato l’immobilità della vice sindaco metropolitana Arianna Censi che “pure essendo di Opera non ha mai mosso un dito per sbloccare una situazione che invece sembrava costruita proprio ad arte per penalizzare gli operesi guidati da un Amministrazione di colore diverso da quella di Sala e Censi”. “Restituiteci il ponte – conclude Fusco – e poi confidiamo nella chiusura delle indagini che hanno coinvolto Opera, perché la Città è stata penalizzata e obiettivamente, così come questa degli inesistenti rifiuti che si diceva fossero stati nascosti sotto il ponte, non solo siamo stati buttati in prima pagina e definiti ingiustamente terra dei fuochi ma da quattro mesi ci sono persone agli arresti domiciliari e ancora non capiamo di cosa siano realmente accusate”.