Centro commerciale San Giuliano e il giro di mazzette. I cittadini: "Siamo schifati"
Sotto sequestro non solo il centro commerciale (che comunque resta aperto e attivo) ma anche case e beni per un valore complessivo di 17 milioni di euro.
Centro commerciale San Giuliano e il giro di mazzette. I cittadini: "Siamo schifati".
Centro commerciale San Giuliano e il giro di mazzette
SAN GIULIANO MILANESE – Shopping village, con una settantina di negozi dei marchi più famosi, poi ristoranti, fast food di grandi catene e persino un cinema. In totale 1.200 dipendenti. Per costruire questo colosso lungo la via Emilia sono girati 300mila euro di mazzette.
Gli indagati
Sotto accusa ci sono Marco Toni, ex sindaco per due mandati (1999-2009), il suo vice Cristian Stefanoni e il responsabile dell’ufficio tecnico Roberto Corradi (che ha ricoperto ruoli simili in altre amministrazioni comunali). Con chi facevano affari gli ex amministratori? Con tre imprenditori (Maria Nigro, Luca Mauri e Saverio Di Gioia) della Milpar, società milanese che aveva in mano la proprietà del centro, ora sotto sequestro. Per gli imprenditori è stata formulata anche l’accusa di frode fiscale per fatture false.
Sistema di corruzione consolidato e strutturato
Secondo il procuratore di Lodi Domenico Chiaro che, insieme alle Fiamme Gialle, ha messo mano a email, messaggi, estratti conto e alle carte che testimoniavano frodi e “favori”. A cominciare da una convenzione siglata il 25 maggio 2009, un mese prima del cambio della guardia alla poltrona di sindaco (con l’elezione di Luigia Greco, al governo del parlamentino per poco più di un anno, quando era stata colpita dal “fuoco amico”: Toni, sui banchi della maggioranza, non aveva votato il bilancio, decretandone la caduta. Per questo, era stato espulso dal Partito Democratico).
Opere mai realizzate
La convenzione, almeno sulla carta, prevedeva opere mai realizzate nell’area chiamata ex Albergo. Una serie di “anomalie” che avevano fatto insospettire l’ex sindaco Alessandro Lorenzano (Pd, in carica dal 2011 al 2016) che aveva presentato una denuncia per vederci chiaro sulla faccenda. Da quel momento i riflettori degli inquirenti si erano accesi sulla gestione di Toni.
Il sindaco era direttore del Centro
Sotto sequestro non solo il centro commerciale San Giuliano (che comunque resta aperto e attivo) e il cinema (sarà nominato un custode giudiziario per entrambe le strutture) ma anche case e beni (di extra lusso, gioielli, diamanti, persino un lingotto d’oro) degli indagati, per un valore complessivo di 17 milioni di euro. La posizione del sindaco Toni è tra le più pesanti, soprattutto perché era direttore del Centro dal 2012 al 2015, quindi avrebbe ricevuto non solo le mazzette per aggiudicarsi gli appalti da parte dell’azienda proprietaria, ma anche un lauto stipendio di quasi 70mila euro l’anno per dirigere, solo formalmente, il mall.
La rabbia dei cittadini
Intanto, tra i cittadini scoppia la rabbia: “Verremo ricordati per i disastri nelle gestioni cittadine: prima Genia, ora il centro commerciale – dice qualcuno alzando le spalle –. E pensare che c’è gente che lo voleva addirittura votare di nuovo questo personaggio che si arricchiva con le mazzette. Il solito magna-magna e chi ci rimette siamo solo noi cittadini che perdiamo la fiducia nelle istituzioni. Senza parole, solo schifo”.
Francesca Grillo