Appalti truccati e arresti tra Asst e First Aid: i particolari dell'indagine
A fare luce sulla vicenda, una serrata indagine della Guardia di Finanza pavese, passata per perquisizioni e sequestri.
Appalti truccati e arresti tra Asst e First Aid: i particolari dell'indagine.
Appalti truccati e arresti tra Asst e First Aid: i particolari dell'indagine
PAVIA – Chi è dentro il mondo dei soccorritori conosce bene le difficoltà di questo mestiere. Sa cosa significa fare un turno lungo, stare in “colonnina” per ore, sull’asfalto, ad aspettare le chiamate.
Le tante difficoltà di questo mestiere
Conosce la fatica, il sudore dentro le tute anti covid, le procedure di sanificazione dell’ambulanza dopo aver tolto dalla barella il paziente. Sa cosa significa mangiare di corsa, perché sta arrivando un altro, l’ennesimo servizio. I soccorritori conoscono anche cosa significa riuscire a far bene il proprio lavoro, e soprattutto come.
TI PUO' INTERESSARE:
Scandalo appalti ambulanze truccati, il Coordinamento Soccorritori: “Cosa succederà a Milano?”
Le indagini partite dall'offerta troppo bassa di First Aid
E quando la First Aid ha proposto un’offerta col 25% a ribasso a nessuno è passata inosservata. A partire dalla Croce Rossa che quando ha visto i numeri di quella gara del 2016, quella da cui sono partite le indagini della Guardia di Finanza di Pavia, l’ha definita anormalmente bassa. Troppo, anche solo per poter pagare gli stipendi dei dipendenti seguendo le tariffe imposte dalla legge.
Tante perplessità anche da parte dei lavoratori
Per questo, intercettati, i lavoratori di Asst ammettevano: “Come fanno a starci dentro questi della First? Solo col lavoro nero”. Pensieri che hanno attraversato tutti, dalle associazioni di primo soccorso che non hanno di fatto potuto competere con quella offerta così a ribasso, ma anche chi quel bando lo aveva costruito.
Gli arresti per irregolarità riscontrate sul bando
Michele Brait, 54 anni, residente a San Donato, direttore generale dell’Asst Pavia, e Davide Rigozzi, 38 anni di Seveso, dirigente responsabile dell’unità operativa gare, sono stati arrestati per irregolarità riscontrate proprio sul bando per “l’affidamento del trasporto sanitario programmato e di urgenza emergenza degli utenti ricoverati nei presidi ospedalieri dell’Asst di Pavia”.
First Aid vince la gara da 2.3 milioni di euro
Una gara da 2.3 milioni di euro, vinta dalla cooperativa First Aid, guidata dai fratelli Calderone, Antonio e Francesco, entrambi di Messina. Una base d’asta “sostanzialmente antieconomica”, si legge sulle oltre 80 pagine di ordinanza che ha portato agli arresti domiciliari i dirigenti Asst pavesi e i fratelli Calderone. Brait firma la delibera di aggiudicazione convalidando l’intera procedura, pur consapevole dell’anomalia e, insieme a Rigozzi, dopo essere venuti a conoscenza delle inadempienze tali da “conclamare il mancato superamento del periodo di prova di First Aid”, non ha revocato l’assegnazione.
Diverse le inadempienze, a partire dalla mancata istituzioni di sedi locali idonee al ricovero dei mezzi e alla sanificazione, lasciando ambulanze sulla strada. First non poteva assicurare le condizioni contrattuali necessarie, incluse la sosta e il ristoro del personale e requisiti tecnici di intervento. La prova è testimoniata da numerosi ritardi nei servizi.
L'indagine della Guardia di Finanza pavese
A fare luce sulla vicenda, una serrata indagine della Guardia di Finanza pavese, passata per perquisizioni e sequestri. Scagionati dalle accuse il legale rappresentante della società, una “testa di legno” secondo gli inquirenti, e un amministratore del consorzio Ga Scarl di Messina, di cui First fa parte. Per i finanzieri sono stati utilizzati “mezzi fraudolenti che hanno turbato lo svolgimento dell’affidamento del servizio”.
E i dirigenti di Asst ben conoscevano le condizioni: da uno scambio di email si evince chiaramente che l’offerta è troppo a ribasso, “con tariffe calcolate che potrebbero portare a un’eccessiva restrizione del mercato e polemiche”, esprime perplessità una dipendente. Per giustificare l’anomalo contenimento dei costi, la cooperativa spiegava di impiegare lavoratori come volontari a titolo sostitutivo, non complementare, vietato dalla legge.
Già in precedenza una sentenza del Tar per una gara d’appalto a Mantova
Le anomalie si erano già verificate qualche tempo fa, quando una sentenza del Tar (su un ricorso di esclusione di First Aid su una gara d’appalto a Mantova) aveva riconosciuto l’eccessiva “divergenza del costo del personale rispetto al minimo contrattuale previsto dalle tabelle ministeriali di riferimento”. Insomma, First presentava numerose anomalie e difficoltà nei servizi, tali da far cessare immediatamente il contratto.
Nessuna revoca da parte di Asst
Eppure da Asst non c’è stata alcuna revoca. Non solo tariffe troppo basse, ma anche “mancato adeguamento dell’impianto di ossigeno su alcune ambulanze, gomme usurate, cinghie sfilacciate, agganci delle cinture prive di copertura, mancanza di igiene e sporcizia”, come riportato dal repertorio fotografico raccolto. In totale, 48 violazioni e inadempienze, a fronte delle quali Asst ha irrogato solo due penali, per ambulanza in ritardo rispetto ai tempi contrattuali e sprovvista di defibrillatore.
Gli inquirenti: penalizzati i pazienti per i tanti ritardi
“L’ambulanza è della cooperativa e fa quel cazzo che gli pare e gli piace”, dice intercettato Francesco Calderone. Ma i numerosi e gravi ritardi sono stati giudicati dagli inquirenti pericolosi: “In molte occasioni hanno impedito ai pazienti di effettuare cure o esami anche urgenti”.
Ma chi ha condotto le indagini evidenzia anche un altro particolare, riportato sulle carte dell’ordinanza: “Le connotazioni oggettive del delitto perpetrato e i precedenti penali a carico dei due Calderone denotano una significativa propensione al crimine e una marcata pericolosità sociale, tale da indurre a ritenere che le condotte delittuose oggetto d’indagine non rappresentino una vicenda isolata, ma siano piuttosto indice di una vera e propria inclinazione a delinquere”.
Scenari imbarazzanti per le assegnazioni delle convenzioni Areu
Si apre una voragine ora sulla gestione di First Aid che potrebbe dar vita a scenari imbarazzanti. A partire dalle assegnazioni delle convenzioni Areu di questi giorni, con la partecipazione di onlus (uniche a potersi presentare ai bandi, a differenza delle cooperative) come la Croce Maria Bambina che si è portata a casa (in attesa di conferma ufficiale dopo la verifica dei requisiti) diverse convenzioni, quando fino allo scorso anno poteva “permettersene” solo una manciata.
La relazione tra Croce Maria Bambina e First viene raccontata da alcuni ex dipendenti che ricordano come veniva chiesto loro di “passare da un gruppo all’altro, da dipendenti e volontari”. L’eventuale relazione tra First Aid e Maria Bambina merita quindi di essere approfondita. E alla luce degli arresti e delle inadempienze gravi da parte di First, bisognerà farlo in fretta.
I lavoratori del Coordinamento Soccorritori si interrogano sul futuro del soccorso
Mentre si attendono gli sviluppi, sono gli stessi lavoratori del Milano Coordinamento Soccorritori a chiedere chiarezza, interrogandosi sul futuro del soccorso. “Cosa succederà al Policlinico di Milano, all’Ospedale Sacco e in tutte le strutture pubbliche in cui la coop First Aid opera? Le aziende ospedaliere continueranno a far finta di nulla o si prenderanno carico della situazione? Quanto è emerso è allarmante. Nonostante per noi sia l’ennesima conferma, ora è lampante lo sfruttamento sistematico dei lavoratori da parte di questa cooperativa.
Areu come ha intenzione di muoversi? Farà ancora finta di non sapere che al bando per le nuove convenzioni su Milano e Pavia hanno partecipato realtà vicine a First Aid? È ora di dare dignità a tutti i soccorritori, con risposte chiare e definitive e prese di posizioni forti. I lavoratori meritano contratti che superino i 48 mesi delle convenzioni, condizioni sanitarie migliori di quelle attuali, stipendi garantiti e dignitosi”.
FG