Farmacie Corsichesi, un'altra condanna per Famà. Il debito cresce
Otto anni di odissea giudiziaria per l'ex direttore della società partecipata dal Comune. Famà ha ancora quote, il Comune non ha partecipato all'asta.
Farmacie Corsichesi, un'altra condanna per Famà. Il debito cresce.
Farmacie Corsichesi, un'altra condanna per Famà. Il debito cresce
CORSICO – Un percorso che dura da otto anni, con in mezzo cinque sentenze, cause e 150mila euro di spese legali per Farmacie Corsichesi, l’azienda controllata al 91% dal Comune di Corsico. Il resto delle quote appartiene a una decina di farmacisti, mentre circa l’1% è ancora nelle mani di Carmelo Famà, l’ex direttore della società, lo stesso che nel 2018 è stato condannato per infedeltà patrimoniale e, pochi giorni fa, per peculato. La Cassazione ha quindi confermato la pena a 4 anni e due mesi per Famà, responsabile di un giro di fatture false e traffico di farmaci.
Ripercorriamo la vicenda, a partire dal 2012
La vicenda risale al 2012, quando il nome di Famà viene fuori dal suo socio (di un’azienda di trasporti) Gianfranco Bona, il “killer del crodino”, assassino del farmacista Luigi Fontana a cui ha servito un aperitivo corretto al cianuro. Bona si era giustificato raccontando storie di usura e minacce: si sentiva incastrato, al guinzaglio di un sistema di cui non riusciva più a far parte. In manette, aveva iniziato a parlare di traffici di farmaci, sottratti dalle consegne alle farmacie, spariti dai magazzini, ordinati e mai arrivati sugli scaffali. Fa il nome di Famà e si apre un’indagine che porta a scoperchiare una rete di fatture false, bolle fasulle, triangolazioni con altri negozi compiacenti.
Iniziano i processi che durano otto anni.
Nel 2018 l’ex sindaco Filippo Errante e l’attuale presidente di Fcc Carlo Vaghi avevano espresso soddisfazione per la condanna di infedeltà patrimoniale. Entrambi erano d’accordo: bisogna andare avanti, attendere il giudizio della magistratura, aspettare che chi ha rubato paghi. Un conto salatissimo: centinaia di migliaia di euro, alcuni recuperati, altri ancora in attesa di essere versati. Circa 300mila euro, inclusa una buona metà riconducibile a iva non versata. In questo giro di condanne, risarcimenti e numeri, si inserisce la beffa: Famà, ritenuto in Cassazione responsabile dei reati di cui era accusato, è ancora titolare di alcune quote di Farmacie Corsichesi. Circa l’1% che corrisponde a più o meno 90mila euro.
Asta deserta per le quote ancora in mano a Famà
L’ex sindaco Filippo Errante aveva espresso la volontà di acquisirle come Comune, una cifra che avrebbe presumibilmente aiutato nel rilancio del progetto di valorizzazione delle quattro farmacie. La commissaria prefettizia, in carica lo scorso anno, aveva detto sì a questa volontà. Da una parte, a pochi giorni dalle elezioni, ha riconfermato Vaghi come presidente (confermato anche dal neo sindaco Stefano Ventura), dall’altra ha previsto l’impegno di spesa per l’acquisizione delle quote. Ma il Comune, fresco di nuova Giunta, ha deciso di non partecipare all’asta che è andata deserta, provocando, così, una sforbiciata al valore delle quote per la prossima gara.
Le parole del sindaco Ventura
Il sindaco Ventura ha spiegato che “è stata fatta una perizia del valore delle quote che ha ritenuto sovrastimato il costo. Farmacie Corsichesi ha chiuso il 2018 con un risultato di esercizio pari a circa 300mila euro. Nel 2019 ha chiuso con 150mila euro, la metà. È stato quindi ritenuto che il valore dell’1,5% della quota non possa valere 90mila euro. Valuteremo la prossima asta. Il momento è critico per le casse comunali – precisa il sindaco –, sicuramente serve un progetto di innovazione e rilancio delle nostre farmacie, ma le idee vanno studiate e individuate al di là dell’acquisizione di queste quote”.
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