Subappalto del Comune, le polemiche sulla vicenda fino alla rinuncia dei lavori
I pareri dei politici, la richiesta della Commissione antimafia, il caso che arriva in Regione e le parole del sindaco in Consiglio: "Spiacevoli e gravi circostanze, lavoriamo per evitare che si ripetano".
Subappalto del Comune, le polemiche sulla vicenda fino alla rinuncia dei lavori.
Subappalto del Comune, le polemiche sulla vicenda fino alla rinuncia dei lavori
CORSICO – In quattro giorni la questione è stata sollevata, discussa, portata in Prefettura, ha varcato i confini del Comune ed è arrivata in Regione. E non termina qui la vicenda, anche se questo subappalto che è finito nel vortice delle polemiche è stato ritirato, lo stesso giorno in cui è esplosa la polemica. La vicenda è stata raccontata dal quotidiano Il Giorno e ha acceso il dibattito.
Il subappalto
Si parte dall’affidamento di un subappalto dalla City Green Light di Arcugnano, provincia di Vicenza, alla Grg di Trimboli Domenico di Buccinasco per “lavori edili per la riqualificazione normativa energetica presso il Comune di Corsico”. La City Green Light, a sua volta, è subentrata pochi mesi dopo l’affidamento dell’appalto alla G. (anche questa di Arcugnano). L’azienda, all’interno del più ampio intervento in tema illuminazione pubblica, avrebbe quindi dovuto fare dei lavori, per un totale di circa 76mila euro. T., va ribadito, è incensurato e lavora nel settore, con questa azienda, dal 2007. Ma non è la sua professionalità ad aver sollevato polemiche. Come ha riportato il giornale, Trimboli è legato da parentele a Giosofatto Molluso, considerato personaggio di spicco all’interno della locale di Corsico e finito nelle carte delle inchieste che hanno indagato sulle penetrazioni di ‘ndrangheta in questi territori. Non solo legami famigliari con il suocero Molluso: fino al 2007 era socio della MG Lavori Stradali, gestita proprio da Molluso. Poi, Trimboli ha venduto le sue quote e ha dato il via alla sua azienda (quella del subappalto).
Trimboli, 52 anni, nato a Platì, non ha guai con la giustizia e compare sulle carte delle inchieste solo per descrivere e raccontare il profilo personale e lavorativo di suo suocero Giosofatto detto Gesu, classe 1949. Negli anni Novanta era il leader, insieme ai Barbaro, del movimento terra. Un profilo di spessore, quello di Molluso che “gestiva in apparenza lecite attività ma di fatto imponeva la presenza nel settore” dicono gli inquirenti nelle indagini sulla criminalità organizzata (Infinito, 2010), collocandolo interno alla ‘ndrangheta lombarda e nella locale di Corsico (suo fratello Francesco, invece, era considerato dagli inquirenti il capobastone di Cesano). Fitti i legami con altri esponenti di calibro come i Barbaro, i Papalia e il boss Carmelo Novella. Un cognome, Molluso, venuto fuori di recente nell’inchiesta “Mensa dei poveri”, storia di appalti e tangenti che ha coinvolto anche politici: sebbene i Molluso non siano stati indagati, i rapporti con l’imprenditore di Corsico Daniele D’Alfonso, a capo del sistema, sono stati considerati dagli inquirenti come “atti a favorire il clan”.
Le verifiche del sindaco
La questione dell’affidamento del subappalto (con la determina pubblicata il 24 novembre), è stata approfondita dal sindaco Stefano Ventura che, contattato, ha dichiarato che il Comune ha “seguito tutto l’iter procedurale. È stata inoltrata la comunicazione alla Prefettura e non avendo ricevuto risposta entro 30 giorni – la comunicazione è del 22 settembre – è stato affidato il subappalto, secondo norma di legge”. Tuttavia, il sindaco si era recato subito il Prefettura, il 27 novembre, giorno in cui era uscita la notizia, per chiedere approfondimenti sulla questione. Mentre il primo cittadino chiedeva accertamenti, nella stessa mattinata è arrivata la rinuncia dello stesso Trimboli, con una pec inviata al Comune: “Sono spiacente di comunicare che a causa gravità covid 19 e ritardi lavori in altri cantieri sono costretto a rinunciare alla vostra concessione in subappalto. Lusingato per la scelta alla mia azienda, vi ringrazio”. Insomma, dopo tre giorni dalla concessione del subappalto, Trimboli ha valutato la fattibilità e ha rinunciato al lavoro.
Le polemiche
Ma la questione non si è spenta. Ventura si è chiuso nel riserbo dopo l’incontro in Prefettura, mentre l’ex sindaco Filippo Errante ci ha tenuto a precisare che “Ventura dovrà chiarire cosa è stato detto in Prefettura, ne chiederemo conto”. E aggiunge: “Due pesi e due misure. Chissà cosa sarebbe successo se quanto accaduto sotto la guida del neo sindaco Ventura fosse avvenuto durante l’amministrazione Errante. Avrebbero suonato la grancassa, dicendo che le responsabilità sono politiche, anche se non è vero, e non, come stanno facendo ora, scaricando la colpa sui tecnici. Tutto è da chiarire e ne chiederemo conto. È il karma, tutto torna”. Tira la stoccata anche la consigliera regionale in quota Lega Silvia Scurati: “Un inizio tra i peggiori quello della Giunta Ventura che si ritrova un subappalto per il quale chiederò l'intervento della Commissione Antimafia di Regione Lombardia. A dispetto delle giustificazioni del Comune di Corsico e dello scaricabarile con la Prefettura di Milano – insiste Scurati – mi chiedo come sia stato possibile procedere comunque con l'assegnazione del subappalto. Soprattutto in presenza di sospetti e viste le parentele scomode dell'imprenditore”. In consiglio comunale è stata portata dal consigliere del Carroccio Amos Pennati un’interrogazione urgente sulla questione perché “quanto accaduto è un atto gravissimo, per molto meno – si riferisce al caso stocco del 2016, ndr – alcuni esponenti della maggioranza hanno chiesto le dimissioni a Filippo Errante. Vogliamo chiarezza. Chiederemo un Consiglio straordinario per approfondire questa situazione”. Chiede trasparenza anche il vice portavoce regionale di Fratelli d’Italia Fabio Raimondo che aggiunge: “Condivido la posizione di Errante. Credo sia arrivato il momento, non più procrastinabile, di istituire una commissione antimafia intercomunale tra territori del sud ovest milanese, anche a tutela degli amministratori pubblici, per fissare degli indirizzi comuni nell’attività di prevenzione e contrasto alla ciminalità organizzata”.
Anche il Movimento Cinque Stelle ha “appreso dalla stampa la notizia. Non dubitiamo che gli uffici abbiano seguito le procedure previste, tuttavia sottolineiamo che in realtà come quella corsichese le procedure ordinarie non sono sufficienti, pertanto non solo gli amministratori, ma anche i dirigenti, responsabili degli atti che rilasciano, e i dipendenti pubblici devono farsi carico di responsabilità ulteriori, proprio per il contesto in cui si trovano a operare – dichiara il consigliere del Movimento Cinque Stelle Gianluca Vitali –. Questo vale in modo particolare quando si tratta di appalti, soprattutto quelli di lieve entità: questo è infatti il terreno di elezione su cui notoriamente si muovono le organizzazioni criminali. La Commissione antimafia comunale potrà, finalmente, iniziare a lavorare anche per collaborare con gli uffici nel limitare questo tipo di situazioni”.
La questione è stata portata in consiglio comunale con un’interrogazione urgente da parte della Lega, alla quale il sindaco ha risposto parlando del “tema della legalità, per noi fondamentale – ha cominciato il discorso Ventura, ripercorrendo la storia del subappalto –. La vicenda parte prima dell’insediamento della nostra amministrazione. L’ufficio tecnico è stato rinnovato per scelta del commissario prefettizio. Il 17 settembre 2020 è arrivata la richiesta del subappalto. Il 22 settembre è stata inviata la comunicazione antimafia alla Prefettura, tutti gli adempimenti normativi sono stati eseguiti. Oltre i 30 giorni dalla comunicazione gli uffici possono procedere anche in assenza di risposta. Preciso inoltre che la delibera è di Giunta mentre la determina è un atto degli uffici, quindi gravitano responsabilità diverse – si riferisce anche lui al caso stocco, ndr –. Abbiamo comunque contattato immediatamente la Prefettura per chiedere chiarimenti e offrire massima collaborazione per eventuali approfondimenti. Lo stesso giorno è arrivata la rinuncia da parte della Grg. Gli uffici hanno preso atto e la determina ha chiuso la questione del subappalto. Assoluta disponibilità a dialogare e approfondire il caso con le istituzioni qualora lo ritenessero necessario. Il piano anti corruzione approvato entro il 31 gennaio prevederà rigorosi controlli preventivi per evitare che spiacevoli e gravi circostanze come questa possano ripetersi, sottolineo comunque l’assenza di responsabilità politica in questa situazione”.
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