Corsico, nasce la Commissione permanente antimafia e legalità
Nell’ultima sede del consiglio comunale (in streaming), sono stati nominati i componenti della nuova commissione.
Corsico, nasce la Commissione permanente antimafia e legalità.
Corsico, nasce la Commissione permanente antimafia e legalità
CORSICO – Era attesa, sperata, annunciata. Una commissione antimafia comunale, che ora prende il nome di “Commissione permanente antimafia, legalità, trasparenza e controllo degli atti amministrativi”.
I nomi che la compongono
Nell’ultima sede del consiglio comunale (in streaming), sono stati nominati i componenti: i consiglieri Jacopo Bosi (Pd), Luigina Spaccini (Pd), Marco Gesmundo (Corsico torna grande) e, per l’opposizione, Gianluca Vitali (M5S) e Francesco Magisano (Corsico ideale). Il presidente sarà scelto in occasione della prima seduta della commissione.
Le parole del sindaco
“Un segnale importante – commenta il sindaco Stefano Ventura –, in un contesto delicato come quello del sud ovest milanese. Il gruppo lavorerà sulla cultura della legalità, sul controllo degli atti amministrativi e sulla gestione dei beni confiscati”. Insomma, c’è tanto da fare a Corsico, soprattutto dopo l’intervento di altre commissioni antimafia negli ultimi anni dell’amministrazione Errante.
Il “caso stocco” e il rimpasto della giunta Errante
Tutte sono partite dopo il “caso stocco”, il patrocinio alla sagra dello stoccafisso di fine 2016 al bar Musipane, il cui gestore aveva parentele legate al contesto mafioso. Una commissione interna, poi quella parlamentare presieduta da Rosy Bindi che aveva incoraggiato la cacciata e la “pulizia” della Giunta. Detto fatto: Errante aveva deciso per il rimpasto, cercando di allontanare critiche e imbarazzi. Infine, la commissione della Prefettura di Milano. Non erano state rilevate infiltrazioni mafiose nell’amministrazione, ma il rimpasto di Giunta era già stato eseguito. Il bar dello stocco, invece, quello a cui era stato concesso il patrocinio, è stato chiuso. Per mafia.
Una vicenda con ancora delle ombre da chiarire
Sulla vicenda stocco rimangono da chiarire ancora diversi dubbi, a partire dalla presenza di Musitano in Comune, portato da non si sa ancora chi. O la decisione di dare una nuova faccia alla Giunta, “licenziando” tutti i componenti, anche coloro che nulla c’entravano con il patrocinio. Episodi come lo stocco hanno gettato una profonda ombra su Corsico.
Le perplessità dell'opposizione
“Una gaffe che si sarebbe potuta anche evitare se ci fosse stata in Comune una commissione permanente”, ha commentato in consiglio comunale Gianluca Vitali (M5S). Sarà quindi un gruppo di lavoro che dovrà vigilare, monitorare, ma anche proporre iniziative di cultura della legalità. Qualcosa di concreto, che non rimanga solo nella retorica antimafia.
La posizione di Magisano (Corsico Ideale)
Dubbi sulla genesi della commissione li ha espressi il consigliere di opposizione Francesco Magisano (Corsico Ideale) che avrebbe voluto una “corsa ad accaparrarsi un posto in commissione. Esprimo una grossa delusione per la scarsa considerazione di questa commissione. Non vedo la passione partecipativa di tutti quei leader politici che ho visto in prima linea in questi anni”. “Qualcuno ha detto che il problema numero uno di Corsico è la ‘ndrangheta – ancora Magisano – ma questa considerazione sminuisce la grandezza del fenomeno”.
Masiero: necessario monitoraggio di presenze e infiltrazioni
Contrario Vitali: “Non vedo come considerare la criminalità organizzata il primo problema di una città possa sminuirne il significato e la grandezza del fenomeno, anzi”. La commissione dovrà ora lavorare proponendo atti concreti, come ha suggerito il consigliere Roberto Masiero (Insieme per Corsico) che ha elencato una lista di obiettivi e progetti condivisa anche da Vitali: non solo promozione della cultura della legalità, ma anche monitoraggio di presenze e infiltrazioni, studio di altre realtà pubbliche e raccolta dei dati per conoscere meglio il fenomeno. Incontri con esperti, forze dell’ordine, istituzioni e giornalisti. Protocolli d’intesa con Prefettura e occhi aperti sulle realtà più penetrate dal fenomeno, tra gioco d’azzardo e microcriminalità. Insomma, non basta raccontarsi la nota presenza della ‘ndrangheta sul territorio, ma progettare insieme un laboratorio partecipativo di legalità.
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