Capotreno aggredito da passeggero: gli aveva chiesto di indossare la mascherina

Il capotreno aveva chiesto il rispetto delle regole anti contagio, a tutela della salute pubblica.

Capotreno aggredito da passeggero: gli aveva chiesto di indossare la mascherina
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Capotreno aggredito da passeggero: gli aveva chiesto di indossare la mascherina.

Capotreno aggredito da passeggero: gli aveva chiesto di indossare la mascherina

MILANO – Il racconto arriva da un capotreno, aggredito solo perché stava svolgendo il suo lavoro e unicamente per aver chiesto il rispetto delle regole anti contagio, a tutela della salute pubblica.

A maggio il capotreno aveva denunciato episodi di razzismo sui treni

Il protagonista della storia è Marco Crudo che a maggio dello scorso anno aveva girato un video di denuncia diventato virale. All’epoca, il capotreno metteva in evidenza gli episodi di bieco razzismo che capitavano sui treni in cui viaggiava. Questa volta, ha avuto a che fare con un passeggero che non voleva mettere la mascherina.

Il suo racconto dell'aggressione

“Mi sono rivolto al viaggiatore, dicendogli di mettere la mascherina. Aveva i piedi sul sedile, seduto nell’ultimo vagone di coda. Dammela tu, ha risposto, sputando per terra a un centimetro dalle mie scarpe. Doveva ancora fare tre fermate, gli ho risposto che se non avesse indossato la mascherina sarei stato costretto a farlo scendere alla prossima fermata o a chiamare la polizia. Si è alzato e mi è venuto addosso. Ho cercato di allontanarmi e col telefono in mano ho iniziato a comporre il numero di emergenza. Lui però si è messo a urlare e mi ha spinto, avvicinandosi sempre di più col petto in aria di sfida contro la parete del treno. Ho tenuto d’occhio le sue mani per paura che potesse tirar fuori un’arma di qualsiasi genere, perché, vista la reazione, aveva tutta l’aria di uno che può possederne. Nella vettura c’era una sola persona, ma non è intervenuta”.

La fuga all'apertura delle porte del treno

Il capotreno cerca quindi di divincolarsi, “mi sono coperto  il viso con le mani, anche per evitare che mi respirasse addosso, e lui ha urlato: “chi c..o chiami, froc...tto?”. Gli ho detto di calmarsi e sono riuscito a scappare a tre vetture di distanza. Lui non mi ha seguito, probabilmente perché aveva con sé una bicicletta”. Crudo richiede subito l’intervento della Polfer ma le porte si aprono perché il treno è giunto alla stazione. “L’ho visto scendere con la sua bici, andare dietro il locomotore e attraversare i binari di corsa, probabilmente per paura che davvero potesse arrivare la polizia – ancora il capotreno –.

Individuato e denunciato grazie alle telecamere sul treno

La polizia infatti è arrivata, ma quando lui non c’era già più. Hanno preso i miei dati chiedendomi una descrizione. L’unico testimone presente ha detto di non aver capito nulla, pur avendo visto tutto”. La polizia lo chiama dieci minuti dopo: lo hanno preso e denunciato. “Sul treno ci sono le telecamere, non ci vorranno nemmeno i testimoni – aggiunge Crudo –. In sedici anni di onorato servizio sui treni non ho mai avuto un’esperienza più frustrante e spaventosa, neanche dopo aver elevato multe da centinaia di euro. Doveva arrivare una pandemia a portare con sé questa follia generalizzata.

La maleducazione delle persone che incontra tutti i giorni sui treni

Una follia che mi costringe tutti i giorni a fare le vasche su e giù per i corridoi del treno per ricordare a decine e decine di persone di indossare correttamente la mascherina. Ma io sono un privilegiato. Il capotreno che ha lo stipendio fisso. Il capotreno che ha un’area riservata per poter avere un minimo di protezione in più, dovendo stare sui treni per otto ore, e che quando chiede alla gente cortesemente di spostarsi altrove, con il treno mezzo vuoto, come risposta riceve lo sbuffo, se non la contestazione, perché non è giusto che noi abbiamo il posto riservato e loro no.

La difficoltà del suo lavoro in epoca di pandemia

Dimenticati nel primo lockdown, e ancora di più durante il secondo, è vero che abbiamo ancora un lavoro, a differenza di altri, ma è un lavoro che non è più lo stesso. Se uno prova a farlo con coscienza, controllando almeno che non vi sia sovraffollamento o gente senza mascherine, è molto probabile che possa incontrare elementi come quello che ho beccato io, oltre che rischiare quotidianamente di ammalarsi. E prendermi il covid, gli insulti, le spinte, le minacce o una coltellata, non rientra tra le mansioni per le quali sono pagato”. Lo sfogo del capotreno ha fatto il giro del web.

Le dimostrazioni di appoggio ma anche di ostilità

Molte le dimostrazioni di affetto, ma anche messaggi privati “per dirmi che se non mi piace il mio lavoro posso licenziarmi, che mi piace fare la vittima, che sto usando l’ennesimo espediente per diventare a tutti i costi famoso. Ma queste persone non hanno capito che quando succedono cose gravi, quando vedo atteggiamenti razzisti, omofobi, misogini o transfobici, io zitto non ci sto. E non ci starò mai”.

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