Proteste a Milano, i professionisti del caos devastano le strade VIDEO
Una cosa è certa: non erano loro i ristoratori e le categorie più penalizzate dalle chiusure del decreto governativo.
Proteste a Milano, i professionisti del caos devastano le strade.
Proteste a Milano, i professionisti del caos devastano le strade
MILANO – Professionisti della paura, creatori di disagi, devastatori, vandali. Li hanno chiamati in tanti modi, ma una cosa è certa: non erano loro i ristoratori e le categorie più penalizzate dalle chiusure del decreto governativo.
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Da una manifestazione pacifica al "disordine organizzato"
La protesta, esattamente come a Napoli e Torino, era iniziata in modo pacifico, con il santo diritto a manifestare la propria opinione e dissenso. Poi, le infiltrazioni dei professionisti del disordine hanno mandato tutto in fumo. Nel vero senso della parola, perché i petardi e i fumogeni da stadio lanciati in strada hanno iniziato ad annebbiare il centro di Milano, da corso Buenos Aires fino a Palazzo Lombardia, l’obiettivo da assaltare.
Non ce l’hanno fatta.
Le forze di polizia e i carabinieri hanno fatto muro, presidiando la sede della Regione e impedendo l’attacco. In quei chilometri di corteo, solo devastazione: cassonetti ribaltati, reti a protezione dei cantieri divelte, new jersey spostati per bloccare le strade e chi era in macchina poteva pericolosamente trovarsi di fronte l’ostacolo. Ma il senso del pericolo, del danno, non ha neanche sfiorato i vandali che si sono poi accaniti su scooter e moto di ignari proprietari che dovevano guardare dalla finestra mentre il corteo incappucciato prendeva i mezzi e li scaraventava in strada.
Il ricordo alle manifestazioni del 2015
Un senso di frustrazione e impotenza che ha ricordato quelle manifestazioni del 2015, i terribili black block che avevano messo a ferro e fuoco Milano. Questa volta, per fortuna, i delinquenti hanno risparmiato i negozi, ma si sono accaniti sul tram 9, fermo in mezzo alla strada perché preso a sassate, con il conducente che è dovuto scappare per non ritrovarsi in mezzo alla sassaiola. E poi, ancora devastazione, con bottiglie lanciate, anche addosso alle forze dell’ordine: un poliziotto è stato colpito alla testa, protetta per fortuna con il casco, ma è rimasto ferito.
Ferito un agente di polizia
Le immagini raccontano quattro ore di fiamme, fumo e cori contro il premier Conte, contro le forze di polizia. Le stesse immagini che riprendono ragazzi incappucciati, con caschi integrali, armati di bastoni e molotov, pronte a farle esplodere. Quindici sono stati portati in Questura, uno fermato, e anche con le manette ai polsi ha continuato a insultare la polizia. Secondo gli investigatori, si tratta di gruppi estremisti, ultrà, facce già viste a San Siro e negli scontri per strada. Professionisti del disordine. Qualcuno parla anche di gruppi anarchici, ma non una bandiera ha sventolato sul corteo, sui tanti che si sono accalcati senza mascherine, quelli che negano la presenza del virus e rivendicano a una libertà personale che però mette in pericolo gli altri.
Indagini in corso per identificare i professionisti del caos
E così, mentre gli ospedali iniziano a piegarsi alla sofferenza, i soccorritori hanno ripreso ormai da settimane a sbarellare i pazienti ai pronto soccorso intasati, mentre i lavoratori, quelli veri, sono in ginocchio e si disperano, i professionisti del caos vanno in scena e distruggono anche i buoni intenti. Dopo le 23, il corteo si sfalda, si capisce che il palazzo della Regione è presidiato e impenetrabile. Le forze dell’ordine lavorano compatte ma non caricano, cercano di arginare la massa di oltre 300 persone e la fanno disperdere. Ora, non resta che attendere le indagini per identificare chi ha distrutto. E raccogliere i cocci sulle strade devastate.
FG
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