La lettera di 52 sindaci al presidente Fontana: "Tamponi a tutti i medici e personale sanitario"
I sindaci chiedono che si adottino le stesse misure preventive in atto in Emilia Romagna e Veneto.
La lettera di 52 sindaci al presidente Fontana: "Tamponi a tutti i medici e personale sanitario".
La lettera di 52 sindaci al presidente Fontana: "Tamponi a tutti i medici e personale sanitario"
MILANO – Sono 52 i sindaci che hanno scritto al presidente Attilio Fontana. Una lettera per chiedere “tamponi a medici e personale sanitario, su modello delle regioni Emilia Romagna e Veneto”.
Il testo della lettera
“Caro Presidente – inizia la missiva –, nelle ultime ore il dibattito sulle migliori modalità di contenimento del coronavirus è stato segnato dalle decise prese di posizione dei Presidenti delle Regioni Veneto ed Emilia-Romagna. I Presidenti Zaia e Bonaccini si sono espressi per un metodo diverso rispetto a quello finora adottato nel resto del Paese (anche in Lombardia) e che era basato sulla ricerca del coronavirus solo nei soggetti già sintomatici. L’approccio proposto in Veneto ed Emilia-Romagna prevede una forte estensione dei test diagnostici anche ai soggetti asintomatici, a partire dai familiari e dai contatti dei pazienti affetti da covid-19 e con una particolare attenzione al personale sanitario, impegnato in prima linea nella gestione dell’emergenza e fortemente esposto al contagio.
Chiedono che si adottino le stesse misure in atto in Emilia Romagna e Veneto.
Naturalmente non abbiamo la pretesa di sostituirci alle autonome valutazioni delle Autorità Sanitarie e non mettiamo in dubbio che l’approccio adottato inizialmente sia stato basato sulle evidenze allora disponibili. Tuttavia, il nuovo approccio adottato in Veneto ed Emilia-Romagna ci sembra in perfetta sintonia con le recenti dichiarazioni del Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Dr.Tedros Adhanom Ghebreyesus: “Our key message is: test, test, test”. Questa dichiarazione inequivocabile si aggiunge agli studi recentemente pubblicati in letteratura, che sostengono come una parte estremamente rilevante dei contagi avvenga a partire dai soggetti asintomatici o comunque non diagnosticati per covid-19.
I limiti dell’effettuare test solo ai soggetti sintomatici
Peraltro segnaliamo come uno dei modelli ritenuti di maggiore successo nella lotta contro il Coronavirus, quello applicato in Corea del Sud, preveda l’uso estensivo dei test diagnostici anche su soggetti non sintomatici. Autorevoli voci del mondo Accademico italiano si sono inoltre espresse con chiarezza per un uso più estensivo dei test.Non sono solo le motivazioni scientifiche a muoverci nello scrivere questa lettera, naturalmente.Sono ormai costanti le esperienze sul nostro territorio, che riguardano i nostri cittadini, che evidenziano tutti i limiti dell’effettuare test solo ai soggetti sintomatici. Limiti segnalati a gran voce anche dai rappresentanti del personale sanitario: medici, infermieri, tutte le categorie denunciano non solo di sentirsi non adeguatamente protette nello svolgere il proprio compito assistenziale, ma addirittura di sentirsi responsabili di un’ulteriore espansione del contagio verso i propri pazienti, in assenza di screening rivolti ai sanitari. Una drammatica testimonianza pubblicata sul Corriere della Sera di Bergamo usa parole inequivocabili: “Ci mandano a infettarci e poi a infettare, non è etico”.
La nostra Regione sta pagando un prezzo elevatissimo
E sono continue le segnalazioni di medici che nel territorio lombardo, per la carenza dei mezzi di protezione e in assenza di screening loro dedicati, contraggono il Coronavirus, si ammalano e muoiono nello svolgimento della propria missione assistenziale. La nostra Regione sta pagando un prezzo elevatissimo a causa della diffusione del coronavirus. Territori, città, famiglie devastate dal dolore e dalla perdita dei propri casi. Un prezzo che rischia di essere ancora maggiore, se non mettiamo in campo tutti gli strumenti necessari a ridurre il numero di contagi e morti evitabili. Il concetto di “morte evitabile” non è astratto: in questo momento tocca la coscienza di ciascuno di noi.
La richiesta di un cambio di rotta
Abbiamo sostenuto da subito e senza esitazione le scelte di Regione Lombardia, con pieno spirito di collaborazione, nel rispetto dei compiti di ciascuno e con piena fiducia nel ruolo di guida della Regione e del Governo. Ma oggi scriviamo, con lo stesso spirito di rispetto e collaborazione che ci ha animato sino a ora, per chiedere non solo un segnale, ma un cambio di rotta. Chiediamo, come già avviene in Veneto ed in Emilia-Romagna, e come indicato dalle nuove raccomandazioni OMS, che il numero di test sia esteso il più possibile per agire con forza sui casi di contagio, malattia e morte evitabili. Siamo consapevoli della difficoltà che questa richiesta comporta, ma crediamo che un approccio razionale, che veda come prioritario oggetto di tutela i contatti dei pazienti Covid-19 e il personale sanitario, sia perfettamente percorribile. In particolare al personale sanitario devono essere garantiti adeguati dispositivi di protezione e la possibilità di uno screening precoce. Siamo certi che condividerete l’urgenza delle misure che proponiamo. Siamo certi comprenderete la nostra viva preoccupazione per la salute dei nostri concittadini”.
I sindaci firmatari:
comune di Arese - Michela Palestra
comune di Arluno - Moreno Agolli
comune di Baranzate - Luca Elia
comune di Basiglio - Lidia Reale
comune di Bellinzago Lombardo - Angela Comelli
comune di Binasco - Riccardo Benvegnu
comune di Bollate - Francesco Vassallo
comune di Buccinasco - Rino Pruiti
comune di Carpiano - Paolo Branca
comune di Casarile - Silvana Cantoro
comune di Cassano d’Adda - Roberto Maviglia
comune di Castano Primo - Giuseppe Pignatiello
comune di Cernusco sul Naviglio - Ermanno Zacchetti
comune di Cerro al Lambro - Marco Sassi
comune di Cesano Boscone - Alfredo Simone Negri
comune di Cornaredo - Yuri Santagostino
comune di Dairago - Paola Rolfi
comune di Dresano - Vito Penta
comune di Gaggiano - Sergio Perfetti
comune di Gessate - Lucia Mantegazza
comune di Gorgonzola - Angelo Stucchi
comune di Inveruno - Sara Bettinelli
comune di Liscate - Lorenzo Fucci
comune di Locate di Triulzi - Davide Serrano
comune di Magnago - Carla Picco
comune di Masate - Pamela Tumiati
comune di Melegnano - Rodolfo Bertoli
comune di Nosate - Roberto Cattaneo
comune di Novate Milanese - Daniela Maldini
comune di Noviglio - Nadia Verduci
comune di Paderno Dugnano - Ezio Casati
comune di Paullo - Federico Lorenzini
comune di Pero - Maria Rosa Belotti
comune di Peschiera Borromeo - Caterina Molinari
comune di Pieve Emanuele - Paolo Festa
comune di Pioltello - Ivonne Cosciotti
comune di Pozzuolo Martesana - Silvio Lusetti
comune di Pregnana Milanese - Angelo Bosani
comune di Rho - Pietro Romano
comune di Rosate - Daniele Del Ben
comune di San Donato Milanese - Andrea Checchi
comune di San Zenone al Lambro - Arianna Tronconi
comune di Segrate - Paolo Micheli
comune di Settimo Milanese - Sara Santagostino
comune di Solaro - Nilde Moretti
comune di Trezzano sul Naviglio - Fabio Bottero
comune di Truccazzano - Franco De Gregorio
comune di Vanzago - Guido Sangiovanni
comune di Vernate - Carmen Manduca
comune di Vimodrone - Dario Veneroni
comune di Vizzolo Pedrabissi - Luisa Salvatori
comune di Zibido San Giacomo - Sonia Belloli
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