La villa bunker della 'ndrangheta diventa una casa protetta per mamme sole
La Tua Casa: un posto sicuro dove mamme in difficoltà possano crescere i figli e riprendere in mano la propria vita.
La villa bunker della 'ndrangheta diventa una casa protetta per mamme sole.
La villa bunker della 'ndrangheta diventa una casa protetta per mamme sole
BUCCINASCO – Dentro la villetta a tre piani in via Odessa ci abitava Paolo Sergi, feroce boss sanguinario imparentato con la ‘ndrina dei Papalia, condannato a sei ergastoli per omicidi, droga ed estorsioni. Dopo una lunga malattia, il boss è morto nel 2016, a 68 anni.
La chiamavano “la villa bunker”
Il quartier generale dei Sergi, cognome che ha scritto le pagine nere della storia di Buccinasco, con i parenti del boss ancora oggi dentro le indagini degli inquirenti che vogliono fare luce sulla presenza della ‘ndrangheta al Nord. La villa è stata sequestrata e confiscata e dopo un’esperienza non riuscita (era diventata un asilo privato), il Comune ha deciso di riaprire le porte dell’abitazione: ha estinto il debito e ha dato il via a un bando.
La Tua Casa: un aiuto concreto
Ora, la villa bunker è diventata La Tua Casa, una Comunità Mamma Bambino gestita dalla Cooperativa Sociale Aibc, in collaborazione con Ai.Bi. Amici dei Bambini. Un luogo protetto, dove mamme che stanno attraversando un momento di difficoltà potranno trovare un posto sicuro dove crescere i figli e riprendere in mano la propria vita con un aiuto concreto. Al taglio del nastro, al fianco del sindaco Rino Pruiti, il presidente di Aibc Ermes Carretta, Franco Mirabelli della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie, Monica Forte, presidente della Commissione speciale Antimafia, anticorruzione, trasparenza e legalità di Regione Lombardia, Barbara Agogliati in rappresentanza della Città metropolitana di Milano, Gian Antonio Girelli di Avviso Pubblico e Roberto Bellasio dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati che ha sottolineato come “Buccinasco sia un esempio di buona gestione dei beni confiscati: tutti sono destinati a progetti sociali importanti, ed è così che andrebbero utilizzati”.
Testimonianza viva
La pensa allo stesso modo il primo cittadino: “Il riutilizzo sociale dei beni confiscati nel segno della legge voluta da Pio La Torre è la testimonianza viva della vittoria dello Stato sulla criminalità organizzata. Oggi lo Stato vince e finalmente questa villa un tempo abitata da una famiglia legata alla ‘ndrangheta torna a vivere a sostegno delle mamme fragili, rispondendo a un bisogno crescente”. Scopo del progetto è “prevenire l’abbandono e tutelare la maternità, garantendo protezione e sostegno a mamme sole e ai loro bambini, spesso vittime di violenza, abuso e deprivazione materiale e affettiva.
Il progetto
Ma l’obiettivo – spiega Ermes Carretta, presidente della cooperativa sociale Aicb – è anche quello di far sì che con il tempo queste donne riescano a diventare autonome, raggiungendo un inserimento sociale e lavorativo”. Un progetto che risponde a un bisogno diffuso, sempre più critico, in base ai dati nazionali che parlano di 30mila bambini fuori famiglia, minori momentaneamente alluntanati dai genitori per gravi situazioni, e 15mila bambini in affido. La Tua Casa è già avviata, pronta per ospitare mamme e piccoli, grazie anche alla sinergia con associazioni e gruppi che si sono messi a disposizione per dare una mano. “Se oggi siamo qui – aggiunge il presidente di Ai.Bi. – lo dobbiamo anche alle aziende che hanno reso possibile questo progetto, credendoci e sostenendolo fin dall’inizio. Un grande grazie va ai nostri partner Ikea, Alessi, Esther Burton, Microelettrica Scientifica e a Gianluca Guidi per aver promosso, insieme alle Officine del Teatro Italiano e a Viola Produzioni, la raccolta fondi che si è svolta in occasione della scorsa stagione della commedia musicale Aggiungi un posto a tavola. Insieme, abbiamo realizzato qualcosa di grande”.
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