Manutenzione impianto di riscaldamento di casa
Dalla pulizia al controllo dei fumi obbligatorio, passando per le operazioni ordinarie degli impianti, che siano autonomi o condominiali
Manutenzione impianto di riscaldamento di casa, un argomento importante. Siamo ancora in estate, le vacanze si sono appena concluse ma è già ora di guardare avanti. Nel giro di una manciata di settimane le temperature si abbasseranno sensibilmente e, presi fra i mille impegni della vita quotidiana, sarà già ora di accendere il riscaldamento. Pensateci bene, è proprio così: il tempo scorre inesorabilmente e lo fa con grande velocità. E allora siamo già alle prese con la manutenzione, i controlli e la pulizia della nostra caldaia, sia che si abiti in condominio che in un’abitazione privata. In primis serve fare un distinguo.
Manutenzione impianto di riscaldamento
Se abitate in un condominio con riscaldamento centralizzato (soluzione sempre meno frequente) sarà compito dell’amministratore condominiale, in quanto responsabile dell’impianto termico, contattare il tecnico per svolgere le operazioni necessarie sulla caldaia. Discorso diverso invece per chi gode del riscaldamento autonomo: preoccuparsi di contattare i professionisti indicati per la manutenzione della caldaia sarà dovere del proprietario dell’appartamento (oppure dell’affittuario). Stessa soluzione ovviamente per chi abita in un’unità immobiliare privata, qualunque essa sia.
Non farsi trovare impreparati
Una cosa è certa, l’importante è non farsi trovare impreparati. Sì, perché è meglio scoprire eventuali problematiche quando ancora la caldaia non ci serve, piuttosto che accorgersi di un malfunzionamento proprio nel mezzo di un periodo di bisogno. Trovarsi a dicembre senza riscaldamento e senza acqua calda è una condizione che non si augura a nessuno. E allora, anche se ci troviamo soltanto ad inizio settembre, è bene darsi da fare, iniziare a programmare gli interventi utili per il nostro impianto di riscaldamento domestico. Come da tradizione i riscaldamenti al nord si possono accendere a partire dal 15 ottobre: manca poco più di un mese, non stiamo parlando di un periodo così ampio. Insomma, la riaccensione è dietro l’angolo.
La pulizia della caldaia
In sostanza sono tre le operazioni che si possono sostenere sulla nostra caldaia. Partiamo con la pulizia. Si tratta di un controllo dei suoi componenti, volto ad assicurarsi che sia tutto in ordine, che l’usura non abbia compromesso alcuni particolari tecnici. Se è tutto ok, significa che la caldaia sarà efficiente e sicura. Sembra tutto semplice? In ogni caso accantonate l’idea del fai-da-te, è meglio far eseguire l’operazione da un tecnico specializzato.
Il libretto di impianto
Lo stesso vale per la seconda operazione, strettamente connessa alla prima, ossia la manutenzione ordinaria della caldaia. In questo caso sono previsti una serie di controlli e prove tecniche aventi l’obiettivo di verificare il corretto funzionamento del generatore. A partire dal 2014 chi possiede un impianto di riscaldamento o di climatizzazione estiva sarà in possesso del libretto relativo all’impianto (chiamato «Libretto di impianto per la climatizzazione»). Su questo documento, una sorta di carta d’identità dell’impianto, i vari tecnici registreranno gli interventi effettuati, partendo dalla prima accensione per arrivare alla suddetta manutenzione ordinaria. Senza scordarsi di eventuali interventi straordinari.
E il portafogli…
Ed è proprio su questo libretto che deve essere indicata di volta in volta la data del prossimo intervento. Questo vale per la manutenzione ordinaria. Mentre per il controllo dei fumi la legge predispone tempistiche ben precise a seconda del tipo di impianto che si possiede, come vedremo in seguito. Inoltre non va scordata un’annotazione molto semplice quanto importante. Una caldaia che lavora bene assicura una riduzione considerevole nei consumi energetici, intervenendo dunque anche sul portafogli.
Il controllo dei fumi
Arriviamo dunque alla terza operazione riguardante manutenzione impianto di riscaldamento, ossia il controllo dei fumi. Entriamo qui in una disposizione obbligatoria per legge, da effettuare con regolarità: con l’espressione «controllo dei fumi» si intende valutare l’efficienza energetica della caldaia. Il tecnico incaricato misurerà la concentrazione di ossido di carbonio contenuta nei gas di scarico. E così facendo è possibile determinare l’impatto che il generatore ha sull’ambiente. Il controllo dei fumi ha scadenza ben precise, differenti per tipo di impianto e combustibile utilizzato. Per le caldaie con potenza superiore a 10 kW e inferiore a 100 kw, che funzionano con combustibile liquido o solido, i controlli vanno effettuati ogni due anni.
Le altre tempistiche
Mentre per le caldaie con potenza superiore a 10 kW e inferiore a 100 kW, a gas, metano o GPL, i controlli vanno effettuati ogni quattro anni. Invece per impianti termici con potenza superiore a 100 kW, che funzionano con combustibile liquido o solido, i controlli vanno effettuati una volta l’anno. E per le caldaie con potenza superiore a 100 kW, che funzionano a gas metano o GPL, i controlli vanno effettuati ogni 2 anni.
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