Ad Assago addio a Pinuccio. Orgogliosi di lui, non lo dimenticheremo (VIDEO e FOTO)

"Ricordiamo Pinuccio come un uomo gentile, disponibile, generoso. Siamo orgogliosi di lui e di quello che ha fatto indossando la nostra divisa".

Ad Assago addio a Pinuccio. Orgogliosi di lui, non lo dimenticheremo (VIDEO e FOTO)
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Ad Assago addio a Pinuccio. Orgogliosi di lui, non lo dimenticheremo.

Ad Assago addio a Pinuccio. Orgogliosi di lui, non lo dimenticheremo

ASSAGO – La chiesa di Santa Maria sembra fatta apposta per i funerali. Perché è grande, e si chiude a cerchio, come un abbraccio enorme. I pompieri in divisa si sono schierati intorno alla bara, come a proteggerla. Come ad abbracciarla. Fuori, le camionette dei vigili del fuoco, le macchine dei carabinieri, dei finanzieri, della polizia locale, della protezione civile. Le ambulanze dei soccorritori.

Quei 28 gradini...

La scalinata della chiesa è lunghissima: ventotto gradini. Una scalata. La bara di Pinuccio l’hanno portata in spalla i suoi colleghi. Prima in salita, poi in discesa. Se li sono fatti tutti, uno per uno. Prima per portarla in chiesa, piena, pienissima di gente. Con sopra i fiori arancioni e rossi, come le fiamme che Pinuccio spegneva con coraggio. Poi, in discesa, verso il mezzo dei pompieri. L’hanno lasciata lì sopra, per salutarlo l’ultima volta.

In chiesa don Franco ha parlato della gioia del dare, “di donarsi. Pinuccio si è donato, si è prestato. Un uomo prezioso, non solo per la famiglia che lo amava, ma anche per la società. È dura, è difficile andare avanti. Una battaglia da vivere giorno dopo giorno, con gli occhi offuscati dal pianto. Ma Pinuccio non ci lascia: ciò che lui è rimane. Ci ha detto tante cose attraverso la sua vita, vissuta con dedizione fino all’ultimo gesto”.

Dedizione. Coraggio. Impegno.

Ne ha parlato anche il collega di lavoro, dell’Agenzia delle Entrate: “Pinuccio era capace di creare affetto. Era tenace, mi chiamava per le uscite in bici e non lo spaventava sole bollente o pioggia. Quando foravo si metteva a cambiarmi la gomma, con un sorriso che non scorderò mai. Mi piace ricordarlo in sella alla bici perché è un po’ una metafora di come affrontava le avversità, a cui rispondeva con una corrente di amore puro”.

Le parole di Dante Pellicano

Sull’altare è salito anche Dante Pellicano, direttore regionale dei vigili del fuoco, che da subito è rimasto al fianco dei “suoi” ragazzi. Ha voluto ringraziare tutti, dal questore Marcello Cardona al prefetto Luciana Lamorgese “che ci è stata vicina in ogni istante. Grazie a tutte le autorità che hanno fatto sentire il loro abbraccio attorno ai vigili del fuoco e alla famiglia. Al capo del Corpo Gioacchino Giomi e al capo del distaccamento di Pieve di cui Pinuccio faceva parte, Matteo Radaelli.

Ricordiamo Pinuccio come un uomo gentile, disponibile, generoso. Siamo orgogliosi di lui e di quello che ha fatto indossando la nostra divisa. Il nostro affetto va alla sorella Maria, allo zio Antonio, diventato lo zio di tutti, alla compagna Amalia che mai dimenticheremo: è parte della nostra famiglia. Persone stupende e gentili, sempre, anche quando avevano un grande motivo per essere arrabbiati”.

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Rabbia e lacrime

E la rabbia c’era, il pensiero che quella maledetta trave nel capannone di San Donato ha ceduto e ha ucciso un uomo buono. Ingiusto, un destino scorretto. La rabbia come fiamme, che bruciava dentro ai compagni, a chi lo ha conosciuto. A chi ha visto la bara lì al centro della chiesa e non ce l’ha fatta a trattenere le lacrime. Poi, a metà della messa, la pioggia battente, a secchiate. Dal cielo è scesa giù tanta acqua, come quella che Pinuccio usava per spegnere gli incendi. Ora spegneva la rabbia. Lasciava il dolore. L’affetto. L’amore.

I compagni di Pinuccio

I compagni e la squadra di Pinuccio La Vigna, si sono raccolti alla camera ardente allestita questa mattina alla caserma di via Nilde Iotti. Davano una carezza al suo armadietto. Poi, tutti, si sono ritrovati in chiesa, schierati. Dietro, le istituzioni, i sindaci dei Comuni vicini, i gonfaloni tenuti alti. Di fianco, l’amata Amalia, capelli ricci e scuri, occhi gonfi. Teneva in mano la foto e l’elmetto del suo Pinuccio, con cui aveva i sogni di una vita normale. Hanno portato la cassa via, in direzione Campobasso, dove era nato Pinuccio: qui si terrà un’altra cerimonia, dopo la commemorazione dei giorni scorsi a Pieve Emanuele, per ricordare il pompiere buono. I compagni di Pieve partiranno all’alba, per esserci.

Le note tanto amate e poi il silenzio

Hanno suonato le note dell’oboe del film Mission in chiesa, mentre portavano via Pinuccio sotto il rumore bello degli applausi. E tanti piangevano. Poi hanno cantato l’Ave Maria. E a Pinuccio che amava la lirica sarebbe piaciuto. I rumori che hanno accompagnato l’ultimo saluto al pompiere. La pioggia battente, la musica, i singhiozzi, gli applausi, le campane della chiesa, le sirene dei pompieri. Poi, silenzio.

Francesca Grillo

 

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