L'atletica leggera piange la campionessa Maura Viceconte morta suicida

Il suo nome figura ancora nell’albo dei primati italiani accanto alla specialità dei 10.000 metri.

L'atletica leggera piange la campionessa Maura Viceconte morta suicida
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L'atletica leggera piange la campionessa Maura Viceconte morta suicida.

L'atletica leggera piange la campionessa Maura Viceconte morta suicida

CESANO BOSCONE – Aveva corso maratone in tutta Italia, anche a Cesano Boscone, ottenendo sempre ottimi piazzamenti e suscitando ammirazione da parte di sportivi e appassionati della maratona. Maura Viceconte, 51 anni, era anche un’olimpionica, aveva gareggiato nel 2000 a Sydney ed è ancora oggi primatista italiana nei 10mila metri.

Una fine tragica

Una notizia terribile: Maura si è suicidata, impiccandosi a un albero a Chiusa di San Michele, in Val di Susa, Torino. “Una fine tragica, improvvisa. Un colpo di scena che non ci si aspettava. Maura era una donna di genuinità e sensibilità non comuni – ricorda con tristezza la Fidal, Federazione italiana di atletica leggera –. Sul finire degli anni ’90 inizio anni 2000, aveva avuto un crescendo agonistico davvero importante spostando in avanti il limite del mezzofondo prolungato italiano: tant’è vero che il suo nome figura ancora nell’albo dei primati italiani accanto alla specialità dei 10.000 metri”.

Dall'atletica alla malattia

Lo scorso anno l’ex azzurra aveva presentato un docufilm con cui aveva deciso di festeggiare il suo 50esimo anno: “La vita è una Maratona. La corsa il mio modo di vivere”, il titolo dell’opera. “Ora che il progetto è concluso vorrei che questo racconto possa diventare uno stimolo e una spinta per i giovani a intraprendere la strada della corsa e dello sport in generale”, aveva commentato Maura. Una donna forte, combattiva: nel 2007 aveva affrontato con coraggio la notizia di un cancro al seno. Aveva corso maratone a Venezia, Montecarlo, Roma e Cesano Boscone, nel 1994, diventando campionessa italiana proprio qui. Ma anche gare internazionali a Vienna, Praga, Budapest (con la conquista del bronzo agli Europei). “Un’eredità che andrà sicuramente raccolta – hanno detto dalla Fidal – anche se al momento a prevalere è un senso di tristezza infinita. Tutta l’atletica italiana si stringe attorno ai famigliari”.

FG

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