'ndrangheta | Processo Cerberus, condannati gli imputati in Cassazione

Fine del processo-odissea durato 11 anni sulla gestione del movimento terra a Buccinasco.

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BUCCINASCO – Quando Salvatore Barbaro, figlio di Domenico, Micu l’Australiano, capostipite della cosca, è uscito dal carcere a ottobre e ha fatto ritorno nella “sua” Buccinasco, i suoi legali avevano spiegato che aveva scontato la sua pena (per bancarotta e illecita concorrenza aggravata dal metodo mafioso – per associazione mafiosa era stato assolto), aggiungendo: “Ora vedremo per il resto”.

Un processo odissea

Per il resto, intendevano il processo-odissea Cerberus partito da un’inchiesta della Dda che ha voluto fare luce sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta, associazioni mafiose e monopoli nella gestione (criminale) del movimento terra a Buccinasco e nei cantieri. Dopo undici anni dall’inizio del processo, la parola fine è stata messa nei giorni scorsi: condanne confermate in Cassazione per gli imputati.

La sentenza definitiva

Nove anni per Salvatore Barbaro, 6 al cognato Mario Miceli e 4 e mezzo a Maurizio Luraghi, l’imprenditore della Lavori Stradali che si era detto “vittima della mafia”, senza convincere troppo i giudici. Altri due imputati nel processo: il fratello di Salvatore, Rosario, che ha rinunciato al ricorso in Cassazione (pena 7 anni) e il padre Domenico. A uccidere Domenico Micu è stato l’Alzehimer che gli ha consumato mente e corpo fino alla morte, avvenuta nel 2016, pochi mesi prima di compiere 80 anni.

Confermata la decisione in Appello

La cassazione ha quindi confermato quello che aveva deciso la Corte d’Appello nel 2017, sottolineando il sodalizio criminale per aggiudicarsi lavori e monopolio nel campo del movimento terra. A capo dell’organizzazione, Salvatore che ha ereditato dal suocero Rocco Papalia la “passione” per i cantieri (“Buccinasco l’abbiamo costruita noi”, rivendicava Papalia). Il processo che ha fatto luce sull’associazione mafiosa giunge quindi alla fine, ma dopo undici anni trascorsi tra richieste formulate dalla Dda (con la pm Alessandra Dolci), accolte nel 2010, ribaltamenti e annullamenti (nel 2015 la Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’Appello).

Nel 2017 un ulteriore stop: un’altra giudice (circa la ventesima) si è dichiarata incompatibile perché l’ex marito, anche lui giudice, aveva preso parte a precedenti sentenze. Nei giorni scorsi, finalmente, la Cassazione ha messo la parola fine con una sentenza storica che conferma le penetrazioni a Buccinasco e il predominio criminale della cosca nel movimento terra del Sud Milano.

Francesca Grillo

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