Note dal XVI Pellegrinaggio San Riccardo Pampuri da Assago a Trivolzio - FOTO
Oltre 3500 i fedeli giunti da diverse località del territorio lombardo.
Note dal XVI Pellegrinaggio San Riccardo Pampuri da Assago a Trivolzio.
Note dal XVI Pellegrinaggio San Riccardo Pampuri da Assago a Trivolzio
Camminiamo tanto, anzi corriamo nelle nostre frenetiche giornate e settimane. Ma un cammino ha più senso quando esiste una méta chiara e qualcosa a cui guardare o qualcuno con cui camminare. Questo Qualcuno per il cristiano è Gesù, è Lui il “compagno di cammino” alla storia e alle prove personali di ciascuno. I Pellegrinaggi a piedi non sono poi un’invenzione moderna, hanno radice nel cuore umano che cerca senso e felicità vera: i primi famosi pellegrini sono stati i Re Magi, ma ogni epoca ha i suoi cammini. Oggi da Compostela a Czestochowa alla via Francigena si sta un po’ riscoprendo questo gesto semplice e grandissimo.
Il pellegrinaggio nell'era social
La mentalità imperante, segnata soprattutto dai social media, dice che una persona esiste solo se “appare” e ha tanti “amici virtuali”. Per essere felice “devi” aumentare i “likes”, importi in ogni modo e farti notare; gli obiettivi imposti sono identificati con soldi, carriera, salute perfetta o bellezza. Prove, sofferenza, fatiche sono invece parti “reali” della vita che non si possono cancellare dietro ai click o ai “mi piace”. La tecnologia può quindi aiutare, ma non potrà mai sostituire il desiderio di felicità dell’uomo. Ancora Papa Francesco ricorda che “è sempre necessario lottare e stare in guardia...non ci facciamo da soli e non esiste piena identità senza appartenenza ad un popolo”. I Santi, soprattutto quelli “popolari “ più vicini a noi (S.Riccardo muore nel 1930, ma pensiamo a S.Giovanni Paolo II o Madre Teresa),sono lì a ricordarlo.
Il cammino verso Trivolzio
“Abbi grandi desideri e mira sempre in alto” amava dire S.Riccardo ai suoi amici. Don Carlo Casati ha guidato ancora una volta i pellegrini a tenere alto questo sguardo e penetrare il mistero del cammino come metafora della vita attraverso gesti semplici: la preghiera del S.Rosario alla Madonna, brani dalla lettera di Papa Francesco “Gaudete et Exultate”, canti e momenti di convivenza; una vera esperienza di fede in un gesto semplice e concreto, per chi ha fede e per chi la cerca. Camminando, ognuno affida a San Riccardo –medico dei corpi e delle anime- un’intenzione per sé o la famiglia, le persone care o gli ammalati, i ragazzi che iniziano la scuola, i problemi del lavoro. La fatica cresce con i km, ma fatta assieme ad altri rende consapevoli che il popolo cristiano nella Chiesa è davvero sostegno alle prove personali di ognuno.
Tradizione e bellezza
L’ordinato e folto gruppo di pellegrini (alla prima edizione erano solo un centinaio) si è silenziosamente ritrovato alle 6,45 al Naviglio Pavese fra Assago e Rozzano per iniziare le 5 ore di cammino sui 20 km del percorso, attraversando lungo il suggestivo corso d’acqua i comuni di Assago, Rozzano, Zibido san Giacomo, Binasco, per poi inoltrarsi nelle campagne dorate dai rigogliosi campi di riso ormai maturo, fino alla Chiesa di Trivolzio che custodisce il corpo di San Riccardo e dove si è celebrata la S.Messa conclusiva, anche quest’anno presieduta dal vescovo di Pavia, mons. Corrado Sanguinetti. I tanti volontari bene organizzati fanno sì che tutto si svolga con ordine e sicurezza. Senza dubbio una esperienza “forte” e anche molto bella per i luoghi attraversati.
Paolo Vagni