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La Comunità del cibo del Parco Agricolo Sud Milano e l’ETS BuonMercato: l’intervista a Gennaro Pepe

Tra campi, cascine e piccoli produttori in questo territorio nasce e cresce un’idea di agricoltura sostenibile che guarda al futuro senza dimenticare il territorio, le origini, le tradizioni

La Comunità del cibo del Parco Agricolo Sud Milano e l’ETS BuonMercato: l’intervista a Gennaro Pepe

In un’area che resiste alla pressione della metropoli più grande d’Italia, il Parco Agricolo Sud Milano rappresenta oggi uno degli ultimi argini contro la cementificazione e l’omologazione del cibo. Qui, tra campi, cascine e piccoli produttori, nasce e cresce un’idea di agricoltura sostenibile che guarda al futuro senza dimenticare il territorio, le origini, le tradizioni.

La Comunità del cibo del Parco Agricolo Sud Milano e l’ETS BuonMercato: l’intervista a Gennaro Pepe

Ne abbiamo parlato con Gennaro Pepe, presidente di BuonMercato e figura importante della Comunità del cibo del Parco Agricolo Sud Milano, una rete che riunisce agricoltori, amministrazioni, associazioni e gruppi d’acquisto con l’obiettivo di proteggere e valorizzare le produzioni locali, biologiche e rispettose dell’ambiente.

Dalla nascita dell’associazione alle sfide quotidiane, passando per il rapporto con le istituzioni e le prospettive a lungo termine, questa intervista racconta un progetto che prova a ricucire il legame tra città e campagna, tra chi produce il cibo e chi lo consuma.

Raccontami un po’ quando nasce l’associazione e con quali obiettivi?

La Comunità del cibo del Parco agricolo Sud Milano è nata a luglio 2023 come una rete informale, costituita da una cinquantina di soggetti tra produttori, amministrazioni locali, associazioni e gruppi d’acquisto, con l’intento di proteggere il Parco Agricolo Sud Milano e valorizzarne le attività che sono sostenibili dal punto di vista ambientale. Quindi soprattutto il lavoro dei piccoli produttori agricoli che adottano la coltivazione biologica. Il presidente della  Comunità è Patrizio Monticelli.

Che cosa rappresenta per voi e per la Comunità del Cibo il Parco Agricolo?

Per noi il Parco Agricolo Sud Milano è una porzione del territorio della Lombardia da proteggere in tutti i modi, in particolare dalla cementificazione e dall’inquinamento. Vogliamo realizzare questa protezione – come dicevo prima – con la valorizzazione delle attività sostenibili a livello ambientale. Non solo a parole, ma attraverso un sostegno concreto che riteniamo ovviamente più efficace.

Quali sono le attività che svolgete nel Parco?

Le attività che facciamo sono principalmente la promozione della distribuzione e del consumo dei prodotti dei piccoli agricoltori che lavorano in maniera sostenibile e principalmente con metodo biologico nel Parco Agricolo Sud. Ad esempio, con la promozione dei mercatini a chilometro zero. Poi cerchiamo di promuovere una cultura del cibo che sia fondata sul consumo prevalente di prodotti locali con attività nelle scuole che abbiamo realizzato anche con Slow Food. Inoltre, stiamo promuovendo l’introduzione all’interno dei bandi per le mense pubbliche di clausole che consentano di dare priorità ai prodotti agricoli locali e biologici, quindi produzioni sostenibili a livello ambientale.

Le istituzioni vi hanno dato una mano in questi anni? In che modo?

Molte istituzioni, a vari livelli ci sono vicine. Alcune hanno aderito direttamente alla Comunità del Cibo e quindi ne fanno parte e ci supportano nella varie attività: l’organizzazione di mercatini, la promozione della cultura del cibo locale e delle produzioni sostenibili, nella realizzazione di bandi per le mense con maggiore attenzione ai prodotti locali, nella salvaguardia e protezione del territorio. Anche il Parco Agricolo Sud stesso ci è molto vicino e sia l’ex presidente che quello attuale, Andrea Checchi, hanno apprezzato la nostra comunità e attività.

Quali sono le difficoltà maggiori che affrontate nel vostro lavoro quotidiano?

Sembra paradossale, vista la vicinanza delle istituzioni e il loro aiuto reale, ma una delle difficoltà più concrete che abbiamo avuto è la lungaggine della macchina burocratica. Dall’organizzazione dei mercatini a chilometro zero fino ai bandi per le mense. L’iter approvativo è spesso tortuoso. Ad esempio, ci stiamo mettendo davvero tanto per le approvazioni per un mercatino contadino abbastanza importante che dovrebbe prendere il via a Milano in zona De Angeli. Per quel che riguarda le mense, invece, bisogna fare i conti con i tempi dei bandi pubblici che sono sempre molto dilatati.

Quali sono i prossimi obiettivi? Come vedete il vostro futuro tra dieci anni?

I nostri obiettivi nel breve termine sono quelli di concretizzare una serie di azioni che stiamo pianificando da un po’ di tempo. Come dicevo prima vedere il mercato contadino di Milano prendere il via sarà già un traguardo importante. E inoltre concretizzare la collaborazione con alcune amministrazioni comunali riguardo i temi dell’appalto per la mensa, quindi dal punto di vista della ristorazione collettiva. Abbiamo riscontrato una certa sensibilità da questo punto di vista, ma poi vorremmo vedere nero su bianco che questi principi siano applicati concretamente nelle scelte dell’amministrazione all’interno dei bandi che pubblicano. Un altro tema che ci sta a cuore è la conoscenza del Parco Agricolo Sud da parte di chi vive in città ma anche e soprattutto di chi ci vive dentro. Vorremmo lavorare di più per far conoscere il Parco sia dal punto di vista della fruibilità anche turistica, ma soprattutto di conoscenza dei suoi produttori e dei suoi prodotti. Non solo attraverso i mercatini, ma anche attraverso gli strumenti digitali e la comunicazione in generale.

A chiudere, un messaggio finale sulla vostra Comunità

La Comunità del Cibo si propone per essere trasversale rispetto a una molteplicità di soggetti che operano all’interno del Parco Agricolo Sud Milano, ma spesso senza un coordinamento, una visione d’insieme e degli obiettivi comuni. Vogliamo aiutare tutti i soggetti ad entrare in relazione sempre più stretta per tenere vivo e vitale il territorio del Parco. Un territorio di campagna, fuori dal contesto iper urbanizzato di Milano, che però produce cibo di cui la città ha bisogno. Sappiamo che è un discorso complesso che richiede anche un investimento notevole e oggi i flussi alimentari di Milano non hanno nulla a che fare con il territorio che la circonda. Vorremmo ricucire questo rapporto tra i cittadini, la città e il territorio in cui vivono ed esistono.

Intervista di Fabio Fagnani