si va verso l'archiviazione

Molestie e aggressioni nella notte di Capodanno in Duomo: nessun responsabile identificato

Non ha portato a identificare nessun responsabile l'inchiesta sulle violenze denunciate da una studentessa di Liegi e da altre vittime la notte dello scorso Capodanno

Molestie e aggressioni nella notte di Capodanno in Duomo: nessun responsabile identificato

Nessun responsabile è stato individuato dalle indagini sulle violenze e gli abusi che si sono consumati in Piazza Duomo la notte di Capodanno 2024/25 nei confronti di una studentessa belga di Liegi. Il procedimento, attualmente a carico di ignoti, sembra quindi avviato verso una probabile archiviazione.

Molestie e aggressioni nella notte di Capodanno in Duomo

MILANO – Le indagini sulla presunta violenza sessuale denunciata da una studentessa belga di 20 anni, e poi in seguito anche da altre vittime, che aveva raccontato di essere stata aggredita nella notte di Capodanno 2024/2025 in piazza Duomo, non hanno fornito elementi utili a individuare i responsabili.

La denuncia della ragazza belga

La giovane, originaria di Liegi, si trovava a Milano con cinque amici per festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Dopo il rientro in Belgio aveva riportato l’accaduto ai media locali e successivamente anche agli investigatori italiani, che si erano recati a Liegi per raccogliere la sua testimonianza direttamente.

Secondo il racconto della ragazza, il gruppo di amici sarebbe stato accerchiato da circa 30-40 persone nei pressi dell’ingresso della Galleria Vittorio Emanuele. Diversi individui li avrebbero palpeggiati sotto i vestiti, senza tuttavia denudarli. La situazione si sarebbe conclusa quando un uomo, intervenuto per aiutare sua moglie – anch’essa molestata – è riuscito a far allontanare il gruppo, liberando anche la studentessa e gli amici.

Nessun responsabile identificato

L’inchiesta è stata condotta dalla Squadra Mobile di Milano, sotto il coordinamento della pm Alessia Menegazzo con l’aggiunta Letizia Mannella. Nonostante mesi di verifiche, l’analisi dei filmati delle videocamere presenti nell’area non ha permesso di identificare alcun sospetto né di ricostruire con certezza i momenti dell’aggressione.La Procura ha valutato l’ipotesi che l’episodio possa rientrare nel fenomeno del taharrush gamea, forma di molestia collettiva che si manifesta con aggressioni di gruppo nei confronti delle donne.

Con l’assenza di riscontri oggettivi e l’impossibilità di individuare i responsabili, il fascicolo potrebbe essere chiuso nelle prossime settimane.