L’uomo, residente a Milano, ma di fatto senza fissa dimora, dal 2022 costringeva la famiglia a vivere a Corsico in una baracca isolata, priva di servizi igienici ed elettrici, riducendola ad una condizione di estremo degrado e precarietà.
28enne salvadoregno arrestato per maltrattamenti e violenza sessuale
CORSICO – È stato arrestato mercoledì 5 novembre dalla Polizia di Stato un cittadino salvadoregno di 28 anni, irregolare sul territorio nazionale, gravemente indiziato di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale nei confronti della donna convivente e dei due figli minori.
L’uomo è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della Procura della Repubblica di Milano – V Dipartimento, e notificata dagli agenti della Squadra Mobile.
Indagine al via dopo la denuncia di aggressione della convivente
L’indagine ha preso avvio dopo la denuncia della donna, che ha trovato il coraggio di rivolgersi alle forze dell’ordine in seguito all’ennesima aggressione. Dal racconto sono emersi anni di violenze fisiche e psicologiche, subite spesso alla presenza dei figli o con loro stessi vittime delle percosse.
Picchiava la compagna con i cavi elettrici
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la relazione, durata circa cinque anni, era segnata da un clima di terrore e sopraffazione. La convivente sarebbe stata picchiata con cavi elettrici, colpita con pugni, calci e persino con un machete, riportando ferite e un grave stato di sofferenza morale e psichica. L’uomo, inoltre, avrebbe più volte costretto la compagna a subire rapporti sessuali contro la sua volontà, anche durante la gravidanza, e inflitto violenze ai figli minori, obbligandoli ad assistere alle aggressioni contro la madre e spingendoli a imitarlo.
La famiglia viveva in una baracca a Corsico, tra minacce, botte e abusi
Dal 2022, la famiglia viveva a Corsico, in una baracca priva di luce e servizi igienici, in condizioni di estrema povertà e isolamento. Dopo l’allontanamento della donna e dei bambini, le autorità hanno avviato le procedure per collocarli in una struttura protetta.
L’indagato si trova ora in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari: la sua responsabilità sarà accertata solo in caso di condanna definitiva.