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Censura a Picchi, il centrodestra si spacca in Lombardia

Approvata la mozione delle opposizioni contro la sottosegretaria di Fratelli d'Italia per un post No-Vax

Censura a Picchi, il centrodestra si spacca in Lombardia

Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza con voto segreto (44 favorevoli e 23 contrari) la mozione di censura (primo firmatario Pierfrancesco Majorino, capogruppo PD) con cui si chiede al Presidente della Giunta regionale di valutare la rimozione del Sottosegretario con delega a Sport e Giovani.

Censura a Picchi, il centrodestra si spacca in Lombardia

MILANO – La richiesta nasce dalla condivisione sul profilo Instagram del sottosegretario Federica Picchi di una ‘storia’ con le dichiarazioni del Ministro della Salute americano Robert F. Kennedy Jr sulla presunta correlazione fra autismo e vaccino per l’epatite B. Nella mozione si sottolinea

“una palese e assoluta divergenza tra le posizioni del Sottosegretario e il programma di governo regionale, che si concretizza anzitutto nel Piano Regionale di Sviluppo Sostenibile e, quindi, nel Piano Sociosanitario della Lombardia”. Pierfrancesco Majorino (PD) ha sottolineato che dopo la richiesta di chiarimento presentata dalle opposizioni si sarebbe aspettato “un atteggiamento di maggiore responsabilità da parte del Sottosegretario Picchi”.

Interventi nel dibattito

Nel corso del dibattito sono intervenuti Alessandro Corbetta (Lega) che ha parlato di

“mozione politica: censurare un libero pensiero di un esponente politico e la volontà di aprire un dibattito un dibattito è sbagliato. Il Sottosegretario Picchi dovrebbe essere valutato per il suo lavoro, non per un post sui social”;

Nicola Di Marco (Movimento 5 Stelle) ha sottolineato come non si tratti di

“un a caso politico, ma della credibilità delle istituzioni. Serve l’ammissione di un errore da parte del Sottosegretario Picchi o un cambio di passo”;

Christian Garavaglia (Fratelli d’Italia) ha definito la mozione un

“ingigantimento politico e strumentalizzazione del libero pensiero di un Sottosegretario che è perfettamente allineato alle politiche regionali. Si tratta di un atto volto a colpire politicamente questa maggioranza”;

Lisa Noja (Italia Viva) ha sottolineato come la mozione non sia

“contro una persona, ma un documento che serve a ribadire un principio fondamentale: per chi riveste un ruolo istituzionale ogni parola ha un significato importante, soprattutto in tema di salute in un contesto di teorie antiscientifiche e complottiste. Dobbiamo difendere i più fragili”;

Michela Palestra (Patto Civico) ha definito la mozione

“un passaggio non eludibile perché non può esserci alcun margine di ambiguità rispetto alle politiche di prevenzione di questa regione”.

Il sottosegretario con delega Autonomia e Rapporti con il Consiglio regionale Mauro Piazza ha sostenuto che nella condivisione della storia sul profilo social del Sottosegretario Picchi

“non c’è alcuna lesione rispetto alla credibilità e integrità dell’istituzione regionale né alcun nesso rispetto all’efficacia delle politiche vaccinali di Regione Lombardia”.

Majorino: “Un ‘no’ secco a sorelle Meloni”

La mozione di censura per il sottosegretario Federica Picchi da parte del Consiglio regionale

“È un no secco alle sorelle Meloni e arriva il giorno successivo la visita non casuale ai consiglieri di Fratelli d’Italia di Arianna Meloni e Giovanni Donzelli”.

Così il capogruppo PD, Pierfrancesco Majorino, primo firmatario del testo che che chiedeva al governatore Fontana di rimuovere la sottosegretaria regionale a Sport e Giovani Federica Picchi, di Fratelli d’Italia, per la diffusione sul suo profilo Instagram di contenuti No-Vax. Il testo, a voto segreto – riferisce il PD – è stato approvato con 44 voti favorevoli e 23 contrari, con l’apporto di diciannove franchi tiratori nel centrodestra.

Di Marco: “Centrodestra imploso, sponsor da Roma non sono bastati”

«Avevamo suggerito alla sottosegretaria Picchi di dimettersi, prima del voto. Avesse ascoltato il nostro consiglio avrebbe risparmiato a sé stessa e a tutto il centrodestra una figuraccia di queste proporzioni”.

Così il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Lombardia, Nicola Di Marco, in merito all’approvazione con 44 voti favorevoli e 23 contrari, alla mozione di censura delle minoranze nei confronti della sottosegretaria Picchi.

“Sfiduciando l’operato della sottosegretaria Picchi, non sono solo stati giustamente rispediti al mittente gli insopportabili ammiccamenti no-vax, ma è stata di fatto sconfessata la linea nazionale che Fratelli d’Italia ha provato a imprimere al governo lombardo – aggiunge –. Nei giorni scorsi importanti sponsor romani erano calati in Lombardia, con lo scopo di salvare la sottosegretaria dal voto dell’Aula. È evidente che nemmeno il loro intervento è stato sufficiente a coprire le spaccature interne al centrodestra lombardo. Credo che i numeri di questa disfatta debbano imporre una riflessione profonda sul lavoro di questa Giunta e sulla direzione impressa dal centrodestra a questa legislatura”.

Roggiani: “La censura è un messaggio a Meloni”

“È giusto che una persona che ha diffuso contenuti No-Vax non ricopra più un ruolo di responsabilità in Regione: è un atto di serietà e di rispetto verso le cittadine e i cittadini lombardi.Il voto di oggi è un atto di serietà e di rispetto verso le cittadine e i cittadini lombardi, reso possibile grazie alla determinazione del Partito Democratico e del gruppo regionale, promotori della mozione, poi sottoscritta da tutte le forze di opposizione, che hanno difeso la credibilità delle istituzioni e il valore della scienza”.

Così la segretaria del PD Lombardia, Silvia Roggiani, in merito alla mozione approvata dal Consiglio regionale.

“Il voto del Consiglio regionale che ha portato alla censura della sottosegretaria Picchi è un fatto politico chiarissimo – prosegue Roggiani – la destra lombarda è divisa e senza bussola, forze preda di vendette e ritorsioni per chi dovrà scegliere nel 2028 il prossimo candidato presidente, anziché concentrarsi su come governare ora.Il voto di oggi è un messaggio diretto a Giorgia Meloni, arrivato dalla sua stessa maggioranza. Ora la destra smetta di offrirci spettacoli indegni: la Lombardia ha bisogno di risposte, non di nuove liti per il potere.”