Il denaro è una presenza costante nella nostra vita, ma paradossalmente è uno degli argomenti di cui si parla meno. Non perché sia poco importante, ma perché tocca corde profonde. I soldi rappresentano sicurezza, libertà, controllo, ma anche paura e vergogna. Non sono solo un mezzo per vivere: sono uno specchio di come viviamo. Il nostro rapporto con il denaro inizia molto presto. Da bambini assorbiamo, senza saperlo, il modo in cui gli adulti lo vivono: le loro ansie, le loro frasi, il loro silenzio. C’è chi cresce sentendo che i soldi “non bastano mai”, e chi impara che averne è qualcosa di cui quasi vergognarsi. Da adulti, ripetiamo quelle lezioni interiori. Alcuni risparmiano in modo ossessivo, altri spendono per colmare un vuoto. In entrambi i casi, il denaro diventa un linguaggio con cui cerchiamo di placare emozioni più profonde.
Emozioni e cervello: perché i soldi ci toccano così tanto
Le neuroscienze spiegano che il cervello non distingue molto tra una perdita economica e un dolore fisico. Perdere denaro fa male, letteralmente. E quando guadagniamo o risparmiamo, si attiva lo stesso circuito del piacere che risponde al cibo o all’amore. Il denaro, quindi, non è neutro: è legato a emozioni primarie, istintive. Viviamo in un mondo che stimola continuamente questo meccanismo: pubblicità, offerte, notifiche, modelli di vita perfetta. Tutto ci spinge a comprare, a desiderare, a rincorrere qualcosa. Ma spesso non compriamo oggetti: compriamo sensazioni. Comprare può dare l’illusione di riempire un vuoto, ma quel piacere dura poco. L’alternativa opposta è chi risparmia fino all’eccesso, spinto dalla paura di perdere tutto. In entrambi i casi, dietro il gesto economico c’è sempre un’emozione che chiede ascolto.
Il denaro entra anche nei sentimenti.
In una coppia, può diventare simbolo di fiducia o potere. Chi guadagna di più può sentirsi più forte, chi guadagna di meno può provare imbarazzo o dipendenza. Ma sotto la superficie, il denaro parla di altro: del bisogno di essere visti, riconosciuti, rispettati. Lo stesso accade in famiglia: un genitore che regala troppo forse cerca di colmare una distanza, uno che risparmia rigidamente tenta di proteggere. Anche nel lavoro, il reddito diventa misura del valore personale. Quando si perde, non è solo il portafoglio a soffrire: è l’autostima. Eppure il denaro non definisce chi siamo, amplifica solo ciò che c’è dentro di noi,paura, fiducia, o desiderio di libertà.
Fare pace con il denaro
Fare pace con il denaro non significa ignorarlo, ma guardarlo con consapevolezza. Chiedersi: “Cosa sento quando spendo o risparmio?” aiuta a capire quali emozioni lo guidano. Parlare di soldi senza vergogna, in coppia, in famiglia, con se stessi,libera dal tabù. La psicologia dei soldi ci insegna che non possiamo cambiare il nostro rapporto con il denaro senza capire prima noi stessi. Il denaro, in fondo, non cambia chi siamo: lo rivela. E la vera ricchezza non è avere di più, ma sentirsi in pace con ciò che già si ha.
Dott. Fabiano Foschini
Psicologo
334.4231214 – dott.fabianofoschini@gmail.com