Ormai da un po’ di tempo, l’utilizzo assiduo dei social è diventato una costante nella routine di svariate persone. Piattaforme come Facebook, Instagram, TikTok o X presentano svariate opportunità di interazione, svago e condivisione, ma ovviamente non senza effetti collaterali. L’eccessivo tempo passato sui social ha spinto studiosi e professionisti ad interrogarsi sulla possibilità che la dipendenza da questi media possa essere considerata una vera e propria addiction comportamentale. Tale condizione, ad ogni modo, non è ancora riconosciuta come diagnosi conclamata nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), che comprende solo alcune dipendenze comportamentali, come il gioco d’azzardo compulsivo. Questo non implica che il fenomeno sia inesistente, ma piuttosto che è ancora materia di discussione scientifica e di studi mirati a chiarirne i criteri diagnostici e le implicazioni cliniche.
Dipendenza dai social
Da un punto di vista psicologico, la dipendenza dai social mostra caratteristiche simili ad altre forme di dipendenza comportamentale. L’uso compulsivo delle piattaforme si manifesta spesso in un forte desiderio di rimanere collegati, nella difficoltà a limitare il tempo online e in sintomi di astinenza nel momento in cui si è forzati a disconnettersi. Alcune ricerche hanno messo in luce come i meccanismi di appagamento immediato, ad esempio i “mi piace”, i commenti o le visualizzazioni, attivino i circuiti cerebrali della ricompensa, in modo simile a quanto avviene con sostanze o azioni che creano dipendenza. Ciò spinge la persona a ripetere costantemente l’azione, innescando un circolo vizioso che può tradursi in perdita di controllo e danneggiare la vita sociale, lavorativa o scolastica. Malgrado queste analogie, la mancanza di criteri diagnostici ufficiali rende arduo stabilire quando l’uso intenso dei social si trasformi in patologia vera e propria.
Impatto su salute e relazioni
Gli effetti collaterali della dipendenza dai social possono essere considerevoli. Tra i più comuni si rilevano difficoltà di concentrazione, peggioramento della qualità del sonno, ansia e abbassamento dell’autostima, soprattutto se l’individuo sviluppa una dipendenza dal riscontro esterno o si paragona continuamente con modelli irraggiungibili. Nei giovani e negli adolescenti, più sensibili a tali dinamiche, il fenomeno può avere ripercussioni ancora più rilevanti sullo sviluppo emotivo e relazionale. Alcuni studi hanno anche evidenziato collegamenti tra uso smodato dei social e sintomi depressivi, isolamento sociale e disturbi dell’umore. A livello sociale, la dipendenza può inficiare le relazioni interpersonali reali, con il rischio di sostituire legami veri con interazioni superficiali e telematiche.
Dall’abuso all’equilibrio
Anche se non è ancora riconosciuta formalmente nel DSM-5, gli studiosi continuano ad analizzare a fondo la dipendenza dai social, cercando di capire come funziona, che effetti ha e come possiamo prevenirla e curarla. Diversi esperti suggeriscono di vederla come un aspetto di un problema più vasto, quello delle dipendenze digitali, che comprende anche i videogiochi online e l’uso smodato di internet. Per quanto riguarda le cure, metodi come la terapia cognitivo-comportamentale si sono dimostrati efficaci per dare una mano alle persone a capire meglio come usano i social e a trovare un giusto equilibrio tra la vita virtuale e quella reale. Allo stesso tempo, iniziative di educazione digitale e programmi di “disintossicazione digitale” si impegnano a far capire a tutti quanto sia importante usare queste piattaforme in modo sano e consapevole. I social media non vanno demonizzati, ma compresi e usati con consapevolezza: solo così possono diventare strumenti di crescita e benessere, invece che fonti di rischio
Dott. Fabiano Foschini
Psicologo
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