L’estate 2025 si avvia verso la chiusura. Gli ombrelloni si piegano, i costumi si rimettono nei cassetti, i gruppi WhatsApp delle ferie si zittiscono (quasi tutti) e inizia il grande rientro. Le città riaccendono i semafori a ritmo pieno, i tram si riempiono, i bar ricominciano a sfornare cappuccini alle 8 del mattino. È il ritorno alla normalità, quel mix di abitudini, impegni, promesse e – inevitabilmente – qualche sottile nostalgia di libertà.
Il ritorno dei “se”
Settembre, per molti, è il vero Capodanno. Non ci sono botti né spumante, ma una lista silenziosa di intenzioni. “Da lunedì mi rimetto in forma”, “Stacco col vino per un po’”, “Mi iscrivo a yoga”, “Basta fare tardi in settimana”, “Cerco un equilibrio tra lavoro e vita privata”. Sono frasi che rimbalzano nei primi caffè in ufficio, negli ascensori, persino tra le corsie dei supermercati.
Promesse fatte a sé stessi e raramente mantenute, ma non per questo meno autentiche. Il ritorno in città porta con sé la voglia di rimettere ordine, di partire bene, di “fare meglio” rispetto alla stagione scorsa.
L’agenda che si riempie (forse troppo)
Ma le buone intenzioni si scontrano, come ogni anno, con l’agenda che esplode: riunioni da fissare, mail da recuperare, progetti da far ripartire, figli da riportare a scuola, bollette in scadenza, abbonamenti da rinnovare, dentista da prenotare. Il ritmo rallentato delle vacanze evapora in fretta: la macchina urbana riprende a correre, e chi si ferma è perduto.
I social, intanto, tornano a popolarsi di post “back to work”, foto di scrivanie ordinate, ma anche di meme ironici: la realtà del rientro è una giostra di emozioni contrastanti, tra nostalgia e voglia di riscatto.
Le nuove ansie del rientro
A tutto questo si aggiungono le preoccupazioni collettive: il costo della vita ancora in salita, la ripresa delle attività lavorative in modalità sempre più ibride (tra smart working e rientro in presenza), la pressione fiscale, l’incertezza economica. C’è chi rientra con l’ansia del “non ho fatto abbastanza”, chi si sente già stanco alla seconda riunione del lunedì mattina, chi non trova più il ritmo, e chi invece scopre che il ritorno alla routine ha un sapore rassicurante, quasi confortante. Come un vestito stretto che, in fondo, non è poi così scomodo.
Ma c’è anche voglia di trasgressione
In tutto questo fermento post-estivo, c’è una componente meno dichiarata ma ben presente, emersa recentemente da un’analisi condotta dal team Bacirosa: la voglia di lasciarsi ancora un po’ andare. Le ferie finiscono, ma il desiderio di libertà, di leggerezza, di piccoli strappi alle regole rimane. E spesso si amplifica proprio con il ritorno alla routine.
Le città, al calar del sole, si riaccendono in un altro modo: si fissa un appuntamento con una escort Milano in sicurezza e in maniera riservata. Si moltiplicano anche coloro che scelgono di recarsi fuoriporta, accompagnandosi con una escort Novara. D’altronde, se agosto è il mese del relax, settembre è quello dei segreti: riposti nei cassetti o raccontati tra le righe, si mischiano al desiderio di sentirsi ancora vivi, ancora giovani, ancora padroni del proprio tempo.
Un ritorno più consapevole?
Forse sì. L’estate 2025, con il suo mix di staycation, fughe in montagna e cocktail al tramonto, ha lasciato una traccia. C’è una nuova consapevolezza in molti: il bisogno di rallentare, di scegliere meglio, di non vivere in apnea fino a Natale. E chissà, magari anche quella promessa sussurrata davanti allo specchio (“Quest’anno faccio le cose diversamente”) non sarà del tutto vana. Nel frattempo, la città si è riaccesa. Con le sue incombenze, i suoi rituali, le sue tentazioni libidinose. E in fondo, è proprio questa strana coesistenza che rende il rientro… quasi sopportabile.