Tentato omicidio a Milano: lite per droga sfocia nel sangue, arrestato pusher
Un quattordicenne ferito gravemente dopo un'aggressione brutale in viale Vittorio Veneto. Determinante la confessione dell'aggressore e il ritrovamento dell'arma

La tranquilla routine di viale Città di Fiume è stata bruscamente interrotta da un atto di violenza inaudita. Un giovane, identificato come A.A. e prossimo a compiere quattordici anni, è stato vittima di un feroce accoltellamento.
Tentato omicidio a Milano
MILANO - L'aggressione iniziale si è consumata nei pressi della scalinata che conduce al marciapiede, ma la furia dell'aggressore non si è placata. Il ragazzo, nel disperato tentativo di trovare rifugio a bordo di una Volkswagen Golf guidata da un amico diciannovenne, Ossama A., è stato raggiunto in viale Vittorio Veneto e colpito ripetutamente con ulteriori fendenti.
La prontezza dei soccorsi e un delicato intervento chirurgico presso l'ospedale Fatebenefratelli hanno miracolosamente strappato il giovane alla morte. Nonostante tre arresti cardiaci e una perforazione polmonare, ora si trova ricoverato in Rianimazione, fortunatamente fuori pericolo.
Indagini immediate
Un'indagine serrata condotta dai Carabinieri della compagnia Duomo e della stazione Moscova ha individuato il presunto responsabile nella tarda serata di venerdì. Grazie alla localizzazione del telefono intestato alla madre, abilmente occultato in un'abitazione di Pozzuolo Martesana, è stato tratto in arresto Randi M.D., un ventisettenne di origine cubana. L'uomo, fino a quel momento incensurato, ora deve rispondere dell'accusa di tentato omicidio, in seguito al fermo eseguito in collaborazione con la Pubblico Ministero di turno, Francesca Crupi.
La prima ricostruzione
Le indagini hanno permesso di recuperare l'arma del delitto, un coltello di venti centimetri che l'aggressore aveva abbandonato in un campo non lontano da via Merini. La ricostruzione degli eventi non è stata immediata, complice anche una versione iniziale fornita dall'autista della Golf che presentava evidenti incongruenze. L'uomo aveva inizialmente dichiarato di non conoscere la vittima e di averla soccorsa casualmente nei pressi del McDonald's di piazza Oberdan, menzionando anche il decesso del suo rottweiler in una clinica veterinaria di via Parini. Tuttavia, condotto in caserma, ha fornito un racconto più veritiero, svelando il reale svolgimento dei fatti.
L'appuntamento con lo spacciatore
Secondo quanto emerso dalle indagini, l'incontro in viale Vittorio Veneto era finalizzato all'acquisto di venti grammi di hashish. Il diciannovenne Ossama A., accompagnato dal quattordicenne A.A. e da un altro giovane egiziano di 21 anni, Mohamed Z., si era recato sul posto per incontrare lo spacciatore, un individuo con cui Mohamed Z. aveva avuto precedenti rapporti lavorativi. L'appuntamento era fissato nell'area verde adiacente ai binari del tram, tra Porta Venezia e piazza Repubblica. Il tredicenne e il ventunenne erano scesi dall'auto per concludere l'affare, portando con sé anche il cane.
Hanno contestato la qualità dello stupefacente
La situazione è degenerata rapidamente quando i due acquirenti hanno contestato la qualità dello stupefacente, ritenendola inferiore al valore pattuito di 120 euro. La discussione ha innervosito il rottweiler, che ha azzannato il braccio del 27enne cubano. Nonostante il giubbotto abbia attutito il morso, M.D. ha estratto un coltello, colpendo prima l'animale e poi il giovane A.A.. I tre ragazzi si sono dati alla fuga verso la Golf, ma lo spacciatore si è lanciato al loro inseguimento. Una testimone ha riferito di aver visto una figura aggrappata alla portiera anteriore destra dell'auto, presumibilmente il momento in cui l'aggressore ha inferto ulteriori colpi all'adolescente.
Nella concitazione, il 19enne Ossama A. ha perso il controllo del veicolo, sbandando e impattando violentemente contro un corrimano metallico, per poi schiantarsi contro un furgone e due auto in sosta. La folle corsa si è conclusa di fronte all'ospedale Fatebenefratelli.
Bloccato nonostante la tentata fuga
Poche ore dopo, i Carabinieri, seguendo il segnale del telefono cellulare, hanno raggiunto Pozzuolo Martesana. Randi M.D. ha tentato una disperata fuga scavalcando un muro, ma è stato immediatamente bloccato. Messo alle strette, ha confessato l'accaduto, fornendo indicazioni utili al ritrovamento del cellulare, del coltello e degli abiti indossati durante l'aggressione. All'alba, per lui si sono aperte le porte del carcere di San Vittore.