L'INTERVISTA

Fare teatro sul nostro territorio: l’intervista a Fabio Cercone di Messinscena

Il prossimo spettacolo della compagnia va in scena sabato 18 gennaio al Teatro dell’Oratorio San Luigi con la commedia a tinte noir "Natale con delitto"

Fare teatro sul nostro territorio: l’intervista a Fabio Cercone di Messinscena
Pubblicato:

Cosa significa fare teatro sul nostro territorio? Ce lo spiega Fabio Cercone, fondatore dell’associazione Messinscena, intervistato dal nostro Fabio Fagnani.

Fare teatro sul nostro territorio: quattro chiacchiere con Fabio Cercone

BUCCINASCO/CORSICO - "Se la gente vuole vedere solo le cose che può capire, non dovrebbe andare a teatro; dovrebbe andare in bagno", diceva Bertolt Brecht. E chi siamo noi per contraddirlo.

Al di là delle battute, delle invettive contro la mediocrità, il teatro è una inesauribile fonte di storie, di movimento, di sentimento, di vite. Il teatro, spesso bistrattato dal mondo mainstream, legato a doppio filo con l’essere umano, con le maschere Pirandelliane, con l’innata volontà di creare, di fare arte, ma anche semplicemente di trovare una valvola di sfogo, di tirare fuori le emozioni, la passione, i nervi che ci teniamo dentro. E non serve essere dei professionisti, tutti possiamo fare teatro.

Per questo abbiamo fatto quattro chiacchiere con Fabio Cercone, fondatore dell’Associazione Messinscena.

L'intervista al fondatore dell’associazione Messinscena

Parlami un po’ di Messinscena. Siete sul territorio da tanti anni, ma è sempre meglio rinfrescare la memoria.

Messinscena nasce nel 2009 dal mio desiderio di continuare un percorso di teatro che avevo già intrapreso con la compagnia Stabile città di Corsico per oltre dieci anni e poi con una formazione più specifica con il ComTeatro. La passione per il teatro, che mi aveva spinto a proseguire il mio percorso, ha fatto sì che alla fine della scuola volessi tramandare e ampliare questa passione, strumento, magia, arte a più persone possibile. Quindi ho chiamato alcuni amici, che sono diventati i primi soci di Messinscena, per fondare l’associazione e cercare il più possibile di condividere con altri l’esperienza che avevamo fatto. Sono oltre quindici anni che sono sul territorio, prima a Corsico e poi a Buccinasco, per fare, raccontare, vivere per e di teatro.

Come sono stati in questi anni i rapporti con le amministrazioni locali?

I nostri rapporti con le Amministrazioni locali sono sempre stati positivi. Abbiamo partecipato alle iniziative dei Comuni, alle manifestazioni, alle rassegne, come quella contro le mafie. E negli anni ci siamo inseriti anche nella formazione all’interno delle scuole. In questo momento siamo a
Corsico, Buccinasco, Gaggiano, Milano e Noviglio, con dei laboratori teatrali, dalle elementari alle superiori. Il teatro a scuola serve tantissimo anche per le insegnanti che possono osservare gli studenti sotto una veste differente e spesso i feedback sono proprio di questo tenore. I docenti scoprono dei talenti, delle sensibilità, delle abilità dei ragazzi che nel normale percorso scolastico mai sarebbero emersi.

Per te, per voi, cosa significa fare teatro?

Fare teatro significa riscoprire la naturalezza del corpo, la sua organicità, recuperare quella sensazione di istintività dei gesti che nella nostra quotidianità spesso dimentichiamo e disimpariamo perché siamo immersi in sovrastrutture, sociali, culturali e psicologiche, che ci impediscono di manifestare i nostri sentimenti e le nostre emozioni in modo completo. A
teatro dobbiamo recuperare lo straordinario, perché l’ordinario già lo si conosce. Quindi andare a recuperare quell'espressione del corpo, quella capacità di vivere lo spazio a 360 gradi, perché ci siamo costretti in gabbie sociali.

Da dove si inizia?

Il lavoro parte dai piedi, dalla percezione di sé e lo stare a proprio agio con se stessi che consente di stare bene nello spazio, che sia vuoto, pieno o in relazione con altre persone. Gli elementi fondamentali sono questi: spazio, sguardo, relazione per stare a proprio agio. La nostra ambizione non è quella di creare attori professionisti. Per questo scopo ci sono associazioni e professionisti più competenti e attrezzate che hanno come obiettivo questo. Noi invece vogliamo consentire a tutti di entrare a far parte di questa magia e toccare con mano il potere del teatro.

Qualcuno sostiene che il teatro sia terapeutico.

Sicuramente, il teatro ha intrinsecamente delle potenzialità terapeutiche perché lavora sul sé, sulla persona. Senza andare a scomodare emozioni profonde o dei disagi più o meno lavorati, ma semplicemente toccando l’aspetto umano di sé può dare maggiore consapevolezza del proprio agire e del proprio stare. E questa consapevolezza ti può dare più agio. Anche solo migliorare la propria capacità di non essere in imbarazzo davanti ad altre persone. Infatti, noi lavoriamo anche con le aziende per migliorare i professionisti che devono parlare in pubblico, fare meeting, migliorare la capacità di entrare in relazione.

L’altro aspetto terapeutico è quello per le persone che hanno una disabilità. È chiaro che la consapevolezza del proprio corpo e l'elemento ludico, presente nel teatro, permette a tutte le persone di essere integrate attraverso un processo di lavoro teatrale. Negli anni abbiamo sviluppato anche questo aspetto, nello specifico abbiamo aperto dei laboratori con delle persone autistiche e abbiamo riscontrato dei risultati tangibili.

Quali sono i progetti futuri di Messinscena?

I nostri progetti futuri sono sicuramente quello di poter continuare con il nostro lavoro e per questo a gennaio partirà un corso breve per tutti coloro che vogliono iniziare a conoscere questa realtà, ma che magari non si sentono ancora pronti a lanciarsi e affrontare un intero anno di formazione teatrale. Questo percorso breve può essere un trampolino di lancio per chi pensa che l’attività teatrale possa essere una strada interessante, ma non ha mai avuto modo di mettersi in gioco.

Cosa si intende per breve? Com’è strutturato?

Nello specifico questo percorso è strutturato in dieci lezioni da circa due ore l’una. Chi si iscrive a questo corso toccherà con mano i principi fondamentali dell’attività teatrale. I giorni previsti saranno il lunedì e il mercoledì dalle 21 alle 23 e partiranno dalla prima settimana di febbraio.

A stretto giro siete sul palco per ben due volte. Cosa portate in scena?

Andremo in scena il 18 di gennaio al Teatro dell’Oratorio San Luigi con lo spettacolo Natale con delitto. È una commedia basata sull’opera "Huit femmes" di Robert Thomas (Otto donne e un mistero) da cui sono stati tratti anche diversi film. Abbiamo fatto una riscrittura del testo, più dinamica, più vicina alle nostre corde. Mentre per quanto riguarda la nostra produzione, il debutto sarà l’1 febbraio. Si chiama Il gatto in tasca di George Feydeau e andremo in scena presso il teatro William Medini di Buccinasco per aiutare la raccolta fondi a favore di Emergency.

Fabio Fagnani

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali