lo Sportello SOS Sanità

Uno sportello del Circolo ACLI di Corsico contro le liste d’attesa per visite ed esami: nasce SOS SANITÀ

Abbiamo incontrato il presidente dell’ACLI di Corsico Emilio Garavaglia che ci ha aiutato a comprendere meglio la bontà del servizio proposto alla cittadinanza

Uno sportello del Circolo ACLI di Corsico contro le liste d’attesa per visite ed esami: nasce SOS SANITÀ
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Il Circolo ACLI di Corsico nasce per aiutare i cittadini a far rispettare i tempi di attesa previsti dalla legge per le diverse urgenze ambulatorie e soprattutto per permettergli di usufruire del servizio pubblico senza doversi per forza rivolgere ai privati.

Contro le liste d’attesa per visite ed esami nasce lo sportello del Circolo ACLI di Corsico: nasce SOS SANITÀ

CORSICO - Si parla spesso di cura, prevenzione, benessere, ma è diventato sempre più faticoso, complicato, macchinoso prenotare una visita sul territorio lombardo (e non solo).

Qualche mese fa anche alcuni programmi televisivi celebri come Le Iene o Striscia la notizia hanno sottolineato le difficoltà dei cittadini ad accedere al Servizio Sanitario Nazionale per via dei tempi d’attesa che sfiorano il fantascientifico: per prenotare una visita, per una mammografia ad esempio, ci vogliono mesi, per controlli alla prostata decine di settimane, senza parlare di risonanze magnetiche e quant’altro.

Una risposta dallo sportello SOS SANITÀ

La risposta spesso è la stessa: "Se ha fretta si rivolga al servizio privato". Che per carità, ben venga, ma deve essere un’opzione e non un obbligo, e non può nemmeno diventare il servizio di riferimento, quello privato. Altrimenti le tasse per cosa le paghiamo? È evidente che serva un cambio di tendenza e in questo senso viene in aiuto un progetto di ACLI che lancia lo Sportello SOS Sanità a Corsico. L’Associazione si propone di salvaguardare il diritto alla salute (articolo 32 della Costituzione) per tutti, non solo per gli iscritti, e in modo totalmente gratuito.

La nostra intervista al presidente Acli Corsico

Abbiamo incontrato Emilio Garavaglia, Presidente dell’ACLI di Corsico, che ci ha aiutato a comprendere meglio la bontà del servizio proposto alla cittadinanza, e soprattutto a navigare tra le varie ed eventuali regole del Servizio Sanitario Nazionale. L’obiettivo è quello di far rispettare i tempi di attesa previsti dalla legge attraverso le diverse urgenze ambulatorie e soprattutto permettere ai cittadini di usufruire del servizio pubblico senza dover andare obbligatoriamente per via privata.

Come funziona questo progetto e quando ha preso inizio?

In questo momento stiamo facendo delle simulazioni per vedere i tipi di lettere da mandare ai vari CUP per accelerare il servizio. Ci sono diversi tipi di risposta da parte degli sportelli: c’è chi non ti dà proprio l’appuntamento, chi non ti risponde, chi te lo dà dopo mesi. Alcuni ti danno appuntamento tra uno o due anni e altri ancora, invece, danno appuntamento fuori dalla competenza territoriale. Esistono delle precise norme di legge a cui l’ASL è tenuta a farti la prenotazione, all’interno di un’area e nei tempi prescritti dalla ricetta medica. La ricetta ha quattro tipologie di priorità: U, ossia urgente e significa che deve essere effettuata entro 72 ore; B, che significa breve, e deve essere entro quattro giorni (da erogare entro dieci giorni); D, differita, da erogare entro 30 giorni o 60 giorni per gli accertamenti diagnostici; P, programmata, da prenotare entro 120 giorni dalla data della ricetta. Alcuni dottori non fanno più l’impegnativa con l’urgenza perché altrimenti “scade”, perché non riescono a stare nei tempi.

In questo momento la norma è che un cittadino chiama e la situazione è che il posto c’è, entro poco tempo, ma solo se vuoi andare a pagamento. Altrimenti, con il Servizio pubblico non c’è posto prima di mesi, a volte anni.

Ci siamo resi conto che il problema delle liste d’attesa non era più ignorabile e che la legge andava fatta rispettare e abbiamo provato a metterci in contatto con altri sportelli per cercare di migliorare il servizio. Anche perché magari un Ospedale non ha posto nel “pubblico”, ma ce l’ha, sempre nello stesso plesso, ma privatamente. Questo non va bene.

A quel punto come intervenite?

Un cittadino che ha chiamato il CUP (o si è recato all’ufficio) per prendere l’appuntamento, viene da noi. Per esempio, può non aver ricevuto nessuna indicazione, può essere stato sollecitato a richiamare più avanti, oppure gli è stato proposto un appuntamento che va oltre il massimo del tempo d’attesa previsto per legge - la risonanza magnetica all’addome tra otto mesi - o addirittura che il posto c’è, nei tempi previsti, ma fuori dalla competenza territoriale. Uno che abita a Corsico non può essere mandato a Crema, anche se il servizio dovesse rispettare i tempi d’attesa delle impegnative. A questo punto entriamo in gioco noi, che prendiamo in mano il caso e scriviamo, attraverso posta certificata, al Direttore Generale dell’ASST e al Responsabile dell’’URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico), dicendo che c’è una ricetta a nome di Tizio Caio e che il CUP ha dato un tipo di risposta, che è fuori legge, e di adeguare la prenotazione, fornendo il contatto diretto del paziente (numero di telefono, mail, codice fiscale). Noi forniamo il numero del cliente, la nostra mail, inviamo tutto, e chiediamo di sistemare la situazione per cambiare la prenotazione.

E sta funzionando?

Sì. Le risposte negli altri sportelli già attivi finora sono positive. I dati che abbiamo raccolto in fase di test ci mostrano chiaramente come con questo metodo, semplice ma efficace, la situazione sia migliorata. Su un totale di 58 ricorsi, dislocati nei diversi sportelli, 34 sono stati accolti senza riserva (58,6%), 18 in attesa di risposta e soltanto 6 respinti.

Com’è nata quest’idea?

È nata dall’esigenza di cambiare la situazione che nell’ultimo periodo stava diventando davvero insostenibile. Allora ci siamo messi insieme, con altri sportelli ACLI, e abbiamo deciso di intraprendere questo servizio per il cittadino. Adesso abbiamo aperto il servizio in date precise, ma poi sarà aperto sempre, soprattutto visti i risultati ottenuti nei test. La dinamica sta funzionando. E vorrei sottolineare che è rivolto a tutti, non ci sono limiti di età, basta essere residenti in Lombardia: non è necessario essere tesserati ACLI e soprattutto è un servizio gratuito che offriamo alla cittadinanza. Da ricordare è che bisogna rivolgersi all’ASST di competenza, che per quello che riguarda il nostro “circondario” è il Rhodense.

Questo però non implica che non potete aiutare un cittadino che non sia di Corsico

No, certo. Prendiamo in carico la domanda, ma poi la inoltriamo allo sportello di competenza del territorio di quel paziente. L’importante che sia residente in Regione Lombardia, altrimenti non possiamo gestire la problematica.

Un altro grosso problema è la carenza di medici, ma è tutta un’altra storia

Be’, però, è collegato. È sempre un malfunzionamento nel settore sanitario. Ci sono sempre meno medici che escono dalle università e sempre meno che vogliono lavorare nel settore pubblico. La politica deve porsi le domande giuste e deve intervenire con delle soluzioni pratiche per risolvere anche questa problematica. Non è possibile che ci siano sempre meno medici di base che di conseguenza questi abbiano sempre più pazienti e siano in prima linea per tamponare tutte le problematiche del servizio, diventando un passacarte per gli specialisti. Non è più gratificante. Anche questo è un tassello che fa parte del problema, ma per questo non esiste uno sportello che possa provare a gestire il problema...

Fabio Fagnani

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