INDAGINI IN CORSO

Omicidio Mastrapasqua: il vocale mai inviato e i due possibili testimoni in sella a uno scooter

Proseguono le indagini per fare chiarezza sul delitto

Omicidio Mastrapasqua: il vocale mai inviato e i due possibili testimoni in sella a uno scooter
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Continuano le indagini per fare chiarezza sull'omicidio di Manuel Mastrapasqua.

Omicidio Mastrapasqua

ROZZANO - Le indagini sull'omicidio di Manuel Mastrapasqua, avvenuto a Rozzano, continuano a svelare nuovi dettagli. Le telecamere di sorveglianza non hanno ripreso soltanto Daniele Rezza, il giovane accusato di aver colpito la vittima con una singola coltellata al petto per rubargli le cuffie; ma hanno catturato anche la presenza di due uomini in scooter che sembrano aver assistito all'accaduto, ma che non sono ancora stati identificati né si sono fatti avanti con le autorità.

Gli inquirenti sospettano che possano essere vedette dei pusher locali, in giro per monitorare la zona.

Si cercano i due uomini

La notte del delitto, i due uomini hanno invertito improvvisamente la marcia, forse richiamati da un rumore o un grido. Si sono fermati nei pressi di un distributore per osservare la scena. Alle 2:58, notata una pattuglia dei carabinieri, sono risaliti sul veicolo e si sono allontanati. Ora, i militari li cercano per ottenere la loro versione dei fatti e chiarire cosa abbiano realmente visto.

Il vocale mai inviato

Un altro elemento potrebbe aiutare a ricostruire gli ultimi istanti di Mastrapasqua. Al momento dell’aggressione, l'uomo stava inviando un messaggio vocale alla fidanzata, con cui era in contatto fin dalla fine del suo turno di lavoro al Carrefour. L'audio non è mai stato inviato, ma il cellulare potrebbe aver registrato frammenti dell'attacco, tra cui una frase pronunciata dall’assassino, "Dammi qualcosa?", seguita dalle concitate fasi dell'agguato.

La confessione di Rezza

Rezza, 19 anni, con precedenti per tentato furto e rapina, durante l'interrogatorio ha affermato di non essersi reso conto di aver ucciso Mastrapasqua, sostenendo che la vittima fosse rimasta in piedi e di non aver visto sangue. Una dichiarazione che appare poco credibile, dato che il referto medico parla di morte per shock emorragico.

Rezza è quindi accusato di omicidio aggravato da futili motivi, dalle circostanze che hanno reso difficile la difesa della vittima, essendo accaduto di notte, e dalla rapina delle cuffie wireless del valore di neanche 15 euro.

La fuga fallita

Il giovane aveva cercato di scappare dopo il delitto. Accompagnato dal padre a Pieve Emanuele, era salito su un autobus diretto in Piemonte, con l'intenzione di proseguire per la Francia. Tuttavia, è stato fermato durante un controllo casuale della Polfer. Rezza, incapace di reggere la tensione, ha confessato: "Ho fatto una cazzata, ho ucciso un uomo". Questa dichiarazione ha rappresentato la svolta decisiva per l'inchiesta.

Gli investigatori ora si concentrano sulla ricerca dei due uomini in scooter e sull'analisi del cellulare di Mastrapasqua, nella speranza di ricostruire l'esatta dinamica del tragico evento.

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