dopo una lite

Omicidio nel carcere di Opera: detenuto strangola il compagno di cella

Secondo la ricostruzione, lo avrebbe colpito ripetutamente alla testa, per poi strangolarlo con la corda di un accappatoio

Omicidio nel carcere di Opera: detenuto strangola il compagno di cella
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Un omicidio si è consumato presso il carcere di Opera venerdì sera: un detenuto strangola il compagno di cella.

Omicidio nel carcere di Opera

OPERA – Sono ancora da chiarire le cause che hanno fatto scattare la lite tra Antonio Magrini, 68 anni, originario di Bari, e il suo assassino, Domenico Massari, 58 anni. I due uomini condividevano la cella nel carcere di Opera. Il primo era detenuto per questioni di droga, il secondo era nell’istituto penitenziario, condannato all’ergastolo, in seguito all’omicidio della ex compagna, avvenuto nel 2020 a Savona.

La ricostruzione: un detenuto ha strangolato il compagno di cella

Secondo le primissime informazioni, tra i due sarebbe nato un violento litigio per questioni legate alla condivisione degli spazi in cella: Massari, intorno alle 22.30 di venerdì sera, avrebbe colpito Magrini ripetutamente alla testa, per poi strangolarlo con la corda di un accappatoio. Inutili i soccorsi: per il 68enne non c’è stato nulla da fare.

Le parole di Calogero Lo Presti

Le indagini sono in corso per ricostruire l’esatta dinamica e chiarire ogni dettaglio. “Ogni giorno la Polizia Penitenziaria deve confrontarsi con i gravi problemi che affliggono il sistema penitenziario italiano – commenta Calogero Lo Presti, coordinatore regionale per la Fp Cgil Polizia Penitenziaria della Lombardia -. Il sovraffollamento, unito alla carenza di personale di Polizia Penitenziaria, personale medico, educatori e assistenti sociali, hanno determinato un ambiente estremamente difficile e pericoloso per tutte le persone detenute e per il personale che vi lavora. È urgente che l’amministrazione penitenziaria e il Governo prendano seri provvedimenti per affrontare e risolvere queste criticità”.

Mirko Manna

Mirko Manna, coordinatore nazionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria: “Dall’inizio dell'anno ci sono stati 32 suicidi di detenuti nelle carceri italiane, 4 suicidi tra gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria e ora un omicidio all’interno del carcere di Milano Opera. Sono tragedie che segnalano una crisi inequivocabile dell’intero sistema penitenziario italiano. Le misure prospettate fino ad ora dall’amministrazione penitenziaria e dal Governo sono del tutto inadeguate. È vero che tutto il sistema penitenziario eredita decenni di scelte sbagliate e insufficienti, per questo però è ancora più urgente agire con maggiore determinazione per migliorare le condizioni detentive e lavorative delle carceri italiane. La Fp Cgil Polizia Penitenziaria chiede un confronto aperto e costruttivo su questi temi e sollecita il DAP a rivedere le sue politiche per assicurare i diritti della popolazione detenuta e condizioni di lavoro sicure e dignitose per gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria”.

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