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Tempi di attesa ridotti e più efficienza: gli obiettivi della Riforma Pronto Soccorso in Lombardia

La delibera approvata ieri su proposta dell'assessore al Welfare Guido Bertolaso prevede di riordinare strutture, attività e ruoli del personale medico

Tempi di attesa ridotti e più efficienza: gli obiettivi della Riforma Pronto Soccorso in Lombardia
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La delibera riguardante i Pronto Soccorso in Lombardia è stata approvata con successo, ricevendo il plauso di Bertolaso: "La nostra priorità è ridurre i tempi di attesa e migliorare l'efficienza, puntando a creare un sistema tra i più avanzati al mondo".

Riforma Pronto Soccorso

MILANO - Riordinare strutture, attività e ruoli del personale medico nell'ambito della rete emergenza urgenza ospedaliera: come riporta Prima Pavia, lo prevede la delibera approvata ieri, lunedì 31 luglio 2023, dalla Giunta regionale, su proposta dell'assessore al Welfare Guido Bertolaso.

Gli accessi

Nel corso del 2022 sono stati quasi 3,5 milioni gli accessi di pazienti ai servizi di Pronto Soccorso della Regione Lombardia che attualmente conta 99 strutture (esclusi i Punti di Primo Intervento): 13 ospedali con DEA (Dipartimento di Emergenza Urgenza e Accettazione) di II Livello, 44 con DEA di I Livello e 42 con solo Pronto Soccorso.

La delibera si inserisce in un percorso già avviato da Regione Lombardia per migliorare l'efficienza del sistema di Emergenza-Urgenza, in un'ottica di gestione complessiva e unitaria del paziente, dal momento dell'evento (malore o trauma) alla dimissione.

"Cambiamo l'approccio - sottolinea Bertolaso - e con esso l'organizzazione non solo del Pronto Soccorso ma di tutto il settore dell'emergenza e dell'urgenza, dal momento della chiamata al 112 o della richiesta di aiuto del paziente fino alla conclusione del percorso di assistenza. È una riorganizzazione davvero importante che ci impegnerà per diverso tempo e che ci porterà al traguardo finale di un sistema tra i più moderni al mondo".

Ridotti tempi d'attesa: meno di 8 ore

Il piano di riordino dà indicazioni affinché le strutture ospedaliere, pubbliche e private, garantiscano l'immediata accoglienza del paziente nelle degenze e la continuità della presa in carico. Il tempo di permanenza in Pronto Soccorso sarà quindi limitato al tempo strettamente necessario per completare l'iter diagnostico terapeutico d'urgenza (di norma inferiore alle 8 ore).

Percorsi differenziati per i pazienti

L'indisponibilità di posti letto nelle sezioni di degenza ospedaliere non potrà essere giustificazione sufficiente a impedire l'immediato ricovero del paziente da parte del medico di Pronto Soccorso: per i pazienti con necessità di trattamenti complessi, nelle strutture sede di DEA di I e II livello, dovrà infatti essere sempre prevista una Unità Operativa complessa di 'Pronto Soccorso e Medicina d'Emergenza-Urgenza', che comprenda, oltre al Pronto Soccorso, attività di OBI (Osservazione Breve Intensiva) e degenza di Medicina d'Emergenza-Urgenza.

AREU monitorizzerà gli indicatori di affollamento dei Pronto Soccorso, i modelli organizzativi del Sistema Emergenza-Urgenza integrato e il flusso dei ricoveri da Pronto soccorso.

Per i pazienti a bassa complessità (quelli meno gravi), vengono invece implementati due percorsi: uno extraospedaliero, con il potenziamento della Centrale Medica Integrata (creata nel 2022) e dei team di risposta rapida (medico-infermieristico) per le cure domiciliari del paziente anziano e fragile, e un altro intraospedaliero con la predisposizione, in ogni DEA, di un ambulatorio specificatamente dedicato ai codici minori (gestito prioritariamente da personale aggiuntivo).

"L'obiettivo è ridurre i tempi di attesa che, a volte, soprattutto per le situazioni meno gravi, sono davvero troppo lunghi. Mettiamo ordine al processo e sfruttiamo la tecnologia: molti problemi possono essere risolti con la telemedicina, evitando così che i pazienti si rechino in ospedale".

Chi ha bisogno del Pronto Soccorso ha diritto di essere assistito al massimo ma anche chi ci lavora deve poterlo fare nel migliore dei modi. Per questo vogliamo dare ai medici dell'emergenza urgenza un ruolo primario, una prospettiva e un futuro sempre più avvincente in questo campo".

Il medico d'urgenza

La specialità di Medicina di Emergenza e Urgenza (MEU), registra attualmente una grave carenza di professionisti e progressiva riduzione di attrattività (40% delle borse di Specializzazione MEU non state assegnate negli ultimi anni).

Regione Lombardia definisce in modo univoco il ruolo e la funzione del medico d'urgenza nel contesto ospedaliero e preospedaliero che svolgerà turni in Pronto Soccorso, in Emergenza-Urgenza preospedaliera, nei reparti di Medicina d'Emergenza e Urgenza e nei trasporti sanitari e al quale verrà affidata, previo adeguamento dell'organico, la gestione della guardia medico/chirurgica interdivisionale (secondo il modello 'RRT', Rapid Response Team). La formazione, il tutoraggio e le abilitazioni saranno garantiti in collaborazione con AREU.

"Direzione giusta"

Il professor Stefano Perlini, primario del Pronto soccorso del San Matteo di Pavia, esprime un giudizio favorevole riguardo al nuovo piano di riassetto del sistema emergenza-urgenza, approvato ieri dalla giunta regionale. Secondo Perlini, il processo di riordino richiederà tempo, ma si va nella giusta direzione.

Perlini sottolinea che il riordino non riguarda esclusivamente il Pronto soccorso, ma coinvolge l'intero sistema sanitario che deve riorientarsi. Egli ritiene che i cittadini abbiano una responsabilità importante in questo processo. Un problema costante, infatti, è rappresentato dagli accessi al Pronto soccorso senza effettiva emergenza, che rende più complessa l'assistenza a chi ha bisogno di una risposta tempestiva. Il piano mira a organizzare meglio gli attori del sistema, al fine di migliorarne il funzionamento per tutti, e tra questi attori vi è anche il cittadino che decide di recarsi al Pronto soccorso.

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